FEMINIZED STORIE vol.2

FEMINIZED STORIES vol.2

Ed eccolo qui! Il nuovo libro della Vale. - (clicca sulla scritta sopra per leggere l'articolo) - Ancora una raccolta di racconti sulla ...

giovedì 18 marzo 2021

Una giusta punizione

Femminilizzazione forzata intro: chi la fa l'aspetti

- Guarda come piagnucola ora, non è patetico Francesca?

- Si Delia, proprio come una femminuccia!

Si guardano e iniziano a ridere a crepapelle, poi si voltano verso di me e si inginocchiano posizionando i loro seni a pochi centimetri dalla mia faccia.

Io sono inginocchiato davanti a loro, con le gambe legate, le mani legate dietro la schiena e un nastro avvolto alla testa che mi sigilla totalmente la bocca.

- Come dici? Scusa? Vuoi che ti liberiamo?

Emetto solo dei mugugni incomprensibili, mentre loro si stanno prendendo gioco di me

- Mi sembra che abbia detto che vuole infilare la sua testa fra le tue tette!

- Se così vuole, lo accontento subito!”

Mi afferra per i capelli e mi preme il viso contro il suo seno, con il naso che affossa nella sua pelle e rimane senza respiro, lei preme, preme mentre io inizio ad agitarmi, col terrore di rimanere senza fiato, mentre qualcosa di viscido entra a fatica nel mio di dietro, provocandomi un dolore allucinante.

Mi tira indietro la testa e io paonazzo la guardo mentre accelero la respirazione per riprendermi dalla mancanza di aria: i suoi occhi verdi, le sue palpebre dipinte di viola, il suo rossetto rosa acceso e le sue unghie, rosse, che si avvicinano e mi afferrano il naso chiudendolo un’altra volta.

Tento di divincolarmi ma la sua presa è troppo ferrea ed a me mi stanno mancando le forze, mentre da dietro quella cosa mi viene spinta più in profondità, facendomi gemere dal dolore e da degli spasmi involontari, come brividi su tutto il corpo.

Quando la vista mi si sta per annebbiare, mi lascia il naso e mi appoggia con delicatezza a terra tenendomi per i capelli.

Respiro affannosamente,con le lacrime che mi rigano il viso ed emettendo un piagnucolio incessante.

- Da come piagnucola non sembra neanche vero che abbia violentato Giulia.

- Ma ora cosa pensi di fare Francesca?

- Ho già chiamato Miss Kristal, ci penserà lei a trasformarlo in una sissy. In meno di un mese non farà più del male a nessuna.

- Non mi sembra tanto d’accordo però!

Si girano verso si me, mentre con le ultime forze mi sto trascinando lontano da loro, cercando di scappare anche se legato così è una cosa priva di senso.

- Ma dove stai andando Sissy?

Due passi e mi afferra per i capelli rimettendomi in ginocchio.

- Non vuoi diventare una Sissy vero?

Me lo dice facendo degli occhioni dolci e sbattendo le palpebre.

Io scuoto la testa a destra e a sinistra in senso di negazione.

- Peccato! – E così dicendo mi mette una molletta sul naso bloccandomi di nuovo la respirazione.

- Tra un minuto passami il cellulare, devo avvisare Miss Kristal che la nuova aspirante Sissy non potrà venire. Cavolo, ora che mi stavi diventando simpatico!

Io comincio a dibattermi, a cercare di liberarmi, ma sono ormai sfinito e rassegnato alla mia fine, mi viene in mente tutto il male che ho fatto a quelle ragazze, perché, perché sono stato così cattivo con loro! Pensieri, pensieri sempre più confusi con la vista che inizia ad annebbiarsi e poi inizia a farsi sempre più nitida.

- Allora – dice Delia mostrando tra le mani la molletta aperta – Voi diventare una Sissy?

Chiudo gli occhi, sento che mi tagliano il nastro e mi liberano la bocca da quella morsa di plastica: respiro a pieni polmoni, non ho mai desiderato tanto quel senso di libertà e quel senso di vivere.

