FEMINIZED STORIE vol.2

FEMINIZED STORIES vol.2

Ed eccolo qui! Il nuovo libro della Vale. - (clicca sulla scritta sopra per leggere l'articolo) - Ancora una raccolta di racconti sulla ...

lunedì 4 gennaio 2021

LA TENDA

 Femminilizzazione forzata intro: lavoretti di inizio anno

Alle ore 9 puntuali è arrivato il ragazzo che aggiusta le tende: suona la porta, io mi aggiusto il tubino nero abbassandolo fino a coprire le ginocchia ed poi apro la porta.

"Buongiorno, che puntualità" gli dico con la faccia sorridente.

"Grazie, non c'è di che" mi risponde, abbassando lo sguardo e guardando i miei piedi avvolti da dei collant neri 6 denari che lasciano intravedere lo smalto color prugna tra i sandaletti tacco 12.

Io lo fisso, lui rialza lo sguardo imbarazzatissimo ed io con una voce calma e tranquilla gli dico "Entri pure, il problema è la tenda sul balcone della sala".

Entra con la sua valigetta, mi passa davanti, la sua testa mi arriva al mento, forse è imbarazzato anche dalla mia altezza, oltre che da il resto.  

 

Arrivato sul balcone da una rapida occhiata alla tenda e mi dice: "Come le avevo detto per telefono, la tenda è un po' messa male, dieci anni; ora io rattoppo quella cucitura che si è aperta e quel taglio fatto dalla persiana e poi le faccio un preventivo per la sostituzione".

"Non mi faccia spendere troppo però!" glielo dico abbassando la testa, spalancano le palpebre, sbattendole tre o quattro volte, per poi rispalancarle.

Lui deglutisce, ancora imbarazzato e dopo qualche secondo di pausa, si gira e mi dice "Mi metto al lavoro".


Non lo disturbo, lo lascio fare e mi dirigo verso la cucina per prepararmi una tazza di tè; una mezz'oretta dopo mi chiama "signora ho finito"

"Arrivo subito! Vuole una tazza di tè?"

"No grazie signora"

Esco sul balcone, lui con la mano mi indica il rattoppo, io mi avvicino a guardare e mentre ritrae il braccio il suo gomito mi sfiora il seno.

"Mi scusi! Sono mortificato!"

"Ma di cosa?" Gli rispondo con tutta la naturalezza possibile, appoggiandogli la mano sul fianco e stringendolo verso di me. "Scommetto che l'ha fatto apposta!"

Lui deglutisce nuovamente, balbetta qualcosa: è visibilmente agitato; io gli dico che per pagare l'intervento basta che mi lasci le coordinate bancarie che provvedo subito. Non dice niente, sembra abbastanza confuso dalla frase che gli ho detto e stringendolo sempre con la mano sul fianco mi dirigo verso il corridoio della camera e poi aprendo la porta della camera lo spingo dentro, fino a farlo sedere sul letto.

Lui tenta di divincolarsi, ma io sedendomi al suo fianco e con voce rassicurante gli dico "tranquillo, lo vuoi tu e lo voglio io".

Si tranquillizza, ma il suo volto è paonazzo e il suo membro è in erezione.

"Sei eccitato vedo?" e mentre glie lo dico, gli slaccio i pantaloni e gli tolgo le scarpe.

"Continua tu a svestirti che mi preparo anch'io" 

 

Mi alzo dal letto, gli do le spalle e mi sfilo il tubino tirandolo giù dalle spalle ed ancheggiando per farlo scendere fino alle caviglie. Lo osservo dallo specchio, a fatica si toglie la maglietta e la canottiera, rimane in mutande mentre io mi sistemo il body di pizzo nero e i lacci delle autoreggenti.

Mi avvicino a lui, ancora visibilmente rosso in viso, mi sdraio sul letto al suo fianco e aprendo il cassetto del comodino tiro fuori la mia trousse da viaggio.

"Tranquilla" gli dico "ti faccio solo andare via quel rosso che hai sul viso".

Lui non oppone resistenza mentre gli applico delicatamente con la spugnetta del fondotinta sulle guance e appoggiando il gomito sullo sterno sento battere forte il cuore.

 

"Su dai rilassati, non agitarti che ho quasi finito", gli dico mentre con con la matita nera gli disegno il contorno occhi, gli metto un po' di ombretto e mascara ed infine il rossetto sulle labbra.

Lo guardo e gli dico "Sei bellissima", lui non riesce ancora a dire niente se non a balbettare qualcosa di incomprensibile; allora mi avvicino ancora, strusciandomi con il corpo accanto al suo e gli dò un timido bacio sulle labbra.

Allora qui si lascia andare, chiude gli occhi e aprendo la bocca, mi infila la lingua cercando la mia, mentre la mia mano si insinua nelle sue mutande ed inizia a massaggiarglielo.

Mentre mi bacia sento un mugugno di piacere e la sua mano mi prende la natica e inizia a stringerla portandomi verso di se.

Mi stacco dalle sue labbra, lo guardo negli occhi e gli dico:"Sei pronta?"

Lui con un sospiro mi dice "Si!"

Allora gli prendo le mutande, glie le sfilo fino all'altezza delle ginocchia, poi alzo le sue gambe e gli spingo gambe e cosce con la mano destra verso il suo viso lasciando il sedere scoperto e con la mano sinistra scosto il body lasciando uscire il mio membro in erezione.

Inizio ad infilarlo, a penetrarlo, un po' a fatica inizialmente, lei piange come una cagnetta impaurita, ma io proseguo dentro e fuori, più e più volte finché entra tutto e sento il suo scroto che sbatte contro il mio pube.

Lei emette un grido ed io sempre più eccitata continuo ad entrare ed uscire ad un ritmo più veloce e prendendo il suo membro tra le mani comincio a masturbarlo.

Il suo respiro si fa affannoso e i suoi lamenti sembrano più suoni di piacere che di dolore: aumento ancora il ritmo e dopo poco un grido mi fa capire che è venuta; allora lo sfilo, le abbasso le gambe e mi metto a cavalcioni su di lei. Esausta mi guarda mentre infilo il suo membro ancora duro in mezzoo alle mie natiche e comincio a spingere per farlo entrare tutto.

Ora emetto io un grido di piacere quando entra dentro ed iniziando ad ondeggiare su di lui, lo sfilo e lo reinfilo, mentre prendendo le sue mani lo invito a masturbarmelo.

Anche se esausto il suo membro rimane duro e stimola il mio che sta per venire, lancio due gridi soffocati e partono degli schizzi che raggiungono il suo petto e il suo volto.

Esausta anch'io, mi alzo sfilandomelo da dietro e mi butto su di lei infilandoglielo in bocca per farmelo ripulire. Lei lo lecca, lo bacia e lo ripulisce dolcemente, finché ringraziandola, mi rialzo e le stampo un bacio sulle labbra; mi scosto per guardarla negli occhi, la fisso, le sorrido e le dico "bene, ora puoi andare".

Rimane per qualche istante nel letto e poi si alza, le passo delle salviettine per ripulirsi dallo sperma e dal trucco ed una volta rivestita, prende la sua borsa e si avvia verso la porta.

La apre e si volta indietro per guardarmi: io sono appoggiata allo stipite della porta seminuda, le lancio un bacio con la mano e gli strizzo l'occhio, lui ritorna rosso in viso, abbassa lo sguardo ed esce chiudendo la porta dietro di se.

 

Storie di femminilizzazione forzata, by Vale84cd - 3-4 gennaio 2021

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