FEMINIZED STORIE vol.2

FEMINIZED STORIES vol.2

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domenica 21 febbraio 2021

Sogno 2021-02-06 - parte seconda

Morfeoland, 6 febbraio 2021 (I sogni di Lelly)

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Bla…bla…bla…una voce sempre più presente, ancora carica di ansia ma più sicura di trovare la mia approvazione, riaffiora palesandosi ai miei sensi.

Ero davanti ad Alex e il fumo scenico si diradava con noi due che, seduti al tavolo, stavamo parlando e la sua voce diceva “Ora capisci che io devo trovare una trav che faccia sta cosa all’ingresso del locale altrimenti il titolare non so cosa potrebbe farmi”

Ero stordita, mentre Alex parlava io ero immersa nel sogno e quindi non capivo benissimo ma ho afferrato due notizie su debiti che si sarebbero azzerati dopo un piacere che avrebbe dovuto fare a qualcuno… quel piacere avrebbe dovuto riguardare l’ingaggio di una trav per accogliere i clienti del locale in una serata in maschera.

Che cavolo di sogno stavo facendo? La banalità in chiave onirica!

Ehm ehm…non proprio direi dati gli sviluppi…

Ho detto: “Si Alex capisco e, se tu fossi costretta a restituire il debito, ti aiuterei anche un po’ ma…con questa richiesta io come potrei darti una mano? Dovresti attivarti per sentire una delle tue trav”.

Lui, con enfasi mi ha risposto “Già fatto ma nessuna vuole…e tu amico mio hai l’occasione di darmi non solo la mano ma tutto il corpo”!

L’OCCASIONE…FA L’UOMO FROCIO!

Ah ah ah…fa riderissimo e… nel sogno è uscita a caratteri cubitali sto titolo come a preannunciare un capitolo del film onirico che si stava svolgendo…

“Ehi Alex ma che cazzo dici?” Non sono mai volgare e quando utilizzo espressioni di un certo tipo con una certa veemenza è perché la situazione è veramente fuori dalla normalità…

E lui, con una calma che sembrava assopire tutta l’ansia che mostrava nel dialogo precedente, mi ha risposto: “ Vedi Amico mio…che forse potrei chiamarti Amica lo so da tempo e forse questa potrebbe essere, per te, l’occasione di uscire un po’ allo scoperto”

Che liberazione, sentivo i fuochi d’artificio scoppiarmi dentro!!!

“Si…si…si…” avevo le lacrime che mi solcavano il viso in rivoli che si alimentavano da una fonte chiusa e tappata e soffocata per anni e anni e…

Alex si è proposto per un abbraccio che è stato spontaneo da parte mia ricambiare e finalmente potevo toccarlo mentre lui sapeva cosa ero davvero.

Ma non sentivo cose troppo spinte, sentivo solo calore, tanto calore e sentivo il cuore!!!

Ho sognato due secondi per i successivi trenta? Quaranta minuti?

Era tutto un rossore, sorriso, tamburo in petto, emozione a mille, cose che non riesco a rendere bene nella concretezza del racconto (non che non si possa fare ma io non ne sono capace: è stata troppa emozione per me e non ce la faccio a rinchiuderla in un foglio.)

Stavamo conversando col mio sguardo che solo per pochi attimi riusciva a sostenere il suo: l’imbarazzo mi stava divorando! Ma sorridevamo e ci scambiavamo battute e quindi stava andando bene.

Poi ad un certo punto (e qui riprende il sogno con modalità temporale reale)

Alex mi ha rivelato che le altre trav non si sono prestate a ricevere gli ospiti alla festa perché, mi ha detto, "quelle che conosco io sono molto belle e curate e non riescono a farsi fare quello che è stato loro chiesto ovvero di..."

"di?"

"di?"


"di farsi marchiare con una sigla, una frase, un segno da parte di ogni persona che entri nel locale; si, questa è la richiesta stramba, ma anche divertente e originale se ci pensi. Ci sarà un pennarello e il proprietario ha pensato di dare come una lavagna su cui esprimersi sia all’ingresso sia all’uscita così, per fare una cosa diversa in fondo alla gente piace potersi esprimere e lasciare frasi ad effetto solo che ha anche pensato che una lavagna in carne ed ossa potrebbe essere più gradita e anche strana e quindi adatta per la festa”

Accalappiata!... eh si mi sono sentita accalappiata: avrei mai potuto rifiutarmi dopo che finalmente il mio amico più caro mi aveva scovato nella mia più recondita intimità?!

