FEMINIZED STORIE vol.2

FEMINIZED STORIES vol.2

Ed eccolo qui! Il nuovo libro della Vale. - (clicca sulla scritta sopra per leggere l'articolo) - Ancora una raccolta di racconti sulla ...

giovedì 28 gennaio 2021

Serata a due

 Femminilizzazione forzata intro: tre sarà meglio di due?

Finalmente dopo tanto tempo sono riuscita ad andare dalla mia amica Michi e farle conoscere la Vale; fino ad ora mi aveva solo visto nelle foto e mi aveva fatto i complimenti, ma dal vivo è tutta un'altra cosa.
- Mi puoi dare una mezz'oretta di tempo? - le dico facendo pure gli occhioni dolci.
- Ma certo Vale, tranquilla! Abbiamo casa libera fino a stasera alle 20, e sono solo le 15! 

Così col mio zaino mi intrufolo nel bagno: prima mi cambio d'abito, scegliendo della lingerie di pizzo nera, mutandine e reggiseno push-up che mi fa una terza, poi collant neri leggeri e sopra un tubino turchese che mi modella il corpo.
Preparo le scarpe tacco 12 nere che metto vicino alla porta e inizio a truccarmi; voglio farle vedere come è migliorata la Vale anche grazie ai suoi consigli e opto per un look un po' aggressivo, con l'eyeliner ben marcato e un doppio colore, viola e verde sulle palpebre, rossetto di un rosso viola acceso ed una passata di cipria per completare l'opera. Infine smalto fucsia sulla mani e parrucca rossa mossa in testa.
 

Mi riguardo per l'ultima volta allo specchio, mi infilo le decoltè tacco 12, tiro un sospiro di sollievo, apro la porta ed esco.
Passo l'anticamera ed entro nella sala, lei è seduta sul divano che sta leggendo un libro, scosta il capo e mi fissa: abbassa gli occhiali e rimane con la bocca semi-spalancata per qualche secondo fino ad esclamare: - Mamma mia Vale, come sei stupenda!
- Non esagerare Michi, che mi imbarazzo.
- No, dico sul serio, sei uno schianto proprio.
- Grazie, anzi per ringraziarti servo io il te.
- Guarda è già tutto pronto li in cucina.


Entro in cucina: c'è già un vassoio con la teiera, le due tazzine e due contenitori con zucchero e diverse bustine di te e un piattino con una decina di biscotti; prendo il vassoio e lo porto in sala, appoggiandolo sul tavolino, prendo due bustine di te e le poso delicatamente nelle tazzine, per poi versare l'acqua calda, una bustina di zucchero per tutte e due e poi le passo nelle mani la tazza fumante.
Finiamo la merenda e iniziamo a parlare tra di noi, quando involontariamente, poso la mia mano sulla sua gamba iniziandola a massaggiare; lei lascia fare e quando mi accorgo di quello che sto facendo, mi afferra la mano che stavo per togliere e mi invita a continuare.
- Ti ho detto che ti avrei trovato una ragazza - guardandomi negli occhi e facendo la faccia corrucciata - ma per adesso ti devi accontentare di me!
E posandomi una mano sulla coscia, inizia a farla scivolare su fino ad infilarsi nel tubino, in mezzo alle gambe e sul mio membro che inizia a diventare duro.

Senza dire niente, lei avvicina il suo volto al mio, unisce le sue labbra alle mie e si fa strada con la lingua. Un bacio appassionato, intenso, interminabile, con una mano le prendo la coscia, mentre lei mi abbraccia forte, mi stacco, la guardo negli occhi, quasi a dirle "ma cosa stiamo facendo" ma la voglia è troppo forte e mi rituffo nelle sue labbra e torno a contatto con la sua lingua.

Un rumore improvviso, ci stacchiamo di nuovo, vedo i suoi occhi terrorizzati e la sua voce flebile che dice - Diavolo! È già qui! - Si alza, si ricompone, con un fazzoletto si toglie il trucco sbavato e passandomene uno mi sussurra - Vai in bagno a sistemarti!

