FEMINIZED STORIE vol.2

FEMINIZED STORIES vol.2

Ed eccolo qui! Il nuovo libro della Vale. - (clicca sulla scritta sopra per leggere l'articolo) - Ancora una raccolta di racconti sulla ...

domenica 21 febbraio 2021

Sogno 2021-02-06 - parte seconda

Morfeoland, 6 febbraio 2021 (I sogni di Lelly)

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Bla…bla…bla…una voce sempre più presente, ancora carica di ansia ma più sicura di trovare la mia approvazione, riaffiora palesandosi ai miei sensi.

Ero davanti ad Alex e il fumo scenico si diradava con noi due che, seduti al tavolo, stavamo parlando e la sua voce diceva “Ora capisci che io devo trovare una trav che faccia sta cosa all’ingresso del locale altrimenti il titolare non so cosa potrebbe farmi”

Ero stordita, mentre Alex parlava io ero immersa nel sogno e quindi non capivo benissimo ma ho afferrato due notizie su debiti che si sarebbero azzerati dopo un piacere che avrebbe dovuto fare a qualcuno… quel piacere avrebbe dovuto riguardare l’ingaggio di una trav per accogliere i clienti del locale in una serata in maschera.

Che cavolo di sogno stavo facendo? La banalità in chiave onirica!

Ehm ehm…non proprio direi dati gli sviluppi…

Ho detto: “Si Alex capisco e, se tu fossi costretta a restituire il debito, ti aiuterei anche un po’ ma…con questa richiesta io come potrei darti una mano? Dovresti attivarti per sentire una delle tue trav”.

Lui, con enfasi mi ha risposto “Già fatto ma nessuna vuole…e tu amico mio hai l’occasione di darmi non solo la mano ma tutto il corpo”!

L’OCCASIONE…FA L’UOMO FROCIO!

Ah ah ah…fa riderissimo e… nel sogno è uscita a caratteri cubitali sto titolo come a preannunciare un capitolo del film onirico che si stava svolgendo…

“Ehi Alex ma che cazzo dici?” Non sono mai volgare e quando utilizzo espressioni di un certo tipo con una certa veemenza è perché la situazione è veramente fuori dalla normalità…

E lui, con una calma che sembrava assopire tutta l’ansia che mostrava nel dialogo precedente, mi ha risposto: “ Vedi Amico mio…che forse potrei chiamarti Amica lo so da tempo e forse questa potrebbe essere, per te, l’occasione di uscire un po’ allo scoperto”

Che liberazione, sentivo i fuochi d’artificio scoppiarmi dentro!!!

“Si…si…si…” avevo le lacrime che mi solcavano il viso in rivoli che si alimentavano da una fonte chiusa e tappata e soffocata per anni e anni e…

Alex si è proposto per un abbraccio che è stato spontaneo da parte mia ricambiare e finalmente potevo toccarlo mentre lui sapeva cosa ero davvero.

Ma non sentivo cose troppo spinte, sentivo solo calore, tanto calore e sentivo il cuore!!!

Ho sognato due secondi per i successivi trenta? Quaranta minuti?

Era tutto un rossore, sorriso, tamburo in petto, emozione a mille, cose che non riesco a rendere bene nella concretezza del racconto (non che non si possa fare ma io non ne sono capace: è stata troppa emozione per me e non ce la faccio a rinchiuderla in un foglio.)

Stavamo conversando col mio sguardo che solo per pochi attimi riusciva a sostenere il suo: l’imbarazzo mi stava divorando! Ma sorridevamo e ci scambiavamo battute e quindi stava andando bene.

Poi ad un certo punto (e qui riprende il sogno con modalità temporale reale)

Alex mi ha rivelato che le altre trav non si sono prestate a ricevere gli ospiti alla festa perché, mi ha detto, "quelle che conosco io sono molto belle e curate e non riescono a farsi fare quello che è stato loro chiesto ovvero di..."

"di?"

"di?"


"di farsi marchiare con una sigla, una frase, un segno da parte di ogni persona che entri nel locale; si, questa è la richiesta stramba, ma anche divertente e originale se ci pensi. Ci sarà un pennarello e il proprietario ha pensato di dare come una lavagna su cui esprimersi sia all’ingresso sia all’uscita così, per fare una cosa diversa in fondo alla gente piace potersi esprimere e lasciare frasi ad effetto solo che ha anche pensato che una lavagna in carne ed ossa potrebbe essere più gradita e anche strana e quindi adatta per la festa”

Accalappiata!... eh si mi sono sentita accalappiata: avrei mai potuto rifiutarmi dopo che finalmente il mio amico più caro mi aveva scovato nella mia più recondita intimità?!