- Vuoi diventare una Sissy?

Apro gli occhi e dico: - Si, lo voglio!

- Ottimo, questo video mandalo subito a Miss Kristal, è praticamente come un contratto già firmato.

- Ecco fatto, mandato!

Ormai sono in trappola, rassegnato non dico più niente, mentre mi fissano un collare e lo agganciano con una catena di un metro al tubo del calorifero. Se se vanno, senza guardarmi, senza un saluto, la luce si spegne ed io aspetto solo la mia nuova vita.

 Storie di femminilizzazione forzata, by Vale84cd - 18 marzo 2021

domenica 7 marzo 2021

Sogno 2021-02-06 - parte terza

Morfeoland, 6 febbraio 2021 (I sogni di Lelly)

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Mi sarei aspettata che Alex fosse rimasto con me e invece: - Il dovere mi chiama, devo stare dentro al locale perché mi hanno obbligato a lavorarci.

Invece ho scoperto ben presto che era una scusa perché, nel sogno, non so come, riuscivo a vedere che si era nascosto dietro ad una tenda scura vicino all’ingresso del locale (scura per tutti ma non per me che vedevo il mio amico che mi squadrava).

Ed ecco iniziare la serata e gli ingressi con relativa spiegazione della mia funzione di “Lavagna umana”, e così sono iniziate le interminabili firme sulla mia pelle e i disegnini: ed esempio, mi son ritrovata con ben due cazzi dipinti sulle guance, uno dei quali con l’indicazione del percorso da seguire e la raffigurazione delle gocce di sperma che, secondo il genio dell’artista che l’ha disegnato, avrebbero dovuto spargersi per tutto il viso.

Qualcuno, senza troppi complimenti, si è tranquillamente permesso di alzarmi la il vestito e di scoprirmi le chiappe per decorarle, anche in quel caso col classico disegno del pisello.

E poi si sprecavano le firme e le frasi ad effetto quali:  "Succhia troia”, “Riempitemi tutta”, “Succhiacazzi”, ”Puttana” e cose così.

Credo di avere avuto tatuato addirittura un sole con al centro il buco del sedere opportunamente riempito e contornato di colore e i raggi che solcavano l’interno chiappe.

Non credevo che sta cosa potesse prendere tanto i clienti eppure si stavano divertendo e, entrando nel locale, si perdevano pure un sacco di tempo soprattutto se in gruppo, per decidere cosa scrivermi e come avrebbero potuto umiliarmi più degli altri venuti prima.

Un tipo si vedeva che era presissimo dalle mie gambe e dai piedi: inebetendomi tra solletichino, bacini e massaggini, è riuscito a portarsi a casa le calze e le scarpe che indossavo.

Un canuto signore uscendo dal locale, mentre ero accovacciata o in ginocchio, mi ha accarezzato il viso sporco di trucco e pennarello e ha cercato di premere con la sua mano sulla mia guancia come a voler cancellare le ingiurie di cui la mia faccia e tutto io mo corpo erano piene, poi mi ha chiesto di girarmi e di alzarmi il vestito e mi ha detto: - Signorina, posso? - Io credevo che volesse scrivere qualcosa e invece mi ha, delicatamente ma con fermezza, abbassato il perizoma fino a metà coscia, mi ha afferrato una natica per separarla dall’altra e mi ha infilato tra le chiappe un foglio dicendomi poi: - Stringa pure ora - poi se ne è andato.

Che fascino, che vuoto mi ha lasciato dopo quel breve ma intenso momento nel quale l’avrei seguito i ogni richiesta pur di sentirmi da lui considerato; sul foglio una poesia che mi ha emozionato: Quale? Non ricordo, ricordo solo l’immagine di qualche rigo steso come in versi e rime ma nemmeno una parola.

Ad un certo punto dietro la tenda non c’era più il mio amico, mi son sentita sola ma ancora non sapevo che sarebbe stato meglio così; eppure avvertivo che qualcosa dovesse accadere, una sensazione di insicurezza mi assaliva e, sentivo in lontananza, tra musica e confusione, un vociare inizialmente indistinto e poi sempre più chiaro.