Ho accettato e, preparativi immediati come se la sera della festa fosse arrivata in un lampo: una depilazione meticolosa e, a tratti, imbarazzante fatta da due femmine attempate che ridacchiavano vedendo che il mio cosino non si induriva nemmeno mentre me lo toccavano per ripulirlo dalla peluria: in realtà mi sono accorta che mentre me lo maneggiavano accennava ad iniziare l’erezione ma poi l’imbarazzo della situazione e la ridotta attrazione verso il genere femminile smorzavano subito l’effetto e provocavano la risatina delle signore e il conseguente rossore della vergogna sul mio volto.

Una cura del corpo completa e mai ricevuta in quel modo: depilazione, sauna, massaggi, creme, manicure e pedicure con smalto rosso troia sia per le unghie delle mani sia per le unghie dei piedi.

Ero rilassata e mi sentivo come una marionetta che si faceva guidare dai fili del piacere ricevuto, leggera come in realtà non lo sono data la mia possente mole.

Un pomeriggio per trucco e parrucco e scelta dell’abito: in realtà, addosso mi avrebbero messo poche cose perché era importante liberare in poco tempo spazi di corpo dove i clienti potessero scrivere: un perizoma semplice a pois rosa, un tubino con spalline sottili, delle scarpe aperte con tacco alto.

Ho detto avrebbero perché dopo avermi pulita e truccata mi hanno dato solo un perizoma femminile nero che ho subito infilato guardandomi anche allo specchio come fosse una situazione intima in casa mia e poi un cappotto che io ho indossato quando mi hanno chiesto di uscire.

"Veloce, esci che il capo ti vuole vedere! Dai, muoviti, metti quello che c’è e poi finirai di vestirti”

Così mi sono trovata praticamente nuda e coperta solo da un cappottino e pure senza scarpe ma con delle infradito: però ero innegabilmente femmina, anzi ero innegabilmente una travestita e nessuno poteva metterlo in dubbio.

Mi sono ritrovata in un elegante spazio, come in una hall di un albergo con tutte le persone schierate, almeno una trentina tra donne e uomini (alcuni li avevo visti prima e avevano provveduto alla mia cura, altri erano nuovi), come se attendessero qualcuno al quale mostrare il trofeo che dovevo essere io per ricevere il giudizio sul lavoro fatto su di me.

Si, aspettavano il capo, il proprietario del locale per il quale ero stata agghindata in quella maniera.

Non appena è arrivato è stato tutto un coro scomposto di “Buonasera", sorrisi reverenziali, inchini, "Buonasera signori”

Si, salutavano sia il proprietario, sia la persona che lo accompagnava che altri non era se non Alex.

Alex, con fare sicuro e deciso, dopo aver risposto ai saluti, ha preso la parola e con ossequiosi gesti ha invitato il capo ad ammirare il lavoro fatto: in quel momento sentivo di capire che, con tutta l’enfasi che non avrei mai voluto, la scena si spostava all’improvviso su di me e:

"Dai, togliti il cappotto, fai vedere al dottore come sei fatta!”


Si, al dottore! Ma c’era un sacco di gente.

Di che colore ero diventata in viso? Rossa, bordeaux, ma forse anche verde o blu, o non lo so ma era una situazione insolita e mi sentivo sprofondare ma ero anche impossibilitata a rifiutare.

Mi son sentita costretta ad ubbidire e questo mi ha aiutata a fare le cose che mi venivano dette, perché, per scelta mia non le avrei certamente mai fatte, anche se, in fondo non mi dispiacevano per nulla!!!

E così via il cappotto e sono rimasta mezza nuda in balia dello sguardo di tutti cercando di abbracciarmi da sola con le mie braccia che coprivano nulla ma mi veniva spontaneo starmene così.

Almeno fino a quando ho sentito il capo dire: “Bella, bella rotonda, c’è tanto spazio dove scrivere, molto bene!”, e poi: "Via anche le mutande!”