Ho accettato e, preparativi immediati come se la sera della festa fosse arrivata in un lampo: una depilazione meticolosa e, a tratti, imbarazzante fatta da due femmine attempate che ridacchiavano vedendo che il mio cosino non si induriva nemmeno mentre me lo toccavano per ripulirlo dalla peluria: in realtà mi sono accorta che mentre me lo maneggiavano accennava ad iniziare l’erezione ma poi l’imbarazzo della situazione e la ridotta attrazione verso il genere femminile smorzavano subito l’effetto e provocavano la risatina delle signore e il conseguente rossore della vergogna sul mio volto.

Una cura del corpo completa e mai ricevuta in quel modo: depilazione, sauna, massaggi, creme, manicure e pedicure con smalto rosso troia sia per le unghie delle mani sia per le unghie dei piedi.

Ero rilassata e mi sentivo come una marionetta che si faceva guidare dai fili del piacere ricevuto, leggera come in realtà non lo sono data la mia possente mole.

Un pomeriggio per trucco e parrucco e scelta dell’abito: in realtà, addosso mi avrebbero messo poche cose perché era importante liberare in poco tempo spazi di corpo dove i clienti potessero scrivere: un perizoma semplice a pois rosa, un tubino con spalline sottili, delle scarpe aperte con tacco alto.

Ho detto avrebbero perché dopo avermi pulita e truccata mi hanno dato solo un perizoma femminile nero che ho subito infilato guardandomi anche allo specchio come fosse una situazione intima in casa mia e poi un cappotto che io ho indossato quando mi hanno chiesto di uscire.

"Veloce, esci che il capo ti vuole vedere! Dai, muoviti, metti quello che c’è e poi finirai di vestirti”

Così mi sono trovata praticamente nuda e coperta solo da un cappottino e pure senza scarpe ma con delle infradito: però ero innegabilmente femmina, anzi ero innegabilmente una travestita e nessuno poteva metterlo in dubbio.

Mi sono ritrovata in un elegante spazio, come in una hall di un albergo con tutte le persone schierate, almeno una trentina tra donne e uomini (alcuni li avevo visti prima e avevano provveduto alla mia cura, altri erano nuovi), come se attendessero qualcuno al quale mostrare il trofeo che dovevo essere io per ricevere il giudizio sul lavoro fatto su di me.

Si, aspettavano il capo, il proprietario del locale per il quale ero stata agghindata in quella maniera.

Non appena è arrivato è stato tutto un coro scomposto di “Buonasera", sorrisi reverenziali, inchini, "Buonasera signori”

Si, salutavano sia il proprietario, sia la persona che lo accompagnava che altri non era se non Alex.

Alex, con fare sicuro e deciso, dopo aver risposto ai saluti, ha preso la parola e con ossequiosi gesti ha invitato il capo ad ammirare il lavoro fatto: in quel momento sentivo di capire che, con tutta l’enfasi che non avrei mai voluto, la scena si spostava all’improvviso su di me e:

"Dai, togliti il cappotto, fai vedere al dottore come sei fatta!”


Si, al dottore! Ma c’era un sacco di gente.

Di che colore ero diventata in viso? Rossa, bordeaux, ma forse anche verde o blu, o non lo so ma era una situazione insolita e mi sentivo sprofondare ma ero anche impossibilitata a rifiutare.

Mi son sentita costretta ad ubbidire e questo mi ha aiutata a fare le cose che mi venivano dette, perché, per scelta mia non le avrei certamente mai fatte, anche se, in fondo non mi dispiacevano per nulla!!!

E così via il cappotto e sono rimasta mezza nuda in balia dello sguardo di tutti cercando di abbracciarmi da sola con le mie braccia che coprivano nulla ma mi veniva spontaneo starmene così.

Almeno fino a quando ho sentito il capo dire: “Bella, bella rotonda, c’è tanto spazio dove scrivere, molto bene!”, e poi: "Via anche le mutande!”

Non ce la facevo a sfilarmi anche quelle, mi sentivo bloccata e sentivo lo sguardo di tutti su di me: anche se in quel momento avevo ancora il perizoma addosso sentivo gli sguardi e i commenti e mi pareva di avvertire anche i pensieri delle persone presenti non appena l’avessi tolto e fossi rimasta tutta nuda in mezzo a loro.

Nessun problema per la mia titubanza, nemmeno il tempo di accorgersi dell’intoppo che non ha fatto altro che aumentare solo il mio livello di imbarazzo.

La voce del capo: “Qualcuno le vuole togliere ste cazzo di mutande? O devo farlo io?!”