Alex aveva abbandonato la tenda per andare al bar e probabilmente aveva bevuto troppo e: - Fatemi andare da lei, fatemi andare da lei! - Ripeteva, ma a fatica si reggeva in piedi.

Giunto vicino a me mi ha guardata e ha cominciato ad insultarmi urlando: - Eccola la protagonista della serata, la zoccola di tutti, quella che ha sempre fatto finta di fare il maschio e invece è una puttana come dicevano tutti dentro il locale stasera, si, la vacca di tutti!

- Ti piace il cazzo, vero?! Rispondimi! Ti piacciono tutti gli uccelli che si eccitano per te, vero?! Glielo avresti succhiato a tutti stasera?! Rispondimi bocchinara rispondimiiii!

Io non sapevo cosa fare, era fuori di sé e non sapevo cosa fare anche se ero molto spaventata. Non volevo contraddirlo per cui rispondevo che doveva calmarsi e che non era vero che avrei preso il pene dei clienti del locale in bocca.

E in quel momento, si è slacciatola patta dei pantaloni, ha tirato fuori l’uccello e...

Noooooo!

Ha iniziato a pisciare, a pisciarmi addosso…

Ero atterrita, incredula, inizialmente ho cercato di ripararmi con le mani e dicendo: - Che cazzo fai? Che caz… -  Poi le parole mi si sono bloccate nel nodo alla gola che mi era venuto perché ho intravisto, in quella scena, qualcosa che mi ha fatto sentire teneramente vicina al mio Alex.

Non appena ha finito di pisciarmi addosso, con la poca energia che gli era rimasta in corpo, mi ha detto: - Menti, menti e continui a mentire: sei una troia! - E poi è scoppiato in lacrime buttandosi per terra semi-sdraiato con la scena appoggiata in malo modo al muro in una posizione che, in modo eloquente, rappresentava sconforto e rassegnazione.

Io l’ho guardato con tenerezza per qualche minuto, poi, scalza e mezza nuda com’ero, mi sono liberata dal perizoma che mi cingeva le cosce e, ancora gocciolante qua e la di urina,mi sono avvicinata a lui, l’ho delicatamente accarezzato sul viso e mi sono avvicinata per donargli un bacio che lui ha corrisposto sussurrandomi, subito dopo: - Sai di piscio! - Suscitando in noi una risata complice di quelle che solo due Amici possono capire.

E così ho cercato di ripulirlo un po’ con l’unica cosa che mi sono ritrovata in mano in quel momento: il mio perizoma, e un’altra risatina ci ha avvicinato ancora di più.

Poi, ci siamo aiutati per risollevarci e rimetterci in piedi e ci siamo accompagnati a casa.

FINE!


mercoledì 3 marzo 2021

La gabbia

Femminilizzazione forzata intro: sembrava solo un gioco..

- Sei arrivata puntuale, prego accomodati.
- Grazie! - Solo un sorriso, sono un po' teso un effetti: per me si tratta di un'esperienza nuova, mi guardo intorno e vedo degli strani aggeggi, una parete con una rastrelliera piena di frustini, catene e manette e alla destra di un'enorme cassettiera con sopra uno specchio, un manichino di un uomo, tutto ricoperto da vestiti di pelle.
- Cos'è quello?
- Quello dici? È Giulio, sta li da due ore, penso di liberarlo stasera. Tranquilla che non vede e sente niente, guarda, te lo dimostro.
Si avvicina davanti a lui e a voce alta dice: - Giulio, copriti il pacco che sta arrivando un calcio.
Lui rimane immobile, nessun minimo movimento, la ginocchiata arriva forte e si sente solo un verso stranissimo con lui che piega le ginocchia; le braccia sono fissate a degli anelli che collegano i polsi con le cosce, chiusi da dei lucchetti, ed una catena tesa che arriva dal soffitto è fissata tramite un altro anello e lucchetto al suo collo; Giulio si ricompone, trema per qualche secondo e poi si rimette nella posizione iniziale.
- Hai visto che non sente niente?
- Ma perché è vestito così?
- A lui piace, io non giudico mai, assecondo soltanto.