Sento la sua voce che dice: - sorpresa!-
- Mi hai fatto spaventare, stavo guardando chi esce dal bagno.
- E chi dovrebbe uscire? Il gatto?
- Più che altro una gattina.
- Buonasera! -
Esco con passo deciso, quattro passi e mi posiziono davanti a lui, le allungo la mano ed aspetto che me la baci - Non è molto carino - dico mentre lui mi guarda la mano e passa oltre.
- Allora cosa stavate facendo di bello? - dice lui fissando la moglie con uno sguardo divertito?
- Ci siamo bevute una tazza di tè e...
- E bacia bene Valentina?
- Come scusa? Non capisco!
- Ripeto: bacia bene Valentina? -
detto in tono aggressivo, avvicinando la sua faccia a quella di Michi a pochi centimetri di distanza.
- Allora? - ripete a voce alta, mentre la Michi rimane bloccata con la bocca semi aperta e sta quasi per mettersi a piangere.
- Non mi sembra il caso Paolo! - dico mentre si gira verso di me con aria di sfida.
- Su, continuate dove avete interrotto! - e dicendolo prende per i capelli Michela e me la butta letteralmente tra le mie braccia.
- Su, un bel bacio con lingua! - ripete ad alta voce, sempre tenendole la coda dei capelli tra le mani.
- Su! - E chiudendo gli occhi apro la bocca e mi rifiondo tra le sue labbra, mentre lei non muove un muscolo della bocca come paralizzata.
- Lascia stare, ci penso io! - E allontanandola e spingendola sul divano, si mette davanti a me e con una mano dietro la nuca, mi spinge verso di lui e mi inserisce la sua lingua in bocca.
Io ho un sussulto di rifiuto, ma tra la sua mano che mi blocca la testa e la sua lingua che lavora in modo frenetico, mi lascio andare in un bacio appassionato.
- Visto? Così si fa! - rivolgendosi a Michela che è sdraiata sul divano in lacrime, e rigirandosi verso di me, mi dice: - Ora sta qui a guardare!
 

Si avventa su Michela e alzandole la gonna, le strappa le mutandine di dosso; dopo un attimo di indecisione mi avvento su di lui, prendendogli con le mani la mano sinistra che tiene ferma le caviglie.
In una frazione di secondo la sua mano destra sbuca con un paio di manette di metallo, mi blocca il polso destro e poi facendomi roteare su me stesso, mi blocca l'altra mano dietro la schiena.
- Ma cosa stai facendo? - Tento invano di liberarmi mentre premendo una mano sulla spalla e dandomi un colpetto sul retro delle mie ginocchia con il suo ginocchio, mi fa cadere a terra.
Ancora confusa da quella situazione, mi fissa una manetta alla caviglia destra e facendola passare a forza tra la catenella che mi tiene uniti i polsi, me la fissa alla caviglia sinistra. Sono così davanti a loro in ginocchio, con le gambe aperte e senza poter muovere braccia e gambe.
Rossa di rabbia urlo: - Se gli fai qualcosa giuro che io... - ma mi blocco, guardando Michela che esplode con una sonora risata;

- Ma fai cosa? Guardati! - mi dice Michela con il viso che sembra dirmi "Ma povera cucciola"; io rimango muta, rossa in viso ora per l'umiliazione e per la presa in giro in quella situazione. Si erano messi d'accordo, d'accordo per umiliarmi, per rendermi ridicola ai loro occhi, e mentre continuavo a rimuginare a questa situazione, Paolo mi guarda e fa: - Ora stai in silenzio, magari impari qualcosa! - E con Paolo seduto sul divano, Michela si avvicina e si mette in ginocchio davanti a lui, gli sfila i pantaloni e le mutande, con lui che la aiuta nel compito facendo leva sulle mani ed alzando il bacino. Poi lo prende con le due mani, inizia a massaggiarlo, sfila indietro il prepuzio e lascia libero il glande, lo tocca con la punta della lingua, Paolo con un leggero mugugno approva, ancora piccoli contatti, poi la lingua si sposta alla base e sale fino al culmine per poi lasciare il posto alla sua cavità orale; avanza con le labbra fino a farlo sparire e poi torna in senso opposto, una piccola scia di rossetto e poi ancora dentro e fuori, aumentando via via la velocità.

Ed io ero lì a meno di mezzo metro da loro due che mi godevo la scena, con l'eccitazione che mi saliva solo a guardare, con il desiderio sempre più crescente di poter partecipare a quel gioco, con degli spasmi involontari dove cercavo nella mia mente di liberarmi dalle manette e prendermelo in mano,
Paolo emetteva sempre dei mugugni sempre più forti, e il membro era effettivamente diventato più grande del normale.

