FEMINIZED STORIE vol.2

FEMINIZED STORIES vol.2

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mercoledì 3 marzo 2021

La gabbia

Femminilizzazione forzata intro: sembrava solo un gioco..

- Sei arrivata puntuale, prego accomodati.
- Grazie! - Solo un sorriso, sono un po' teso un effetti: per me si tratta di un'esperienza nuova, mi guardo intorno e vedo degli strani aggeggi, una parete con una rastrelliera piena di frustini, catene e manette e alla destra di un'enorme cassettiera con sopra uno specchio, un manichino di un uomo, tutto ricoperto da vestiti di pelle.
- Cos'è quello?
- Quello dici? È Giulio, sta li da due ore, penso di liberarlo stasera. Tranquilla che non vede e sente niente, guarda, te lo dimostro.
Si avvicina davanti a lui e a voce alta dice: - Giulio, copriti il pacco che sta arrivando un calcio.
Lui rimane immobile, nessun minimo movimento, la ginocchiata arriva forte e si sente solo un verso stranissimo con lui che piega le ginocchia; le braccia sono fissate a degli anelli che collegano i polsi con le cosce, chiusi da dei lucchetti, ed una catena tesa che arriva dal soffitto è fissata tramite un altro anello e lucchetto al suo collo; Giulio si ricompone, trema per qualche secondo e poi si rimette nella posizione iniziale.
- Hai visto che non sente niente?
- Ma perché è vestito così?
- A lui piace, io non giudico mai, assecondo soltanto.

Annuisco guardandolo ancora lì fermo immobile, con il solo movimento della pancia che mi fa intuire che li sotto c'è una persona, poi lei mi chiama, mi invita a seguirla nella camera da letto, ed io la seguo.
Una volta entrato mi invita a spogliarmi completamente. Eseguo, istintivamente con le mani copro il mio membro e divento un po' rossa; lei mi guarda, mi sorride e poi mi dice: - Infila questi!
Mi consegna un paio di collant a rete neri e mi invita ad indossarli: faccio un po' di fatica ma alla fine ci riesco. Poi si avvicina a me con un corsetto nero di pelle che mi lega attorno ai fianchi.
- Va che stringo un po', poi respirerai solo col diaframma, intesi.
- Si! -
Rispondo mentre mi sta già mancando il fiato ancora prima che mi stringe i lacci, stringe forte aiutandosi con un ginocchio che mi punta dietro la schiena. Stringe e stringe ancora fino a che, contenta, esulta con un - Va che per profilo da vespa.
E in effetti posta davanti allo specchio, il corpo è modellato all'inverosimile; faccio dei piccoli movimenti circolari per vedere come il mio corpo risulti incredibilmente snello e una volta che mi volto verso di lei, Serena mi applica il rossetto sulle labbra.
- Per cominciare va bene così!
- Incominciare cosa?

Mi prende la mano destra e me la sposta dietro la schiena, un movimento fulmineo culminato da due clic delle manette che mi applica ai polsi ed un altro clic del lucchetto che me le blocca al bustino dietro la schiena.
Prendendomi per l'avambraccio destro, mi riporta in sala fino a posizionarmi davanti a Giulio; mi costringe ad abbassarmi e inginocchiarmi davanti a lui, davanti a quello che presumo essere il suo membro.
Con una mano fa saltare i due automatici posti li davanti a mo di sportellino, liberando il suo membro moscio.
- Prendilo in bocca su.
- Ma io non sono venuta per questo!
- Prendilo in bocca ti dico.
- No, non mi piace questo gioco.