Annuisco guardandolo ancora lì fermo immobile, con il solo movimento della pancia che mi fa intuire che li sotto c'è una persona, poi lei mi chiama, mi invita a seguirla nella camera da letto, ed io la seguo.
Una volta entrato mi invita a spogliarmi completamente. Eseguo, istintivamente con le mani copro il mio membro e divento un po' rossa; lei mi guarda, mi sorride e poi mi dice: - Infila questi!
Mi consegna un paio di collant a rete neri e mi invita ad indossarli: faccio un po' di fatica ma alla fine ci riesco. Poi si avvicina a me con un corsetto nero di pelle che mi lega attorno ai fianchi.
- Va che stringo un po', poi respirerai solo col diaframma, intesi.
- Si! -
Rispondo mentre mi sta già mancando il fiato ancora prima che mi stringe i lacci, stringe forte aiutandosi con un ginocchio che mi punta dietro la schiena. Stringe e stringe ancora fino a che, contenta, esulta con un - Va che per profilo da vespa.
E in effetti posta davanti allo specchio, il corpo è modellato all'inverosimile; faccio dei piccoli movimenti circolari per vedere come il mio corpo risulti incredibilmente snello e una volta che mi volto verso di lei, Serena mi applica il rossetto sulle labbra.
- Per cominciare va bene così!
- Incominciare cosa?

Mi prende la mano destra e me la sposta dietro la schiena, un movimento fulmineo culminato da due clic delle manette che mi applica ai polsi ed un altro clic del lucchetto che me le blocca al bustino dietro la schiena.
Prendendomi per l'avambraccio destro, mi riporta in sala fino a posizionarmi davanti a Giulio; mi costringe ad abbassarmi e inginocchiarmi davanti a lui, davanti a quello che presumo essere il suo membro.
Con una mano fa saltare i due automatici posti li davanti a mo di sportellino, liberando il suo membro moscio.
- Prendilo in bocca su.
- Ma io non sono venuta per questo!
- Prendilo in bocca ti dico.
- No, non mi piace questo gioco.

