Femminilizzazione forzata intro: una conclusione inaspettata
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Non so da quanto tempo sono qui, distesa su questo tavolo con i polsi bloccati; le gambe già dall’inizio del supplizio me le hanno legate a due catene che pendono dal soffitto, divaricate al massimo, così da permettere di penetrarmi più agevolmente.
Ho finito di urlare e di piangere, poi si sono asciugate anche le lacrime e come aveva predetto il master dalla mia bocca escono solo mugugni di piacere. Credo che il turno sia terminato, ogni uomo si è approfittato di me: ce l’ho talmente in fiamme che gli ultimi tre non li ho neanche sentiti entrare, forse erano più piccoli, non so e non mi importa; spero solo che questo supplizio finisca presto, voglio solo andarmene, tornare da Franco ed Eleonora e dimenticare tutto.
Il master si avvicina a me, sfiora il mio membro afflosciato chiuso dentro la gabbietta, gira intorno al tavolo e poi ritorna davanti alla mia apertura: con il manico in acciaio di una paletta si avvicina ed entra facilmente senza neanche toccare le pareti del retto. “Vedete, la troietta qua, solo un’ora fa urlava e piangeva per un membro di tre centimetri di diametro, ma dopo un’ora non si è quasi neanche accorta di essere stata penetrata da uno da sei”. Dicendolo, si mette di fianco a me e con un espressione amorevole mi dice “Vuoi che ti liberi vero?” e dopo aver visto il movimento della mia testa che annuiva continua dicendo: “Vuoi una mano vero?”. “Si!”, rispondo questa volta alzando la voce ma emettendo un suono che sembra più di eccitazione che di supplica.
Allora lui sale sopra di me, mettendosi a cavalcioni sopra il mio stomaco e mostrandomi il suo membro duro a pochi centimetri dalla mia bocca: “Per questa volta sono gentile, visto che hai fatto la brava, te la darà la tua Eleonora, non arriva a sette centimetri e non ti farà tanto male”.
Io rimango stupita e rimango con la bocca semiaperta, quando la vedo entrare sorridente: ricambio il sorriso ma guardando le sue mani coperte da dei guanti in lattice azzurri che sta lubrificando capisco tutto: non faccio in tempo ad urlare che il membro mi entra in bocca arrivando fino alla gola per poi uscire e rientrare ad un ritmo incessante, mentre Eleonora mi penetra con la mano, entrando fino al polso, per poi muovere le dita e provocarmi un piacere che non avevo mai provato fino ad ora.
Minuti incessanti di estremo piacere, dove anche il mio membro comincia a colare di liquido seminale, mentre l’ondata che riempie la mia bocca quasi rischia di soffocarmi. Una volta ripulito, il master se ne va, così come tutto quelli presenti nella sala, e mentre Franco mi libera i polsi e le caviglie dai lucchetti e dalle catene, Eleonora toglie con delicatezza la sua mano dal mio fondo schiena.
Mi prendono sottobraccio, con le mie braccia che si aggrappano a fatica sulle loro spalle: sono troppo debole per camminare, sono troppo distrutta per riuscire metabolizzare quello che ho dovuto subire da quegli uomini e da Eleonora alla fine.
Mi caricano sul sedile posteriore, Franco va alla guida mentre Eleonora rimane dietro con me e mi abbraccia; mi abbraccia, mi accarezza e mi bacia come non ha mai fatto e continua a sussurrarmi “scusami”.
* * *
Mi risveglio, ci metto un po’ a capire dove sono, vedo solo la finestra aperta e il sole ormai alto nel cielo che illumina solo la base del letto matrimoniale dove sono sdraiata; cerco di muovere le coperte ma mi accorgo che ci sono loro, Eleonora alla mia sinistra e Franco alla mia destra.
“Ben svegliata, hai dormito quasi nove ore, sono le 14 passate” annuncia Franco.
“Scusami ancora per ieri Noemi, non succederà più”. E dandomi un bacio sulla guancia, si infila sotto le coperte mentre Franco abbandona la stanza; la sua mano scivola sul mio petto, sempre più in giù fino ad arrivare al mio membro, libero dalla gabbietta, lo accarezza e nota con piacere che inizia a diventare duro. Poi sale sopra di me, mi guarda negli occhi e con la voce più sensuale che io abbia mai sentito mi sussurra “Prendimi, sono tua!”.
Storie di femminilizzazione forzata, by Vale84cd – 16 maggio 2021
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