- Oh, sì! Ora - E mentre stavo guardando il viso contratto di Paolo in piena estasi, Michela mi prende la testa con le due mani e mi spinge fino a che le mie labbra vengono in contatto col membro di Paolo. Oppongo poca resistenza, lo sento scivolare, scorrere sulle mie labbra, sento lo spruzzo di liquido spermatico che mi inonda la bocca, mando giù a più riprese, sembra non finisca più. Poi mentre esco e faccio per ripulire bene con la lingua, mi mette un piede sul costato e spingendo mi fa cadere in mezzo alla stanza.

Continuo a fissarlo, con il cuore che continua a battere forte, con la mia lingua che va alla ricerca delle ultime tracce, lo guardo mentre si alza, mentre prende la mano di Michela, mentre posa il suo braccio attorno alla vita di lei, mentre si allontanano verso la stanza, mentre mi augurano la buona notte, mentre chiudono la porta e spengono le luci.

 

 Storie di femminilizzazione forzata, by Vale84cd - 23-28 gennaio 2021

mercoledì 27 gennaio 2021

JE REVE D'UNE FEMME EN MOI

Belle vie de Carmen

Sono le 23 e 15, stanco dalla serata lavorativa rientro verso casa, cerco le chiavi nelle tasche, le sfilo e apro la porta d'ingresso: sotto i miei piedi vedo un foglio grigio con su scritto a grandi lettere rosse "FATTI TROVARE PRONTA"
Tra me e me penso ad un errore o ad uno scherzo: io sono un UOMO, non ci penso e richiudendo la porta a chiave vado diritto in bagno, mi spoglio e mi preparo una bella doccia calda.
Finita mi asciugo con l'accappatoio e vado a sedermi sul divano; mi sto quasi appisolando quando sento suonare il campanello: senza pensarci troppo mi alzo e vado verso la porta, non pensando a chi potrebbe essere a quell'ora della sera.
Apro e davanti a me ci sono due donne con un mantello color rosso ed un ampio decoltè dove si intravede un bel reggiseno nero di pizzo (mi sento imbarazzato).
- Chi siete, cosa volete?
- Siamo le sorelle dell'ordine di sua femminilità Paphessa - rispondono con un sorriso - Siamo qui perché sei la prescelta sacrificale!
- Come prescelta! Vi state sbagliando.
- Vai ed entra - e avanzando mi spingono verso il tavolo - che ti prepariamo per il sacrificio.
- Ma quale sacrificio! - E mentre sto indietreggiando, una di loro tira fuori da una borsetta un perizoma nero di pizzo e l'altra un reggiseno coordinato.
- Dai su, indossali e incomincerai a realizzarti.
Allora io, ipnotizzato dalle due sorelle, mi tolgo l'accappatoio e incomincio ad indossare il perizoma: una volta indossato inizio ad avere una sensazione di incontrollabile piacere, al punto di bagnarlo quasi subito con il mio sperma e ancora di più quando indosso il reggiseno, facendomi aiutare dalle sorelle ad allacciarlo.
Le due sorelle incominciano a togliersi il mantello e poi la lingerie davanti a me, e alla mia timorosa frase - Posso lesbicare con voi? - Rispondono con un secco - NO! Verrai data in sacrificio alla Paphessa!
Intanto dalla porta d'ingresso socchiusa, vedo entrare una figura alta, con un mantello viola che avanza verso di noi: si toglie il cappuccio e i suoi occhi verdi scintillano tra la sua lunga chioma rossa, una visione mozzafiato.
Lei si sfila il mantello e si mostra davanti a me con due splendidi seni ed un membro enorme; con voce decisa mi ordina: - Vieni, inginocchiati e prendilo in bocca!
Io senza esitare mi inginocchio e lo prendo tutto, continuando ad assaporarlo fino a che mi nutro del suo dolce liquido caldo; lei allora mi fa alzare e mi spinge sopra il tavolo di schiena: dapprima mi lecca i capezzoli facendomi eccitare e poi mi penetra a fondo facendomi godere.
 
Giusto in quell'attimo ho un sussulto, riapro gli occhi e mi ritrovo ancora sdraiata sul divano, con addosso ancora l'accappatoio. 
Mentre mi sto chiedendo se stavo sognando, la mia vista si sposta sulle mie parti basse: indosso un perizoma tutto bagnato e per terra, in reggiseno di pizzo nero. 
 
Storie erotiche by Carmen - 26 gennaio 2021   

domenica 24 gennaio 2021

Al cinema

Krissy racconta...

