FEMINIZED STORIE vol.2

FEMINIZED STORIES vol.2

Ed eccolo qui! Il nuovo libro della Vale. - (clicca sulla scritta sopra per leggere l'articolo) - Ancora una raccolta di racconti sulla ...

domenica 28 giugno 2020

PADRONE

Femminilizzazione forzata intro: ... forse ho meritato questa punizione?


"Ti fidi di me?"

"Ehm si, ma ho un po' di paura

"Stai tranquilla, cerca di essere naturale e rilassati".

La porta si apre e Fabio ci guarda per un attimo e poi dice "entrate".
Quattro o cinque passi e mi fermo al centro della stanza, quattro o cinque passi incerti per via del tacco quindici che per me è ancora vertiginoso. Mi sento in imbarazzo, non per trovarmi quasi seminuda davanti ad un uomo, ma per via delle manette ai polsi, che mi fanno sentire, ecco diciamo, quasi un oggetto.

La mia padrona bacia Fabio e poi esce di casa strizzandomi l'occhio, io la guardo con un'aria triste quasi a dirle: "portami via".

Rimango li in mezzo alla stanza mentre Fabio si avvicina e si mette davanti a me, si toglie camicia e pantaloncini e rimane in mutande, vedo il suo membro che si sta gonfiando, nota che lo sto guardando quasi con l'acquolina in bocca, mi prende le braccia e me le fa passare intorno al suo collo, poi le sue mani si appoggiano sui miei glutei, e scendono a massaggiarmi dove finiscono gli autoreggenti e poi salgono su verso

le mutandine di pizzo, continua ed inizia a salire la mia eccitazione, quando lui stringe forte i glutei e li spinge verso di se.

"Vedo che anche tu sei eccitata?"

Lo ha notato, e come poteva non notarlo? Il mio membro in tiro si appoggia al suo e inizia a strusciarlo facendomi crescere l'eccitazione e facendomi emettere dei mugugni di piacere.

"Ah porcellina, ti piace vero?"

"Mmm... si"

"Vorresti mettermelo tutto dentro vero?"

"Uh... siiii"

"La Stefy mi ha detto che sei una ragazza che non ha nessun rispetto del proprio padrone"

"Come, scusa? Cosa..."

"E quindi meriti una punizione!"

Non faccio neanche in tempo a reagire che togliendo le mie braccia dal suo collo, mi toglie le mutandine e mi cinge i fianchi con le sue mani... con forza me lo spinge in mezzo ai glutei, è grosso, fa fatica ad entrare, ma lui spinge forte.
Emetto un urlo ma lui si eccita ancora di più, esce per una frazione di secondo e poi ancora dentro con più forza.

Sento un bruciore intenso, sento male e mi scendono le lacrime, mentre sento lui ridere, ridere di gusto e continuare, fuori e dentro, ancora e ancora...

...

Sento bussare alla porta, mi giro istintivamente ma con la mascherina che mi copre gli occhi non vedo niente.
Rumore della porta che si apre, sento due voci familiari:

"Allora come ti è sembrata?"
"Avevi ragione, dopo le prime resistenze, diventa docile come un agnellino"

Rumore di passi che si avvicinano verso di me, davanti a me. "Su alzati"
Mi alzo a fatica, sono dolorante, disorientata mentre sento la Stefy dire

"E tutti quei segni?"
"Colpa mia se le piace essere frustata?"

Scoppiano in una risata mentre Fabio mi toglie la mascherina mostrando il mio volto, rigato dalle lacrime e col rossetto sparso un po' ovunque.

"Andiamo ora!"
Stefy mi prende per le manette che ho ancora ai polsi e mi trascina verso la porta, mentre Fabio mi assesta un forte schiaffo sulla natica destra facendomi quasi cadere.

Una volta sull'uscio un suo bacio a tutte e due, con la lingua, che per un attimo mi fa dimenticare tutta la sofferenza che mi ha provocato nell'ultima ora.

Poi la porta si chiude, io guardo la Stefy e con le lacrime agli occhi le chiedo "Perché?"

Lei appoggia delicatamente le sue dita sul mio volto asciugandomi le lacrime, mi guarda, poi si volta e si incammina nel corridoio invitandomi a seguirla

Storie di femminilizzazione forzata, by Vale84cd - 27 giugno 2020

domenica 21 giugno 2020

DESSERT

Femminilizzazione forzata intro: Un buon pranzo finisce sempre con il dolce...