Subito un cameriere mi si avvicina e provvede a sfilarmi il perizoma ma lo fa rimanendo davanti a me e, abbassandosi per sfilarmelo dai piedi, si è ritrovato, mio e suo malgrado (o forse l’ha fatto appositamente? Ma non credo, non mi sembrava gay), col mio pisello davanti al viso.

Un pisello che si era, in maniera molto vistosa, attivato e che, oltre ad oscillare davanti alla faccia del cameriere, dava spettacolo anche per tutti i presenti.

Ecco che si stava palesando l’umiliazione più umiliante: tutta nuda, truccata da femmina mentre mettevo in mostra una bella erezione davanti a decine di persone che mi guardavano, probabilmente allibite e increduli.

“Bel cetriolo, complimenti mia cara” mi ha subito detto il capo non nascondendo un sorriso malizioso e rivolgendosi poi ai suoi dipendenti a chiedere “Non trovate che la signora abbia un cetriolo di tutto rispetto?”

Risata generale e qualche commento ad oc “Si, un cazzo da mandingo, un mattarello da casalinga” e anche “attento Steve (era il nome del cameriere, chissà perché sto nome? Ah ah ah che sogni!!!), se te lo mette in bocca rimani stupito per qualche mese” (grande battuta!..ah ah ah…essendo grosso, il coso, lascerebbe il cameriere con la bocca a forma di O come quando ci si stupisce!)

Poi silenzio e i passi del capo che si avvicina e, inizia a guardarmi meticolosamente e accenna anche a qualche tocco.

Uuuhhhh, ero già eccitata per la situazione quando mi sentivo toccare dalle sue mani così maschie. Mmm, mi sentivo costretta a mordermi le labbra e sentivo che le stavo mordendo troppo forte ma non sapevo cosa altro fare per controllare le mie pulsioni.

Uomo alto poco meno di me, elegante, barba corta ma presente, fare da duro e spigliato, un fascino incredibile: gli sarei saltata al collo in un abbraccio così tutta nuda com’ero e, in quel momento, sentivo che avrei voluto annusarlo tutto, si, anche solo annusarlo ma almeno quello.

E invece potevo solo avvertire il suo odore mentre si spostava aggirandomi per guardarmi in ogni spazio, ogni spazio del mio corpo, compreso il buchino del culetto.

L’imbarazzo di sentirmi protagonista col pubblico che mi guardava mentre mi facevo esplorare tra le chiappe è stato incredibile: forse la cosa che mi ha fatto maggiormente vergognare insieme a quella del pisello dondolante.

Di tanto in tanto davo uno sguardo ad Alex e mi eccitavo ancora di più anche se mi sentivo umiliata come a dire "Guarda Alex! Ecco qui il tuo Amico, anzi, la tua Amica che chissà cosa avrebbe fatto pur di averti tra le braccia e, come vedi, guarda cosa sta facendo pur di salvarti, questo è puro affetto ed è tutto per te.

Però, caro Alex, stai anche vedendo che sono pure una zoccola di mio e mi piace che mi guardino come una travestita.

“OK, potete vestirla, perizoma, quello rosa, e vestito nero!” Ha detto il capo.

E così mi sono ritrovata con una flotta di cameriere che sono venute subito a vestirmi e in dieci minuti ero pronta!

Uscita stile star del cinema e salita su un’elegante auto nera mentre un lacchè mi apriva lo sportello del sedile posteriore.

E poi subito dentro il locale (magia dei sogni…un attimo sei qui e un istante dopo là…come nei film)

---> CONTINUA...

domenica 14 febbraio 2021

Valentine's day

Femminilizzazione forzata intro: San Valentino che sorpresa mi riserverà?

Sono un po' agitato, lo ammetto: continuo a guardare l'orologio e i numerini dei minuti (si, mai avuto un orologio con le lancette) sembrano cambiare molto lentamente.

Do un'occhiata al forno, dove c'è l'arrosto che sta cuocendo lentamente, il ragù di carne è già pronto sui fornelli, l’acqua sta per bollire e manca solo il buttare la pasta quando lei arriverà.

"Non messaggiarmi, sarò puntuale!" Mi aveva detto ieri a notte inoltrata, ed io ho eseguito ma ora sono assalito da una moltitudine di dubbi: "Si sarà ricordata?" "Mi tirerà il bidone?" ed altri pensieri ancora più fantasiosi.

Riguardo per l'ultima volta l'orologio, 18.59.55, conto i secondi mentalmente, 56, 57,58, 59.... driiin!

Sobbalzo! Rispondo al citofono.

"Sono stata puntuale?"

"Al secondo! Sali pure, terzo piano a destra".