 

Una sera siamo usciti a vedere un film: io, il mio fidanzato Luca e il nostro amico Marco; dopo aver preso i biglietti e mentre ci incamminavamo verso la sala, Marco si avvicina e mi sussurra nell’orecchio che gli piace molto la minigonna che indosso.

Ci sediamo in fondo alla sala, nei posti centrali, Luca sta alla mia destra mentre Marco alla mia sinistra; dopo i soliti venti minuti di pubblicità si spengo le luci ed inizia la proiezione del film.

Dopo qualche minuto guardo Luca che è intento a vedere il film e senza farmi notare, inizio ad appoggiare la mia gamba su quella di Marco; Luca negli ultimi tempi è un po’ distratto e non mi presta più le attenzioni di prima ed io invece ho una gran voglia di divertirmi; così inizio a accavallare le gambe e cambiarle di posizione, alzando un po’ la gonna dal suo lato quando c’erano le scene più luminose.

Ad un certo punto però decido di alzare la posta in gioco e con la scusa di avere un po’ freddo, chiedo a Luca la giacca che aveva appoggiato sui seggiolini vuoti alla sua destra; la appoggio delicatamente sulle gambe e piano piano inizio a strusciare la mia coscia contro quella di Marco, guardandolo e chiedendogli con gli occhi di fare lo stesso.

Poco dopo sento la sua mano sulla mia coscia: ero eccitatissima! Piano piano inizio a divaricare le gambe invitandolo a fare quello che vuole sotto la giacca; continuavo a guardare il film e con la coda dell’occhio a controllare Luca, che però non si sta accorgendo di nulla, e la mia eccitazione continua ad aumentare.

E più la mano di Marco si fa strada, più le mie gambe si aprono, centimetro dopo centimetro la sua mano avanza verso l’unica direzione possibile e quando arriva alle mutandine, un brivido mi pervade il corpo. Mi giro verso di lui, lo fisso dritto negli occhi e poi sposto lo sguardo verso il basso; lui capisce, mette la giacca sopra le gambe e si volta verso di me.

D’istinto mi giro verso Luca, che mi fa un sorriso e continua a guardare il film; allora anche se un po’ impaurita, decido di lasciarmi andare e la mia mano si posa sui suoi jeans.

Forse per la paura di essere scoperta, trovo la strada con più rapidità e in pochi secondi la mia mano si appoggia sul suo pacco: inizio ad accarezzarlo con la punta delle dita, senza far muovere la giacca, nessuno si deve accorgere di quello che sto facendo, e mentre lui continua ad accarezzarmi le mutandine, io stuzzico la punta del suo pene.

L’eccitazione continua a crescere e lo sento quasi pulsare, allora tolgo la mano e la infilo dentro la sua tasca: faccio un po’ di trambusto e rischio di essere scoperta, ma una rapida occhiata a Luca, rapito dalla visione del film, e decido che non mi interessa più nulla; infilo con decisione la mano nella tasca: qui la stoffa è più sottile e riesco a sentire la sua cappella; inizio a masturbarlo con tre dita, prima lentamente e poi sempre più rapidamente, facendo muovere anche la giacca.

Ma ormai non mi importava più di niente, lui continuava a toccarmi piano ed io continuavo a masturbarlo con la mano, guardare il film e di tanto in tanto guardare Luca e scambiare un sorriso.

Aumento, aumento il movimento delle dita fino a quando un piccolo gemito di Marco e le mie dita che si bagnano di sperma, mi fanno capire che è venuto; continuo ancora per qualche secondo, poi tolgo la mano soddisfatta e la avvicino alla mia bocca per assaggiarne il sapore.

Anche lui toglie la sua mano dalle mie mutandine e si ricompone, uno sguardo di pochi secondi, ma intenso e continuiamo a guardare il film come se nulla fosse.

Ero al settimo cielo e mi sentivo soddisfatta a pieno: quella fu la prima volta e per certi versi, la più bella.

 

Storie erotiche by Krissy - 11 gennaio 2021 

giovedì 21 gennaio 2021

LUNEDI' POMERIGGIO

L'angolo della Roby...


Lunedì ricevo una telefonata da una mia amica, una sorellina giovane e molto bella: è italo-cubana e fino ad ora ci eravamo incontrate solo per un caffè; mi chiede se posso passare da casa sua per chiedermi una cosa.