Suono il campanello e mi apre il signor Fabio, titolare del negozio di parrucchiere/estetista Mybelle; andiamo subito giù al piano interrato: dove devo installare le nuove apparecchiature dell'impianto di allarme; i cavi li avevo già tirati assieme al mio collega la settimana scorsa, quindi mi manca solo da
collegare i due rilevatori volumetrici, controllare i contatti e cablare la centrale.

Mi presenta al sig. Gianni, che mi seguirà nel caso avessi bisogno di qualche informazione o aiuto.
Nella mattina riesco a collegare tutte le apparecchiature e a mezzogiorno riesco ad installare la centrale, che cablerò nel pomeriggio.

La temperatura nel piano interrato è un po' alta, i climatizzatori sono ancora scollegati: in pratica sono quasi sudato fradicio e dovrei uscire a mangiare qualcosa.

Chiamo il sig.Gianni, che guardandomi mi dice: "Hai pure fatto la doccia gratis? Non preoccuparti, ti trovo qualcosa da metterti e mangiamo assieme nella saletta riunioni qui a fianco".

Lo seguo ed entriamo in un corridoio lungo una decina di metri: aperta una porta antipanico, un altro corridoio pieno di porte ed entriamo in una saletta adibita a spogliatoi con tavolo, panche e armadietti.

"Fatti pure una doccia, mentre io ti preparo qui alcuni vestiti".

Lui esce, mi svesto, prendo un accappatoio bianco e ciabatte vicino alla doccia, entro e mi lavo. Alla
mia uscita, trovo un pacchetto con su scritto "vestiti per Luca".

Che gentile penso; apro il pacchetto e spalanco gli occhi: minigonna e camicetta nera col pizzo bianco e un completo intimo con mutandine e reggiseno bianche, a lato delle scarpe col tacco nere.

Rimango paralizzato quando due ragazzi, che ho intravisto prima, mi si avvicinano e mi tolgono l'asciugamano che cade per terra ed iniziano a massaggiarmi i glutei e il petto, torcendomi un poco i capezzoli; il primo mi dice "o ti vesti o te lo infilo nel di dietro", mentre il secondo "o ti vesti o ti costringo a farmi un pompino".
Senza pensarci un attimo inizio a vestirmi ed in meno si un minuto sono pronto; "brava, vedi che se ti metti con impegno..." ed avvicinandomi un rossetto sulle labbra me lo applica con delicatezza, mentre l'altro mi prende le mani e mi applica dello smalto rosso.

Meno di cinque minuti, dopo avermi applicato anche ombretto e mascara, mi dicono "voilà" mentre mi applicano una parrucca a caschetto nera con sopra un nastrino nero con pizzo bianco. Mi infilano le scarpe e mi dicono:"seguici, il pranzo è pronto".

Entriamo in un'altra sala, ed oltre a Gianni e Fabio ci sono altri dieci ragazzi che mi guardano come se avessero visto un angelo."Ecco Simona, guardate com'è splendida, non vi pare?" Io arrossisco vistosamente e titubante vengo trascinata e fatta sedere tra Gianni e Fabio, che posano le loro mani sopra le cosce ed iniziano a muoverle, facendomelo andare in erezione.

Mangiamo primo e secondo, poi quando sparecchiano per il dolce, due camerieri mi invitano ad alzarmi e a seguirli: io non capisco dove mi stiano portando, poi arriva un carrello lungo due metri e largo uno, ricoperto di carta stagnola; mi fanno sdraiare di schiena ed una volta adagiato, mi legano i polsi alle due gambe del carrello, mentre le caviglie agli angoli opposti dello stesso.

Poi prendendo una forbice, tagliano la gonna e le mutande, mettendo in risalto il mio pene eretto e prima che io potessi parlare, un cuoco mi infila una palla di gomma dura in bocca che fissa con dei lacci dietro la nuca.

Inizialmente non riesco a capire cosa vogliono farmi mentre tutti i commensali si alzano a mi accerchiano guardandomi eccitati, ma dopo alcuni di questi si scostano e compare il cuoco che porta una grossa pentola su un altro carrellino: infila il mestolo nella stessa e versa il liquido direttamente sul mio membro.