Apro subito la porta ed aspetto che arrivi al piano l'ascensore, sento il motore che di mette in movimento, meno di un minuto, mi sudano le mani, me le asciugo sfregandole sul retro dei pantaloni, e poi le porte si aprono, esce, tubino azzurro che le lambisce le ginocchia, una spalla scoperta e il vestito che a stento contiene il suo seno, calze a rete nere e tacchi a spillo color argento.

Avanza verso di me, sono emozionatissimo, le prendo la mano smaltata di rosa pastello e le do un tenero bacio, la guardo, arrossisco un po', lei portandosi l'altra mano davanti alla bocca fa un timido sorriso. Entra, scambiamo qualche parola mentre andiamo in cucina. L’acqua bolle, butto la pasta e tra una chiacchiera e l’altra mi aiuta ad impiattare quando la pasta è cotta; mangiamo tutto accompagnando il cibo con il prosecco, e una volta sistemata la tavola (rifiutando il suo aiuto), ed aver messo le vettovaglie nella lavastoviglie la raggiungo sul divano dove sta facendo zapping sulla televisione.

Prendo il telecomando e la spengo, poi dico ad Alexa: - riproduci lista 3 - , e parte il brano dei Linkin Park, Valentine's Day.

- È un po' triste, lo so! - Non ho bisogno di alzare il braccio e farlo passare intorno al suo collo, lei si avvicina a me e mi avvolge con le sue braccia appoggiando la testa sul mio petto. Sente i miei battiti accelerati, e allora mi stringe stretto.

Finita la canzone si ricompone, mi guarda e mi dice: - apriamo i regalini così continuiamo?

- Ok! - Faccio io; prima scarta il mio, apre il cofanetto e con un volto entusiasta mi dice: - ma sono bellissimi! - Tirando fuori i braccialetti in argento con un cuoricino rosso (il suo) e un cuoricino blu (il mio). Lo vuole indossare subito e mettermi il mio al polso, mi da un bacio sulla bocca e poi prendendo un sacchetto dal fianco del divano mi dice: - ora apri i tuoi.

È un pacchetto abbastanza grande, quasi come una scatola delle scarpe, sono curioso, sfilo il nastro e tolgo la carta argentata dell’imballo, per poi sollevare il coperchio.

C’è qualcosa coperto con la carta velina, la scosto, vedo qualcosa ma non credo di capire bene, infilo la mano e sollevo quel capo di abbigliamento: è un completino intimo, quasi fosse un costume ad un pezzo, ma di pizzo rosso, con seni rinforzati; la guardo con la faccia stranita, mentre lei mi incalza dicendo: - dai apri il resto! – Ancora dubbioso posto quel capo femminile sul cuscino e tolgo un altro strato di carta velina e compare un pacchetto con un paio di calze autoreggenti a rete, col bordino di pizzo, sempre rosse. Senza guardarla poso anche questo pacchetto e infilo con curiosità le mani nella scatola: tocco qualcosa di liscio, faccio scorrere la punta delle dita, ne sento la forma, avendo ormai capito cosa mi trovo davanti, estraggo le due scarpe col tacco a spillo, le fisso imbambolato non capendo il significato di questi regali indirizzati a me.

Quasi non mi accorgo che Giovanna si è sfilata il tubino proprio davanti a me e ha indosso un completino intimo, uguale a quello che ho trovato nel pacco, ma di colore nero.

- Su non fare la timida Valentina! Come per i braccialetti, mettiti su i vestiti che ho io. – Io la guardo allibita: mi ha davvero chiamato al femminile? Non faccio neanche tempo a risponderle che lei mi sfila maglione camicia e canottiera, per poi passare alla parte inferiore; con uno stato di impotenza e confusione la lascio fare e guardo con quale grazia mi infila le autoreggenti, il completino intimo e infine le scarpe, come se fosse il principe che mette la scarpetta a Cenerentola.

Mentre sono ancora intontito, si siede al mio fianco, posiziona le sue gambe sopra le mie ginocchia e tirando fuori una boccettina di smalto rosa pastello, mi prende una mano ed inizia ad applicarmelo.

- Ma Giovanna cosa significa questo? -  Lei continuando nella sua opera e prendendomi anche l’altra mano mi dice: - Tra poco meno di un’ora festeggeremo il tuo onomastico, non sei contenta? – Ma cosa stai dicendo? – rispondo mentre prendendo una trousse, inizia a mettermi dell’ombretto sulle palpebre. – Sei proprio bella Valentina, sai? – Non mi risponde, va avanti per la sua strada e io mi blocco, non riesco a risponderle, a reagire, ad impedire di truccarmi come una donna. – Per ora più bastare, ora infilati questo che io ti sistemo la parrucca! – Mi indica un tubino identico al suo ma di colore rosso, lo prendo tra le mani, accarezzo il tessuto morbido e poi inizio ad infilarlo meccanicamente mentre lei mi sistema la parrucca.