Emozionata sono arrivata a casa sua, suono il campanello del portone e la sua voce mi dice di salire le scale fino a secondo piano; non faccio in tempo a fare l'ultimo gradino che si apre la porta e si presenta con un completino di pizzo nero, reggicalze e calze nere velatissime e un paio di décolleté tacco 12.

Entro e dopo i saluti mi offre un caffè: mentre lo sorseggiamo, parliamo un po’ di scarpe, vestiti e trucchi; finito ci trasferiamo in camera da letto e cominciamo a baciarci: lunghi baci profondi e passionali. Sentivo la sua eccitazione, allungo la mano e la infilo nel suo perizoma di pizzo: ce l'ha molto duro.

Allora l’ho fatta sdraiare sul letto, le ho sfilato il perizoma e ho cominciato a farle un pompino: prima delicatamente, utilizzando solo con la punta della lingua sulla cappella e poi tutto in bocca fino in gola; la sentivo gemere di piacere mentre mi spingeva il suo membro fino in fondo alla gola.

Poi le ho aperto le gambe ed ho comincio a leccargli il buchino: era profumato ed aveva un buon sapore, lei impazziva dal piacere e quando le ho infilato dentro la lingua si contorceva dal piacere.

Era durissimo e allora le ho messo il preservativo, le sono salita sopra e me lo sono infilato dentro tutto: anche se era durissimo è entrato subito; ho cominciato a muovermi e lei si muoveva con me e lo spingeva dentro sempre più veloce.

Mi sembrava di impazzire, mi sbatteva forte; poi uscendo mi ha spinta sul letto, allargato le  gambe e cominciato a scoparmi e quando stavo per venire, lo toglie (e con esso il preservativo) e me lo infila facendolo venire nella mia bocca; sono piena di liquido caldo e dolce e continuo a succhiarlo fino all’ultima goccia.

Poi le si avvicina a me e cominciamo a baciarci e scambiarci lo sperma: ma ce l'ha ancora duro ed allora me lo rimette in bocca e viene di nuovo e poi ci baciamo intensamente.

Infine prende in bocca il mio, lo fa venire e per finire un lungo bacio appassionato.

 Storie erotiche by Roby - 20 gennaio 2021

lunedì 4 gennaio 2021

LA TENDA

 Femminilizzazione forzata intro: lavoretti di inizio anno

Alle ore 9 puntuali è arrivato il ragazzo che aggiusta le tende: suona la porta, io mi aggiusto il tubino nero abbassandolo fino a coprire le ginocchia ed poi apro la porta.

"Buongiorno, che puntualità" gli dico con la faccia sorridente.

"Grazie, non c'è di che" mi risponde, abbassando lo sguardo e guardando i miei piedi avvolti da dei collant neri 6 denari che lasciano intravedere lo smalto color prugna tra i sandaletti tacco 12.

Io lo fisso, lui rialza lo sguardo imbarazzatissimo ed io con una voce calma e tranquilla gli dico "Entri pure, il problema è la tenda sul balcone della sala".

Entra con la sua valigetta, mi passa davanti, la sua testa mi arriva al mento, forse è imbarazzato anche dalla mia altezza, oltre che da il resto.  

 

Arrivato sul balcone da una rapida occhiata alla tenda e mi dice: "Come le avevo detto per telefono, la tenda è un po' messa male, dieci anni; ora io rattoppo quella cucitura che si è aperta e quel taglio fatto dalla persiana e poi le faccio un preventivo per la sostituzione".

"Non mi faccia spendere troppo però!" glielo dico abbassando la testa, spalancano le palpebre, sbattendole tre o quattro volte, per poi rispalancarle.

Lui deglutisce, ancora imbarazzato e dopo qualche secondo di pausa, si gira e mi dice "Mi metto al lavoro".


Non lo disturbo, lo lascio fare e mi dirigo verso la cucina per prepararmi una tazza di tè; una mezz'oretta dopo mi chiama "signora ho finito"

"Arrivo subito! Vuole una tazza di tè?"

"No grazie signora"

Esco sul balcone, lui con la mano mi indica il rattoppo, io mi avvicino a guardare e mentre ritrae il braccio il suo gomito mi sfiora il seno.

"Mi scusi! Sono mortificato!"

"Ma di cosa?" Gli rispondo con tutta la naturalezza possibile, appoggiandogli la mano sul fianco e stringendolo verso di me. "Scommetto che l'ha fatto apposta!"