Non ce la facevo a sfilarmi anche quelle, mi sentivo bloccata e sentivo lo sguardo di tutti su di me: anche se in quel momento avevo ancora il perizoma addosso sentivo gli sguardi e i commenti e mi pareva di avvertire anche i pensieri delle persone presenti non appena l’avessi tolto e fossi rimasta tutta nuda in mezzo a loro.

Nessun problema per la mia titubanza, nemmeno il tempo di accorgersi dell’intoppo che non ha fatto altro che aumentare solo il mio livello di imbarazzo.

La voce del capo: “Qualcuno le vuole togliere ste cazzo di mutande? O devo farlo io?!”

Subito un cameriere mi si avvicina e provvede a sfilarmi il perizoma ma lo fa rimanendo davanti a me e, abbassandosi per sfilarmelo dai piedi, si è ritrovato, mio e suo malgrado (o forse l’ha fatto appositamente? Ma non credo, non mi sembrava gay), col mio pisello davanti al viso.

Un pisello che si era, in maniera molto vistosa, attivato e che, oltre ad oscillare davanti alla faccia del cameriere, dava spettacolo anche per tutti i presenti.

Ecco che si stava palesando l’umiliazione più umiliante: tutta nuda, truccata da femmina mentre mettevo in mostra una bella erezione davanti a decine di persone che mi guardavano, probabilmente allibite e increduli.

“Bel cetriolo, complimenti mia cara” mi ha subito detto il capo non nascondendo un sorriso malizioso e rivolgendosi poi ai suoi dipendenti a chiedere “Non trovate che la signora abbia un cetriolo di tutto rispetto?”

Risata generale e qualche commento ad oc “Si, un cazzo da mandingo, un mattarello da casalinga” e anche “attento Steve (era il nome del cameriere, chissà perché sto nome? Ah ah ah che sogni!!!), se te lo mette in bocca rimani stupito per qualche mese” (grande battuta!..ah ah ah…essendo grosso, il coso, lascerebbe il cameriere con la bocca a forma di O come quando ci si stupisce!)

Poi silenzio e i passi del capo che si avvicina e, inizia a guardarmi meticolosamente e accenna anche a qualche tocco.

Uuuhhhh, ero già eccitata per la situazione quando mi sentivo toccare dalle sue mani così maschie. Mmm, mi sentivo costretta a mordermi le labbra e sentivo che le stavo mordendo troppo forte ma non sapevo cosa altro fare per controllare le mie pulsioni.

Uomo alto poco meno di me, elegante, barba corta ma presente, fare da duro e spigliato, un fascino incredibile: gli sarei saltata al collo in un abbraccio così tutta nuda com’ero e, in quel momento, sentivo che avrei voluto annusarlo tutto, si, anche solo annusarlo ma almeno quello.

E invece potevo solo avvertire il suo odore mentre si spostava aggirandomi per guardarmi in ogni spazio, ogni spazio del mio corpo, compreso il buchino del culetto.

L’imbarazzo di sentirmi protagonista col pubblico che mi guardava mentre mi facevo esplorare tra le chiappe è stato incredibile: forse la cosa che mi ha fatto maggiormente vergognare insieme a quella del pisello dondolante.

Di tanto in tanto davo uno sguardo ad Alex e mi eccitavo ancora di più anche se mi sentivo umiliata come a dire "Guarda Alex! Ecco qui il tuo Amico, anzi, la tua Amica che chissà cosa avrebbe fatto pur di averti tra le braccia e, come vedi, guarda cosa sta facendo pur di salvarti, questo è puro affetto ed è tutto per te.

Però, caro Alex, stai anche vedendo che sono pure una zoccola di mio e mi piace che mi guardino come una travestita.

“OK, potete vestirla, perizoma, quello rosa, e vestito nero!” Ha detto il capo.

E così mi sono ritrovata con una flotta di cameriere che sono venute subito a vestirmi e in dieci minuti ero pronta!

Uscita stile star del cinema e salita su un’elegante auto nera mentre un lacchè mi apriva lo sportello del sedile posteriore.

E poi subito dentro il locale (magia dei sogni…un attimo sei qui e un istante dopo là…come nei film)

---> CONTINUA...

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