Del cioccolato bollente viene fatto calare sul mio corpo, facendomi scendermi le lacrime dal dolore e facendomi emettere dei mugugni soffocati, un altro cuoco, taglia e mi sfila la maglietta e il reggiseno e il cioccolato ricopre anche la pancia, i miei capezzoli, fino a scendermi sul collo.


Mentre i commensali ridono di gusto vedendo le lacrime che mi rigano il viso, gli chef posizionano una decina di montagnette di panna e dopo qualche minuto, i dieci ragazzi a turno cominciano a leccare tutta la panna e il cioccolato, anche mordendomi la pelle e facendomi emettere degli urli soffocati.

Finito di leccare e ripulire quasi tutte le tracce di cioccolato, si avvicina il signor Gianni che mi toglie la pallina dalla bocca e sale sopra il carrello: me lo infila in bocca e per completare il 69 me lo prende in bocca a sua volta.

Inizia a muoversi a ritmo costante e io non riesco a non assecondarlo, iniziando a gemere, mentre sento che qualcuno mi slega i lacci alle caviglie. Gianni mi mette le sue mani sotto le cosce e le spinge verso di me allargandomi le gambe, mentre sento una voce, quella di Fabio, che sussurra:"spero di non farti troppo male"

Il membro di Fabio mi entra dentro con violenza, facendomi emettere un urlo soffocato: entra ed esce più e più volte, il dolore e la sofferenza si mutano piano piano in una ondata di piacere, che sale sempre di più.

Storie di femminilizzazione forzata, by Vale84cd -  1 luglio 2019  

domenica 7 giugno 2020

CHEERLEADERS I

Femminilizzazione forzata intro: alla per noi...

"Baciami qui"

La assecondo, le mie labbra dal ginocchio scivolano verso l'interno coscia e ancora più su

"Oh si così, continua"

Si avvicinano, un tenero bacio, poi un altro, le mie mani che le tengono le gambe che tentano di richiudersi, un gemito e le mie labbra si aprono per far entrare la lingua.
Suona il cellulare, il suo, non faccio tempo a distogliere lo sguardo che sento la sua voce che dice:

"Si d'accordo, tra quindici minuti saremo pronte, come ha detto? Ok, non si preoccupi".

Appende il cellulare, mi guarda e mi dice:

"Abbiamo poco tempo, mettiti su il vestito da cheerleader!".

"Sonia, ma per una volta non si potrebbe..."

"Shhhhhhh"

e mettendomi il dito sulle labbra mi sussurra:

"Fai la brava, terzo cassetto a sinistra.

Prendo la scatola dal cassetto, la apro e tiro fuori una minigonna cortissima blu e un top a righe orizzontali bianche e rosse: li indosso tutte e due poi prendo i due pon pon blu e me li fisso con l'elastico al polso.

Lei mi si avvicina col rossetto blu ed io le dico: "ma devi proprio..."

"Et voilà" dice mentre toglie il cappuccio ed estrae il rossetto blu , passandomelo sulla labbra.

Mentre sta per chiudere il cappuccio del rossetto, la porta si apre ed entra lui, si avvicina a mia moglie, le mette una mano intorno alla vita, la stringe a se e la sua lingua gli penetra in bocca con un bacio appassionato.

Rimango fermo mentre mia moglie, con la mano sinistra mi fa cenno di muovermi ed allora io inizio a saltellare, gambe aperte e pon pon in alto, gambe chiuse e pon pon in basso.

Dopo qualche minuto si staccano, mentre io inizio a sudare e ad ansimare per lo sforzo fisico.

Si svestono e si mettono nudi davanti a me, lui inizia a toccarla, la sua mano dal seno inizia a scendere sempre più giù fino alla zona delle mutandine, un dito la penetra, facendola gemere lievemente, mentre io sono sempre lì davanti a loro che salto, ormai esausto.

"Va bene così per oggi"

Mi fermo, col cuore che mi batte a mille, allargo leggermente le gambe e metto le mani sulle ginocchia per riprendere fiato.

"No, no, mettiti in ginocchio davanti a noi e fai quello che sai"

Mi metto davanti a loro, a mezzo metro da loro, la sua mano si toglie dalla vagina di Sonia e lui avvicina il suo pene. La penetra e io alzo le braccia al cielo agitando i pon pon, lo toglie e io abbasso le braccia, la ripenetra e io le alzo nuovamente.

Non so quanto durerà questa volta, ma alla fine so che il mio premio arriverà...

Storie di femminilizzazione forzata, by Vale84cd -  7 giugno 2020