FEMINIZED STORIE vol.2

FEMINIZED STORIES vol.2

Ed eccolo qui! Il nuovo libro della Vale. - (clicca sulla scritta sopra per leggere l'articolo) - Ancora una raccolta di racconti sulla ...

domenica 14 febbraio 2021

Valentine's day

Femminilizzazione forzata intro: San Valentino che sorpresa mi riserverà?

Sono un po' agitato, lo ammetto: continuo a guardare l'orologio e i numerini dei minuti (si, mai avuto un orologio con le lancette) sembrano cambiare molto lentamente.

Do un'occhiata al forno, dove c'è l'arrosto che sta cuocendo lentamente, il ragù di carne è già pronto sui fornelli, l’acqua sta per bollire e manca solo il buttare la pasta quando lei arriverà.

"Non messaggiarmi, sarò puntuale!" Mi aveva detto ieri a notte inoltrata, ed io ho eseguito ma ora sono assalito da una moltitudine di dubbi: "Si sarà ricordata?" "Mi tirerà il bidone?" ed altri pensieri ancora più fantasiosi.

Riguardo per l'ultima volta l'orologio, 18.59.55, conto i secondi mentalmente, 56, 57,58, 59.... driiin!

Sobbalzo! Rispondo al citofono.

"Sono stata puntuale?"

"Al secondo! Sali pure, terzo piano a destra".

Apro subito la porta ed aspetto che arrivi al piano l'ascensore, sento il motore che di mette in movimento, meno di un minuto, mi sudano le mani, me le asciugo sfregandole sul retro dei pantaloni, e poi le porte si aprono, esce, tubino azzurro che le lambisce le ginocchia, una spalla scoperta e il vestito che a stento contiene il suo seno, calze a rete nere e tacchi a spillo color argento.

Avanza verso di me, sono emozionatissimo, le prendo la mano smaltata di rosa pastello e le do un tenero bacio, la guardo, arrossisco un po', lei portandosi l'altra mano davanti alla bocca fa un timido sorriso. Entra, scambiamo qualche parola mentre andiamo in cucina. L’acqua bolle, butto la pasta e tra una chiacchiera e l’altra mi aiuta ad impiattare quando la pasta è cotta; mangiamo tutto accompagnando il cibo con il prosecco, e una volta sistemata la tavola (rifiutando il suo aiuto), ed aver messo le vettovaglie nella lavastoviglie la raggiungo sul divano dove sta facendo zapping sulla televisione.

Prendo il telecomando e la spengo, poi dico ad Alexa: - riproduci lista 3 - , e parte il brano dei Linkin Park, Valentine's Day.

- È un po' triste, lo so! - Non ho bisogno di alzare il braccio e farlo passare intorno al suo collo, lei si avvicina a me e mi avvolge con le sue braccia appoggiando la testa sul mio petto. Sente i miei battiti accelerati, e allora mi stringe stretto.

Finita la canzone si ricompone, mi guarda e mi dice: - apriamo i regalini così continuiamo?

- Ok! - Faccio io; prima scarta il mio, apre il cofanetto e con un volto entusiasta mi dice: - ma sono bellissimi! - Tirando fuori i braccialetti in argento con un cuoricino rosso (il suo) e un cuoricino blu (il mio). Lo vuole indossare subito e mettermi il mio al polso, mi da un bacio sulla bocca e poi prendendo un sacchetto dal fianco del divano mi dice: - ora apri i tuoi.

È un pacchetto abbastanza grande, quasi come una scatola delle scarpe, sono curioso, sfilo il nastro e tolgo la carta argentata dell’imballo, per poi sollevare il coperchio.

C’è qualcosa coperto con la carta velina, la scosto, vedo qualcosa ma non credo di capire bene, infilo la mano e sollevo quel capo di abbigliamento: è un completino intimo, quasi fosse un costume ad un pezzo, ma di pizzo rosso, con seni rinforzati; la guardo con la faccia stranita, mentre lei mi incalza dicendo: - dai apri il resto! – Ancora dubbioso posto quel capo femminile sul cuscino e tolgo un altro strato di carta velina e compare un pacchetto con un paio di calze autoreggenti a rete, col bordino di pizzo, sempre rosse. Senza guardarla poso anche questo pacchetto e infilo con curiosità le mani nella scatola: tocco qualcosa di liscio, faccio scorrere la punta delle dita, ne sento la forma, avendo ormai capito cosa mi trovo davanti, estraggo le due scarpe col tacco a spillo, le fisso imbambolato non capendo il significato di questi regali indirizzati a me.

Quasi non mi accorgo che Giovanna si è sfilata il tubino proprio davanti a me e ha indosso un completino intimo, uguale a quello che ho trovato nel pacco, ma di colore nero.