- Dai usciamo, andiamo a divertirci! – E senza riuscire anche questa volta a dire nulla, vengo trascinato fuori dalla porta di casa; chiudo a chiave e giù con l’ascensore, barcollo un po’ sui tacchi, all’apertura del portone vengo assalita dall’aria fredda che si insinua tra le calze e sotto il tubino; un centinaio di passi ed ecco la sua macchina, mi apre la portiera e mi fa salire, ci dirigiamo verso la periferia dalle città, parcheggio, scendiamo, passo sotto l’insegna del locale che troppe volte ho frequentato. Entriamo, paghiamo l’ingresso e poi percorriamo il corridoio che ci porta nel salone principale; quasi arrivati a destinazione si ferma, mi stringe la mano e poi entrando nelle porta alla sua sinistra, mi tira verso di se.

Io la guardo e le dico, quasi supplicando: - No qui no! –

- Sssshhhh! – come sua risposta, passiamo in quel corridoio semibuio, pieni di ragazzi e uomini che aspettano il loro turno, più di uno infila la sua mano sotto il tubino accarezzando il mio sedere, quando lei volutamente si ferma; quei contatti mi fanno trasalire ma in un certo senso iniziano a piacermi; le stringo la mano ma lei mi sussurra – Rilassati, ok? – 

Non capisco cosa voglia dire quella frase, quando aprendo una porta entriamo in una stanza vuota: lei si volta e mi da un bacio appassionato, cercando la mia lingua con la sua; io mi sciolgo e la abbraccio, prendendo le sue natiche e stringo a me, col mio membro in erezione che si appoggia contro il suo pube.

Spostando le sue mani in basso, prende le mie e le allontana, allontanandosi anche con la bocca: - Sei proprio bellissima stasera, divertiti Valentina e buon onomastico! – Ancora imbambolato dal bacio ricevuto, la vedo allontanarsi e chiudendo gli occhi sento il suo profumo che lentamente svanisce, respiro profondamente e le mie labbra si piegano in un dolce sorriso; riapro gli occhi e mi trovo davanti un uomo che avvicina le sue labbra alle mie e posando la sua mano sulla mia nuca, si avvicina fino ad infilarmi la sua lingua in bocca. Tento di lanciare un urlo soffocato da quel bacio ed allontanarlo con le mani, che sento qualcuno alzarmi il tubino e massaggiarmi il fondoschiena con una sostanza fredda: mi blocco all’istante, attimi interminabili mentre qualcosa inizia ad entrarmi dentro e spingere con forza fino a farmi scendere le lacrime.

Il primo ragazzo toglie la sua bocca dalla mia, mentre io piagnucolando, riesco a dire solo un – basta, vi prego! – Ma non sono in grado di fare altro, non riesco a contrastare le sue mani posate sulle spalle che mi portano verso il suo membro, che entra con una facilità irreale nella mia bocca, come se in quel momento non desiderassi altro.

E mentre sto soddisfacendo a pieno quei due maschi, per una frazione di secondo volgo lo sguardo verso la porta d’ingresso della stanza e vedo Giovanna che mi guarda, sorride si volta e ne se va, lasciando spazio ad altri ragazzi che si abbassano pantaloni e mutande e si avvicinano verso di noi. 

Storie di femminilizzazione forzata, by Vale84cd - 14 febbraio 2021

martedì 9 febbraio 2021

Sogno 2021-02-06 - parte prima

Morfeoland, 6 febbraio 2021 (I sogni di Lelly)

"Però quando chiedi tu qualcosa metti sempre l’Amicizia davanti a tutto e …"

…ecco, inizia così il mio sogno: una frase ad effetto del mio Amico Alex per farmi sentire in colpa.

Siamo Amici da una vita ma non ci siamo mai addentrati nei meandri dell’intimità dando per scontato le nostre attitudini socialmente accettate da tutti di essere etero e di non frequentare ambienti estranei alla compagnia della propria compagna e fidanzata e di qualche amico per brevi e sempre più sporadiche uscite per qualche aperitivo.

Alex è un uomo alto nella media, corpulento ma non grasso, con i leggeri segni della vita che lo rendono anche più affascinante ogni anno di più: barba folta ma corta, addome piatto ma leggermente morbido …quel tanto da riuscire a farmi immaginare, quando lo vedo vestito con quelle camice attillate che evidenziano le cosiddette maniglie dell’amore, come potrebbe essere a dorso nudo. Pelo sale e pepe di un fascino incredibile che gli ricopre gran parte del corpo senza dare la sensazione di esserci, una lana che ti fa venire voglia di metterci mano per avvertirne la sensazione che può dare una morbidezza tale appoggiata sulla pelle amica.