Lui deglutisce nuovamente, balbetta qualcosa: è visibilmente agitato; io gli dico che per pagare l'intervento basta che mi lasci le coordinate bancarie che provvedo subito. Non dice niente, sembra abbastanza confuso dalla frase che gli ho detto e stringendolo sempre con la mano sul fianco mi dirigo verso il corridoio della camera e poi aprendo la porta della camera lo spingo dentro, fino a farlo sedere sul letto.

Lui tenta di divincolarsi, ma io sedendomi al suo fianco e con voce rassicurante gli dico "tranquillo, lo vuoi tu e lo voglio io".

Si tranquillizza, ma il suo volto è paonazzo e il suo membro è in erezione.

"Sei eccitato vedo?" e mentre glie lo dico, gli slaccio i pantaloni e gli tolgo le scarpe.

"Continua tu a svestirti che mi preparo anch'io" 

 

Mi alzo dal letto, gli do le spalle e mi sfilo il tubino tirandolo giù dalle spalle ed ancheggiando per farlo scendere fino alle caviglie. Lo osservo dallo specchio, a fatica si toglie la maglietta e la canottiera, rimane in mutande mentre io mi sistemo il body di pizzo nero e i lacci delle autoreggenti.

Mi avvicino a lui, ancora visibilmente rosso in viso, mi sdraio sul letto al suo fianco e aprendo il cassetto del comodino tiro fuori la mia trousse da viaggio.

"Tranquilla" gli dico "ti faccio solo andare via quel rosso che hai sul viso".

Lui non oppone resistenza mentre gli applico delicatamente con la spugnetta del fondotinta sulle guance e appoggiando il gomito sullo sterno sento battere forte il cuore.

 

"Su dai rilassati, non agitarti che ho quasi finito", gli dico mentre con con la matita nera gli disegno il contorno occhi, gli metto un po' di ombretto e mascara ed infine il rossetto sulle labbra.

Lo guardo e gli dico "Sei bellissima", lui non riesce ancora a dire niente se non a balbettare qualcosa di incomprensibile; allora mi avvicino ancora, strusciandomi con il corpo accanto al suo e gli dò un timido bacio sulle labbra.

Allora qui si lascia andare, chiude gli occhi e aprendo la bocca, mi infila la lingua cercando la mia, mentre la mia mano si insinua nelle sue mutande ed inizia a massaggiarglielo.

Mentre mi bacia sento un mugugno di piacere e la sua mano mi prende la natica e inizia a stringerla portandomi verso di se.

Mi stacco dalle sue labbra, lo guardo negli occhi e gli dico:"Sei pronta?"

Lui con un sospiro mi dice "Si!"

Allora gli prendo le mutande, glie le sfilo fino all'altezza delle ginocchia, poi alzo le sue gambe e gli spingo gambe e cosce con la mano destra verso il suo viso lasciando il sedere scoperto e con la mano sinistra scosto il body lasciando uscire il mio membro in erezione.

Inizio ad infilarlo, a penetrarlo, un po' a fatica inizialmente, lei piange come una cagnetta impaurita, ma io proseguo dentro e fuori, più e più volte finché entra tutto e sento il suo scroto che sbatte contro il mio pube.

Lei emette un grido ed io sempre più eccitata continuo ad entrare ed uscire ad un ritmo più veloce e prendendo il suo membro tra le mani comincio a masturbarlo.

Il suo respiro si fa affannoso e i suoi lamenti sembrano più suoni di piacere che di dolore: aumento ancora il ritmo e dopo poco un grido mi fa capire che è venuta; allora lo sfilo, le abbasso le gambe e mi metto a cavalcioni su di lei. Esausta mi guarda mentre infilo il suo membro ancora duro in mezzoo alle mie natiche e comincio a spingere per farlo entrare tutto.

Ora emetto io un grido di piacere quando entra dentro ed iniziando ad ondeggiare su di lui, lo sfilo e lo reinfilo, mentre prendendo le sue mani lo invito a masturbarmelo.

Anche se esausto il suo membro rimane duro e stimola il mio che sta per venire, lancio due gridi soffocati e partono degli schizzi che raggiungono il suo petto e il suo volto.

Esausta anch'io, mi alzo sfilandomelo da dietro e mi butto su di lei infilandoglielo in bocca per farmelo ripulire. Lei lo lecca, lo bacia e lo ripulisce dolcemente, finché ringraziandola, mi rialzo e le stampo un bacio sulle labbra; mi scosto per guardarla negli occhi, la fisso, le sorrido e le dico "bene, ora puoi andare".