- Su non fare la timida Valentina! Come per i braccialetti, mettiti su i vestiti che ho io. – Io la guardo allibita: mi ha davvero chiamato al femminile? Non faccio neanche tempo a risponderle che lei mi sfila maglione camicia e canottiera, per poi passare alla parte inferiore; con uno stato di impotenza e confusione la lascio fare e guardo con quale grazia mi infila le autoreggenti, il completino intimo e infine le scarpe, come se fosse il principe che mette la scarpetta a Cenerentola.

Mentre sono ancora intontito, si siede al mio fianco, posiziona le sue gambe sopra le mie ginocchia e tirando fuori una boccettina di smalto rosa pastello, mi prende una mano ed inizia ad applicarmelo.

- Ma Giovanna cosa significa questo? -  Lei continuando nella sua opera e prendendomi anche l’altra mano mi dice: - Tra poco meno di un’ora festeggeremo il tuo onomastico, non sei contenta? – Ma cosa stai dicendo? – rispondo mentre prendendo una trousse, inizia a mettermi dell’ombretto sulle palpebre. – Sei proprio bella Valentina, sai? – Non mi risponde, va avanti per la sua strada e io mi blocco, non riesco a risponderle, a reagire, ad impedire di truccarmi come una donna. – Per ora più bastare, ora infilati questo che io ti sistemo la parrucca! – Mi indica un tubino identico al suo ma di colore rosso, lo prendo tra le mani, accarezzo il tessuto morbido e poi inizio ad infilarlo meccanicamente mentre lei mi sistema la parrucca.

- Dai usciamo, andiamo a divertirci! – E senza riuscire anche questa volta a dire nulla, vengo trascinato fuori dalla porta di casa; chiudo a chiave e giù con l’ascensore, barcollo un po’ sui tacchi, all’apertura del portone vengo assalita dall’aria fredda che si insinua tra le calze e sotto il tubino; un centinaio di passi ed ecco la sua macchina, mi apre la portiera e mi fa salire, ci dirigiamo verso la periferia dalle città, parcheggio, scendiamo, passo sotto l’insegna del locale che troppe volte ho frequentato. Entriamo, paghiamo l’ingresso e poi percorriamo il corridoio che ci porta nel salone principale; quasi arrivati a destinazione si ferma, mi stringe la mano e poi entrando nelle porta alla sua sinistra, mi tira verso di se.

Io la guardo e le dico, quasi supplicando: - No qui no! –

- Sssshhhh! – come sua risposta, passiamo in quel corridoio semibuio, pieni di ragazzi e uomini che aspettano il loro turno, più di uno infila la sua mano sotto il tubino accarezzando il mio sedere, quando lei volutamente si ferma; quei contatti mi fanno trasalire ma in un certo senso iniziano a piacermi; le stringo la mano ma lei mi sussurra – Rilassati, ok? – 

Non capisco cosa voglia dire quella frase, quando aprendo una porta entriamo in una stanza vuota: lei si volta e mi da un bacio appassionato, cercando la mia lingua con la sua; io mi sciolgo e la abbraccio, prendendo le sue natiche e stringo a me, col mio membro in erezione che si appoggia contro il suo pube.

Spostando le sue mani in basso, prende le mie e le allontana, allontanandosi anche con la bocca: - Sei proprio bellissima stasera, divertiti Valentina e buon onomastico! – Ancora imbambolato dal bacio ricevuto, la vedo allontanarsi e chiudendo gli occhi sento il suo profumo che lentamente svanisce, respiro profondamente e le mie labbra si piegano in un dolce sorriso; riapro gli occhi e mi trovo davanti un uomo che avvicina le sue labbra alle mie e posando la sua mano sulla mia nuca, si avvicina fino ad infilarmi la sua lingua in bocca. Tento di lanciare un urlo soffocato da quel bacio ed allontanarlo con le mani, che sento qualcuno alzarmi il tubino e massaggiarmi il fondoschiena con una sostanza fredda: mi blocco all’istante, attimi interminabili mentre qualcosa inizia ad entrarmi dentro e spingere con forza fino a farmi scendere le lacrime.

Il primo ragazzo toglie la sua bocca dalla mia, mentre io piagnucolando, riesco a dire solo un – basta, vi prego! – Ma non sono in grado di fare altro, non riesco a contrastare le sue mani posate sulle spalle che mi portano verso il suo membro, che entra con una facilità irreale nella mia bocca, come se in quel momento non desiderassi altro.

E mentre sto soddisfacendo a pieno quei due maschi, per una frazione di secondo volgo lo sguardo verso la porta d’ingresso della stanza e vedo Giovanna che mi guarda, sorride si volta e ne se va, lasciando spazio ad altri ragazzi che si abbassano pantaloni e mutande e si avvicinano verso di noi. 

Storie di femminilizzazione forzata, by Vale84cd - 14 febbraio 2021

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