Una pelle amica vista milioni di volte e mai nemmeno sfiorata con l’intenzione di prendere quella scossa a cui mai avrei pensato di ambire e che, invece, da qualche tempo mi fa abbassare lo sguardo quando pensieri del genere mi colgono di sorpresa quando sono insieme a lui e … mi vergogno per quello che passa nella mia immaginazione.

Nonostante questi peccaminosi pensieri che non avrei avuto alcuna intenzione di sondare oltre, l’Amicizia con Alex continua come sempre ma Alex si deve essere accorto di qualcosa e questo gli ha permesso di lasciarsi andare un po’ di più di quanto non l’abbia fatto nei trent’anni della nostra conoscenza: incredibile comunque…anche la scoperta di un Amico con queste nuove caratteristiche non me lo sarei mai aspettato e, al pari delle mie pulsioni verso la sua figura, anche questo aspetto rivelava un desiderio di intimità che non attanagliava solo me anche se la mia eventuale confessione di un’attrazione nei suoi confronti era forse ben più pericolosa del segreto che invece lui, in qualche modo, si è trovato costretto a confidarmi.

Per farla breve: Alex si è trovato, ad un certo punto, attratto dai travestiti e, uscita dopo uscita, credo anche per avere fatto lo splendido oltre le sue possibilità concrete, si è trovato a non essere ben gradito ai gestori del locale che solitamente frequentava e dove, però, lasciava un giro di relazioni a cui, a suo dire, teneva tantissimo e, mentre me lo raccontava, la sua voce era spezzata dal pianto e, anche se non avrei mai dubitato della sua parola anche se me l’avesse detto ridendo perché la nostra Amicizia è tale da capirci al volo, la reazione emotiva non faceva altro che avvalorare il suo reale dolore.

E io?! Io cosa facevo?! Che lurida porca (scusa il termine ma non posso evitare di farlo notare così come poi non ho potuto evitare di farlo notare a me stessa struggendomi profondamente per i miei pensieri): mentre Alex si confidava con me su quell’argomento così intimo e delicato confessandomi la sua profonda attrazione per quelle amiche speciali che, diceva lui, “…sono fantastiche, dolci, coinvolgenti, accoglienti…solo amano vestirsi da donne e sono quasi sempre più femmine delle donne ma con una comprensione degli uomini che lascia presagire un vissuto che solo loro, in quanto uomini speciali ma maschi là sotto, possono avere” (questa è stata la sua ficcante descrizione…così semplice ma chiarissima)…

…ecco, mentre Alex mi confidava se stesso con l’esplosione di una emotività mai osservata, io…io…io…

…sono stata avvolta da una nuvola di fumo come succede nei teatri e ho cambiato sogno.

Naturalmente non era un passaggio di scena voluto ma…che bastarda di Amica: chissà se sono uscita dal sogno perché non volevo ascoltare Alex? Nei sogni non si decide nulla: è l’inconscio che decide! Un inconscio da stronza direi!...oppure, per assolvermi, è l’inconscio che strappa il desiderio represso in anni ed anni di frequentazione di un uomo nei confronti del quale mi sono vietata di fare anche il più piccolo pensiero “peccaminoso” e che, quindi, non appena ne ho avuta l’occasione, anche se in sogno, ho sfogato tutto il potere erotico di una potenziale situazione in cui la sua attrazione per le sorelle travestite potesse riuscire ad attrarlo a me nel vortice della passione.

Ecco che diradandosi il fumo scenico ho iniziato a vedere, su un letto a baldacchino, due corpi che si contorcevano sinuosamente e con estrema morbidezza di movimenti accarezzandosi con le labbra come se da lì partisse tutta la ricettività sensoriale ed esplorandosi reciprocamente, con le labbra e la lingua, in ogni angolo del corpo…

…all’inizio ho avuto la sensazione che si ha guardando una scena erotica che fa presa…

…poi non ho capito se sono entrata come un alito in una delle due figure sul letto oppure se ero già io dall’inizio: è stato come nei film quando c’è un repentino avvicinamento della camera da presa al soggetto e…

…mi sono sentita pervadere da un calore e un rossore fortissimi e ho avuto la sensazione di iniziare a muovermi e si…si…si…ero io tra le braccia di Alex…

…sentivo le mie cosce lisce che strisciavano sui peli delle sue e approfittando di questo movimento sentivo di esplorare le sue gambe e di voler accarezzare i suoi piedi con i miei mandando le mie dita in esplorazione delle sue caratteristiche: sentivo le pieghe della pelle sulla pianta, gli indurimenti dei talloni, cercavo di entrare negli spazi interdigitali…