Non faccio a tempo a dire altro che mi afferra la mascella e me la spinge contro il membro di Giulio che inizia a rianimarsi, con pollice e indice mi preme sulle guance facendomi aprire leggermente la bocca e il membro mi entra dentro senza che io riesca ad opporre resistenza.
Sento, o penso di sentire un grugnito di piacere da parte di Giulio, mentre Serena, afferrandomi i capelli poco sopra la nuca, mi spinge con forza la testa verso il membro, che sta acquistando sempre più volume. Una decina di colpi con il suo membro che urta la mia gola e poi tirandomi i capelli all'indietro mi butta sul pavimento, facendomi cadere di schiena con le gambe aperte.
- Toglimi queste manette, subito!
La guardo di storto, con in mio volto che si deforma in una smorfia di sofferenza quando un calcio ben assestato colpisce le mie parti intime.
- Prova a dire qualcosa se ci riesci!
E posandosi su di me, tira fuori una gag ball nera che mi fissa sulla nuca e mi lascia con la bocca aperta ma incapace di parlare, se non di emettere suoni incomprensibili.
- Divertitevi ora!
Lo dice mentre, avvicinandosi a Giulio, gli apre i tre lucchetti che fissavano i polsi e la catena al collo.
Con terrore e immobilizzata per terra, vedo che dopo essersi tolto i guanti di pelle, toglie la maschera che ha sulla testa: ne esce un ragazzo sulla ventina coi capelli biondi ed occhi verdi, che mi guarda, mi squadra e si mette a ridere, mentre si toglie tutti gli indumenti rimanendo nudo davanti a me.
Io indietreggio trascinandomi per terra verso la porta che da verso la sala, mentre lui mi raggiunge rapidamente e mi blocca i piedi con un paio di cavigliere collegate da una catena di 10 centimetri; mentre cerco di divincolarmi, mi stringe al collo un collare e una volta che mi ha alzata, lo collega ad un moschettone che pende dal soffitto.
Io mi agito, tento di liberarmi, ma Giulio aziona una carrucola che alzandomi, arriva fino a farmi rimanere in equilibrio sulle punte dei piedi: il mio terrore aumenta quando con parole severe mi dice: - continua e ti lascio appesa fino a che non soffochi. Ti piace l'idea?
Farfuglio un no confuso ed allora lui mi cala di qualche centimetro fino a che non appoggio i talloni a terra.
Lui gira intorno a me, mi squadra e mi dice: - visto che ti è piaciuto il mio membro dal davanti, che ne dici di prenderlo dal di dietro?
Io urlo ancora un no soffocato ed allora lui, con la faccia un po' triste, mi guarda e mi dice: - ok, faremo in un altro modo.
Cala altre tre catene dal soffitto che mi aggancia con dei moschettoni, a degli anelli posti sul retro del corsetto e sulle caviglie, facendomi assumere una posizione da seduta anche se sospesa ad un metro da terra.
Poi sparisce alla mia vista passandomi dietro e riappare con un marchingegno che pone praticamente sotto il mio sedere; cerco di muovermi per vederlo, ma è fuori dalla mia portata visiva. Qualche minuto dove sento solo un ronzio e poi qualcosa di viscido punta sul buco del mio ano ed inizia ad entrare; entra qualche centimetro e Giulio esclama: - questo è il punto di inizio! - poi lo infila dentro una decina di centimetri ed esclama: - e questo è il punto di arrivo.
Poi tutto si ferma, sento solo il rumore dei miei battiti che aumenta, un ronzio sempre maggiore e poi quel corpo estraneo che inizia ad uscire ed entrare nel mio buco, dapprima lentamente, poi sempre più velocemente.
Inizio a gemere, inizialmente dal dolore e poi sempre più travolta dal piacere, Giulio con le unghie mi graffia sulle cosce e sui polpacci facendomi sussultare e rendendo la penetrazione più veemente. Mi toglie la catenella alle caviglie e mi allarga le gambe quasi in una spaccata: questo fa abbassare di qualche centimetro il mio bacino e il dildo che mi sta penetrando entra ancora più in profondità, facendomi urlare di piacere.
Poi avvicina la sua mano al mio membro, lo sfiora, la mia eccitazione sale ancora di più, lo guardo e con gli occhi lo invito a prenderlo in mano, a masturbarmi, ma lui, dopo un dolce sorriso, si allontana, spegne il meccanismo, mi sfila il dildo dal posteriore e facendo leva su un pulsante, mi cala fino a toccare terra.
Io lo guardo stranita con la tristezza per aver interrotto quel vorticoso piacere, mentre lui mi toglie anche i lucchetti, le catene alle mani e alle caviglie ed mi aiuta ad alzarmi; lo seguo per la stanza fino alla porta di ingresso, la apre e davanti a noi compare Serena che mi sorride con al suo fianco, un carrellino che sorregge una gabbia di ferro, di un metro per un metro, con lo sportello sopra aperto.
- Dentro! - mi dice in modo perentorio, mentre in meno di un secondo Giulio mi solleva e mi fa entrare dentro con le gambe inginocchiate, per poi spingermi con la sua mano sulla schiena e imprigionarmi li dentro.
Avendo ancora la gag ball farfuglio qualcosa, mentre entriamo in ascensore, scendiamo non so di quanti piani e poi ci fermiamo. 

Le porte si aprono, mi spingono verso un lato della stanza, e mi coprono con un telo nero. Prima che questo mi avvolge nella penombra, faccio appena in tempo a vedere qualcuno legato al tavolo con delle catene, e poi urla, urla che mi entrano dentro e mi fanno tremare di paura.
 
Storie di femminilizzazione forzata, by Vale84cd - 1 marzo 2021