Rimane per qualche istante nel letto e poi si alza, le passo delle salviettine per ripulirsi dallo sperma e dal trucco ed una volta rivestita, prende la sua borsa e si avvia verso la porta.

La apre e si volta indietro per guardarmi: io sono appoggiata allo stipite della porta seminuda, le lancio un bacio con la mano e gli strizzo l'occhio, lui ritorna rosso in viso, abbassa lo sguardo ed esce chiudendo la porta dietro di se.

 

Storie di femminilizzazione forzata, by Vale84cd - 3-4 gennaio 2021

venerdì 1 gennaio 2021

CORRIERE

 Femminilizzazione forzata intro: ... C'è un pacco per lei... ed una sorpresa...

"Settimo piano, però l'ascensore è rotto!"

"Non si preoccupi, arrivo in un battibaleno!"


Il clic della serratura, mi giro e spingendo col sedere apro il portone ed entro a fatica nello stretto pertugio con il mio pacco enorme. Non è che pesa poi tanto, una ventina di chili circa, forse anche un po' meno, ma è grande e tenendolo tra le mani, supera la mia testa e sono obbligato a salire le scale di traverso, per vedere di non andare a sbattere contro qualcosa o qualcuno.

Due rampe e guardo in alto, il sudore mi sta già colando dalla fronte, però dai, ancora una rampa e poi mi fermo; resisto fino alla quarta, appoggio il pacco sul ginocchio e mi asciugo la fronte con la manica della camicia. Dai Andrea, siamo a più della metà del viaggio, isso nuovamente il pacco e mi accingo a percorrere le ultime sei rampe di scale, tre piani, piano settimo, arrivo, dlin-dlon del campanello, la porta si apre.

"Buongiorno signora, il suo pacco"

"Sarebbe così gentile da appoggiarmelo sul tavolo dello studio?"


Hai fatto trenta e poi fare anche trentuno Andrea, penso fra me e me mentre rispondo "va bene signora".

Mi incammino, entro nello studio e appoggio il pacco sul tavolo, mi giro e solo ora noto la signora che mi ha parlato poco fa: avvolta da un tubino turchese attillato che arriva sopra le ginocchia, e che copre parzialmente i seni, che sono semi-nascosti dai lunghi capelli castani che le scendono fino a metà schiena.

"Vuole qualcosa da bere? Un caffè? Un po' d'acqua?"

"Dell'acqua andrebbe bene grazie"


La guardo mentre si allontana, le sue gambe avvolte in dei collant color carne, con un'andatura leggerissima su dei tacchi alti. La seguo con lo sguardo mentre va in cucina, poi mi dirigo verso il tavolo della sala, guardandomi intorno, ed osservando i quadri appesi alle pareti. Ritraggono tutti delle cameriere, vestite di pizzo, che fanno ogni tipo di lavoro, dal portare il tè al pulite per terra; una volta guardati quelli appesi a destra della porta d'ingresso, mi giro e... inavvertitamente mi scontro con la signora che portava il vassoio con acqua e bicchieri: cadono a terra e rotolano sulla moquette senza rompersi, mentre pressoché tutto il contenuto della brocca mi si rovescia addosso bagnandomi dal petto in giù, fin dentro alle scarpe.

"Oh mi scusi, che disastro!"

"No, è che non l'ho sentita arrivare"

"Vado a prendergli un asciugamano e dei vestiti del mio ragazzo, mentre asciugo i suoi".


Mentre va in bagno penso "ci mancava solo questa", una decina di secondi torna, mi porge l'asciugamano bianco e poi si dirige verso la camera matrimoniale dicendo "mi dica quando si è coperto con l'asciugamano che rientro"

Mi tolgo camicia e canottiera che appoggio, fradice, sul pavimento, poi è la volta delle scarpe, calze, pantaloni e mutande; mi asciugo e mi lego l'accappatoio intorno alla vita, poi chiamo la signora, che compare dalla porta della camera con in mano un qualcosa di azzurro.

"Ecco tenga, mentre io le asciugo questi".

Mi porge il vestito e si inchina senza piegare le ginocchia mostrandomi il suo lato b che quasi mi sfiora; io continuando a fissarla imbambolato indosso distrattamente l'abito che mi ha consegnato qualche attimo fa. Si rialza con i panni bagnati in mano, mi guarda e con un sorrisetto malizioso mi dice: "se te lo allacci che così mi prendo anche l'asciugamano!"