…e le mie mani?...uuuhhh…terminata la scena (si, scena perché era divisa come se fosse stata tale)…mi sono accorta che con le mie mani stavo accarezzando le sue chiappe pelose e sentivo che premevo su quel terreno morbido e avevo una gran voglia di affondare le unghie in quel cotone per solcare la sua pelle e lasciare il segno del mio passaggio…

…e la mia bocca?...altro passaggio di scena…beh la mia bocca era umida della sua saliva e sentivo piacevolmente la sua bava vogliosa colare dai peli della mia barba…e sentivo i nostri visi scivolare nel vortice del contatto e mi sentivo bagnata del suo sudore e questa sensazione mi ha dato modo di percepire ad un certo momento tutto il mio corpo che, nudo, completamente nudo, sotto al suo, era fradicio del suo sudore che copioso testimoniava quanta energia ci stava mettendo il mio Alex per …per…per…

…per scoparmi…si…si…si…per scoparmi….

…il mio Amico Alex. Amico da tempo immemore, quello con cui si scherza, si parla…quello con cui, quando ci si vede, sembra sempre che non ci si sia mai lasciati anche se ci si accorge che sono trascorsi mesi dall’ultima uscita… …ecco…si…quell’Amico…era lì che mi stava scopando!

---> CONTINUA...

sabato 6 febbraio 2021

In piscina

 Femminilizzazione forzata intro: Chi disprezza poi "forzatamente" apprezza

 - Hai visto quelli lì come sono vestiti? - dico al mio amico Gianni

- E cosa c'è di strano?

- Tutti attillati, mi sembrano dei culatoni!

- Tu oltre che pirla sei rimasto negli anni 50!

- Va va, io sto alla larga! Ci vediamo.

- Cerca di fare il bravo Sergio.


Lo saluto, ultimamente ci incrociamo solo negli spogliatoi, lui che finisce la sua ora di palestra, ed io inizio la mia ora di piscina. Lo avevo conosciuto tre anni fa proprio qui, tutti e due nel corso di nuoto, poi questo settembre con il cambio di lavoro, non riesco ad arrivare in tempo e mi devo accontentare del nuoto libero, mentre lui si è dato alla palestra, pesi ed esercizi vari.

Stavamo discutendo dei nuovi abbigliamenti dei giovani d'oggi, tutine ultra-attillate forse per far risaltare i muscoli, e forse Gianni ha ragione, sono ancora del vecchio stampo, mi allenerei in palestra con felpa e cappuccio e qui body e calzoni attillati mi fanno sembrare tutti quegli sportivi effeminati.

Dopo aver messo su il costume, ciabatte e accappatoio vado un attimo in bagno: solite abitudini, poi ritorno per prendere cuffia e occhialini, scale e una cinquantina di vasche.

Ritorno verso l'armadietto e trovo tre ragazzi che se la discutono beatamente proprio li davanti, palestrati e con quelle tutine attillate; uno di loro ha proprio la mano appoggiata sul mio armadietto, lo guardo storto e i dico: - Posso? - mostrandogli la chiave.

Lui senza dire niente sposta la mano e va avanti a parlare, ma quando chiudo il lucchetto e mi appresto ad andare in piscina, mi chiama: - Oh scusa tu? Ti piace il mio vestitino?

- Come scusa? - rispondo seccato.

- Si dai, mi interessa il tuo giudizio! Mi fa sembrare effeminato? Così hai detto al tuo amico.

Divento rosso in viso per la figura di M che ho fatto per quella frase scherzosa e non riesco a rispondere.

- Su dai, tocca e dammi un consiglio! - E prendendomi la mano stringendomi il polso, me la appoggia sul suo pacco e comincia a muoverla su e giù.

- Guarda, avete capito male, io non sono...

- Non sei cosa? Un uomo? Io oggi ho voglia, come i miei amici, di fottere un uomo, e tu sei il prescelto di oggi.

- Ma cosa diavolo state facendo!

Dico questo mentre i due mi sfilano l'accappatoio dalle spalle lasciandolo cadere a terra e mi abbassano il costume fino alle ginocchia.

- Se allarghi un po' le gambe sentirai meno male!

- No che fate, lasciatemi stare!

Prendendomi con una mano il mento e stringendolo, avvicina la sua faccia alla mia e mi dice in tono gentile: - Se sei un uomo ti fotto, se sei una donna ti lascio stare.

- Sono una donna! - Dico d'istinto senza pensare, e mentre sto ancora con l'agitazione nel corpo per quello che sta accadendo, i due mi spingono sulla panchina di fianco all'armadietto, mi sfilano il costume e me ne fanno indossare uno femminile, fucsia con i risvolti ed un fiocco davanti, ed un gonnellino nella parte inferiore, poi mi infilano degli scaldamuscoli variopinti sui polpacci tipo Jane Fonda, una fascetta sulla fronte, un paio di ciabattine rosa e mi dicono: - Andiamo su in palestra a ballare!