Non faccio a tempo a dire altro che mi afferra la mascella e me la spinge contro il membro di Giulio che inizia a rianimarsi, con pollice e indice mi preme sulle guance facendomi aprire leggermente la bocca e il membro mi entra dentro senza che io riesca ad opporre resistenza.
Sento, o penso di sentire un grugnito di piacere da parte di Giulio, mentre Serena, afferrandomi i capelli poco sopra la nuca, mi spinge con forza la testa verso il membro, che sta acquistando sempre più volume. Una decina di colpi con il suo membro che urta la mia gola e poi tirandomi i capelli all'indietro mi butta sul pavimento, facendomi cadere di schiena con le gambe aperte.
- Toglimi queste manette, subito!
La guardo di storto, con in mio volto che si deforma in una smorfia di sofferenza quando un calcio ben assestato colpisce le mie parti intime.
- Prova a dire qualcosa se ci riesci!
E posandosi su di me, tira fuori una gag ball nera che mi fissa sulla nuca e mi lascia con la bocca aperta ma incapace di parlare, se non di emettere suoni incomprensibili.
- Divertitevi ora!
Lo dice mentre, avvicinandosi a Giulio, gli apre i tre lucchetti che fissavano i polsi e la catena al collo.
Con terrore e immobilizzata per terra, vedo che dopo essersi tolto i guanti di pelle, toglie la maschera che ha sulla testa: ne esce un ragazzo sulla ventina coi capelli biondi ed occhi verdi, che mi guarda, mi squadra e si mette a ridere, mentre si toglie tutti gli indumenti rimanendo nudo davanti a me.
Io indietreggio trascinandomi per terra verso la porta che da verso la sala, mentre lui mi raggiunge rapidamente e mi blocca i piedi con un paio di cavigliere collegate da una catena di 10 centimetri; mentre cerco di divincolarmi, mi stringe al collo un collare e una volta che mi ha alzata, lo collega ad un moschettone che pende dal soffitto.
Io mi agito, tento di liberarmi, ma Giulio aziona una carrucola che alzandomi, arriva fino a farmi rimanere in equilibrio sulle punte dei piedi: il mio terrore aumenta quando con parole severe mi dice: - continua e ti lascio appesa fino a che non soffochi. Ti piace l'idea?
Farfuglio un no confuso ed allora lui mi cala di qualche centimetro fino a che non appoggio i talloni a terra.
Lui gira intorno a me, mi squadra e mi dice: - visto che ti è piaciuto il mio membro dal davanti, che ne dici di prenderlo dal di dietro?
Io urlo ancora un no soffocato ed allora lui, con la faccia un po' triste, mi guarda e mi dice: - ok, faremo in un altro modo.
Cala altre tre catene dal soffitto che mi aggancia con dei moschettoni, a degli anelli posti sul retro del corsetto e sulle caviglie, facendomi assumere una posizione da seduta anche se sospesa ad un metro da terra.
Poi sparisce alla mia vista passandomi dietro e riappare con un marchingegno che pone praticamente sotto il mio sedere; cerco di muovermi per vederlo, ma è fuori dalla mia portata visiva. Qualche minuto dove sento solo un ronzio e poi qualcosa di viscido punta sul buco del mio ano ed inizia ad entrare; entra qualche centimetro e Giulio esclama: - questo è il punto di inizio! - poi lo infila dentro una decina di centimetri ed esclama: - e questo è il punto di arrivo.
Poi tutto si ferma, sento solo il rumore dei miei battiti che aumenta, un ronzio sempre maggiore e poi quel corpo estraneo che inizia ad uscire ed entrare nel mio buco, dapprima lentamente, poi sempre più velocemente.
Inizio a gemere, inizialmente dal dolore e poi sempre più travolta dal piacere, Giulio con le unghie mi graffia sulle cosce e sui polpacci facendomi sussultare e rendendo la penetrazione più veemente. Mi toglie la catenella alle caviglie e mi allarga le gambe quasi in una spaccata: questo fa abbassare di qualche centimetro il mio bacino e il dildo che mi sta penetrando entra ancora più in profondità, facendomi urlare di piacere.
Poi avvicina la sua mano al mio membro, lo sfiora, la mia eccitazione sale ancora di più, lo guardo e con gli occhi lo invito a prenderlo in mano, a masturbarmi, ma lui, dopo un dolce sorriso, si allontana, spegne il meccanismo, mi sfila il dildo dal posteriore e facendo leva su un pulsante, mi cala fino a toccare terra.
Io lo guardo stranita con la tristezza per aver interrotto quel vorticoso piacere, mentre lui mi toglie anche i lucchetti, le catene alle mani e alle caviglie ed mi aiuta ad alzarmi; lo seguo per la stanza fino alla porta di ingresso, la apre e davanti a noi compare Serena che mi sorride con al suo fianco, un carrellino che sorregge una gabbia di ferro, di un metro per un metro, con lo sportello sopra aperto.
- Dentro! - mi dice in modo perentorio, mentre in meno di un secondo Giulio mi solleva e mi fa entrare dentro con le gambe inginocchiate, per poi spingermi con la sua mano sulla schiena e imprigionarmi li dentro.
Avendo ancora la gag ball farfuglio qualcosa, mentre entriamo in ascensore, scendiamo non so di quanti piani e poi ci fermiamo. 

Le porte si aprono, mi spingono verso un lato della stanza, e mi coprono con un telo nero. Prima che questo mi avvolge nella penombra, faccio appena in tempo a vedere qualcuno legato al tavolo con delle catene, e poi urla, urla che mi entrano dentro e mi fanno tremare di paura.
 
Storie di femminilizzazione forzata, by Vale84cd - 1 marzo 2021

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