"Si scusi", un po' turbato mi allaccio la cintura della vestaglia e slacciando l'asciugamano, glie lo appoggio sul pacco di vestiti che ha in mano; lei mi guarda dal basso in alto, fa un cenno di assenso e poi va verso il bagno.

Alzando lo sguardo per seguirla i miei occhi vanno alla mia immagine riflessa nello specchio appeso alla parete: una camicia da notte azzurra, trasparente che fa vedere tutto, coi bordi di pizzo, tipicamente femminili. Divento rosso al solo pensare al suo sguardo e a quelli che ho indosso, che lei ritorna dal bagno e mi dice: "venga un attimo con me?"

Non riesco a dire niente e la seguo in camera da letto, dove trovo una ragazza bionda, seminuda sdraiata sul letto.

"Ecco la nostra spettatrice" dice quest'ultima.

"Su, siediti in ginocchio sul letto e guardaci" replica la prima.

Io ubbidisco e le due ragazze, una volta spogliate completamente, iniziano ad accarezzarsi e toccarsi nelle parti intime reciprocamente, mentre io le guardo e il mio membro comincia a diventare duro, con un'eccitazione che aumenta sempre più.

"Vuoi unirti a noi?"

"S...si"

"Però devi fare la femmina, ok?"

"S...si"
, non riesco a dire altro, con l'emozione che mi blocca la voce, e con le due donne che mi mettono un cerchietto coi fiorellini sulla testa e il rossetto sulle labbra.

"Dai che ci divertiamo!" e con le mani, dopo aver slacciato la cintura della vestaglia, mi stuzzicano i capezzoli, che iniziano a diventare duri; ho una voglia irrefrenabile di toccarmelo, ma una voce mi dice "Sei una donna Viola, si gode in un altro modo" mentre mi prendono le due braccia e se le avvolgono intorno alla vita, di fatto bloccandomele.

Poi la bionda fa scivolare la sua mano sul mio gluteo, e con tre dita si avvicina al mio buchino penetrandolo, contemporaneamente mentre mi mordicchia l'orecchio, la mora mi bacia in bocca con la sua lingua che cerca la mia.

Le labbra che si incontrano, e i movimenti della bionda mi fanno salire l'eccitazione alle stelle, emetto dei lamenti sommessi, l'eccitazione sale sempre di più, ma non potendolo toccare, vengo assalita da vampate di calore e da un tremolio incontrollato.

Le due continuano aumentando il ritmo ed io le assecondo muovendo il bacino e spingendo a fondo quando mi penetra, quasi a volere far entrare tutta la mano. Loro mi tengono bloccate le mani che involontariamente cercano di toccarselo, mentre continuano a sussurrarmi all'orecchio "Viola sei una donna, devi arrivare all'orgasmo con noi".

Mi liberano le mani, ma me le posizionano sul loro pube, facendomi inserire anche a me tre dita nelle loro patatine bagnate.

Iniziamo ad andare allo stesso ritmo, sento i loro mugugni di piacere che crescono sempre più mentre il mio è lì sul punto di esplodere ma resiste non so come.

Il loro respiro si fa affannoso come il mio, in crescendo, con loro bagnate e con il mio membro che comincia a perdere qualche goccia di sperma.

Ora il ritmo aumenta in maniera forsennata, uno, due minuti interminabili, dove tutte e tre raggiungiamo l'orgasmo. Poi mi abbracciano e mi baciano, appoggiandole sul mio membro esausto, guardandomi negli occhi felici e facendomi i complimenti per avere resistito alla tentazione di toccarlo.

Poi la doccia, tutte e tre assieme, dove mi passano la spugna insaponata delicatamente, poi una volta uscite, l'accappatoio di cotone rosa per asciugarmi e un colpo di fon per asciugarmi i capelli.

"Ecco i tuoi vestiti Viola", porgendomi un pacco che appoggia sullo sgabello del bagno. Rimuovo il telo che li ricopre e vedo un vestito color lilla con sopra un completo di lingerie di pizzo nero, con autoreggenti coordinate.

"Ma io dovrei vestire con ques.."

No mi fa finire la frase, mettendomi il suo dito indice sulle labbra e facendo "shhhh"

"Stasera cenetta a sei al ristorante, i tre ragazzi ci vengono a prendere qua sotto tra un'ora e siamo già in ritardo!"

Non dico niente, prendo un autoreggente e comincio ad infilarmelo.

Storie di femminilizzazione forzata, by Vale84cd - 30-31 dicembre 2020