Non ci penso nemmeno, glielo dico, ma prendendomi per le due braccia mi spingono fuori dagli spogliatoi e si dirigono sulla scalinata che da alla palestra.

Facciamo quattro scalini e poi si fermano, mi lasciano e salgono senza curarsi di me; subito mi giro e mi dirigo verso gli spogliatoi, apro la porta e mi trovo davanti altre due persone mai viste prima, che guardandomi fischiano in segno di approvazione.

Scappo tra gli armadietti, mi dirigo verso i bagni, entro in una doccia e chiudo la porta; mi appoggio alla parete, mi tremano le gambe e il cuore batte forte: ho mille pensieri per la testa, soprattutto come uscire di li, mi devo svestire aspettare che non ci sia nessuno negli spogliatoi e poi correre all'armadietto ed infilarmi i miei vestiti, si farò così, devo solo aspettare il momento giusto, non sento più le voci di quei due ragazzi, forse se ne sono andati.

Guardo il mio corpo fasciato nel costume viola, col mio membro che comincia a dare cenni di risveglio, appoggio la mano sopra di esso, accarezzo il costume con le dita della mano sinistra, mentre la destra socchiude leggermente la porta per guardare fuori.

Mi blocco, vedo due pettorali ed una mano che spinge la porta aprendola e facendola sbattere contro l'altra parete; guardandomi, e soprattutto guardando la mia mano esclama - Che fai, ti vuoi divertire da sola?

Io rimango li impietrito, mi ha davvero parlato al femminile; talmente bloccato che quasi non mi accorgo che prendendomi il polso, appoggia la mia mano sul suo membro in erezione. Scrollo il capo, e mi accorgo che è completamente nudo davanti a me, mentre mi prende e appoggia l'altra mia mano sul suo petto rasato. Me la fa scorrere sui suoi addominali scolpiti, poi scendendo sempre più in basso, mi serra il polso anche dell'altra mano e le mette sui suoi glutei.

Non so cosa mi stia capitando, ma inizio ad affondare le mie dita nella sua morbida pelle mentre lui avanza fino a che con la schiena mi trovo bloccata all'angolo della doccia. È un attimo, le sue mani mi scorrono su per le braccia, sulle spalle, sul collo, io assecondo i suoi movimenti e mi avvicino a lui, con gli occhi socchiusi e con la bocca che si apre. Le sue mani, salite su per la nuca, si intrecciano tra i miei capelli mi spingono il suo membro in bocca, lentamente fino ad arrivarmi in gola.

Travolto da una crescente eccitazione, inizio ad andare avanti e indietro, a stringere ed allargare la bocca, a leccare il suo prepuzio, a sentire il suo membro che si gonfia sempre di più, scoprendo il glande. Le mie mani continuano ad affondare nella sua carne, sento che emette dei gemiti di sofferenza ma questo mi fa eccitare ancora di più; aumento la frequenza, sempre più velocemente fino a che vengo inondata ripetutamente da una sostanza calda che succhio avidamente. Anche i suoi gemiti cessano, mentre io finisco di ripulire il tutto ma con le mani che, lasciando il di dietro, lo prendono tra le mani ed iniziano a masturbarlo.

Mentre aumento la velocità con le due mani, lo stuzzico con la punta della lingua: ci vuole qualche minuto, ma un suo grido  mi annuncia che ho ottenuto il secondo premio di giornata; non ne perdo neanche una goccia, un ultima stretta con le mani e poi lo lascio, estasiato io più di lui, mi accascio sfinito sul pavimento e lo guardo con un sorriso malizioso.

Lui mi guarda e poi dice: - ripreso tutto vero? - Mi si gela il sangue e poi vedo sbucare l'altro suo amico con in mano il cellulare che dice: - Si tranquillo, servizio completo!

Mi sento sprofondare l'animo sotto il pavimento mentre i due mi elencano le regole da rispettare per far sì che il video non finisca nelle mani sbagliate. Finito mi ricompongo, esco dagli spogliatoi e salgo le scale tra le risate dei miei amici che avevano organizzato il tutto.

Ovviamente il racconto si ferma con io rinchiuso nella doccia, uscito solo dopo che i due mi avevano svelato lo scherzo dei miei amici.

In piscina ora ci vado solo una volta alla settimana, il sabato, martedì e giovedì sera vado dai miei due ragazzi.

Storie di femminilizzazione forzata, by Vale84cd - 1-5 febbraio 2021