FEMINIZED STORIE vol.2

FEMINIZED STORIES vol.2

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giovedì 20 giugno 2024

Nuova esperienza

Il momento più bello sono gli attimi successivi al rapporto intimo: coi battiti che salgono a mille, il respiro affannoso, il sudore dei corpi e quel suo odore che mi fa impazzire. 

Parliamo, a ruota libera, delle sensazioni che abbiamo provato, di quello che ci piacerebbe sperimentare la volta successiva e di come possa farle provare più piacere.

Sta di fatto che questa volta il discorso cade sul ruolo, su chi prende l'iniziativa, sul dividersi del tipo: "Una volta io, una volta te".

Domani sarà il suo turno; per galanteria faccio iniziare a lei. Unica regola, non dire di no a prescindere, ma provare e nel caso non piacesse, dirlo subito.

Non deve essere una costrizione, ma una sensazione di piacere, meno o più intenso, per rafforzare il nostro legame affettivo.

La sera seguente arriva, siamo sul letto, io in mutande, lei in lingerie di pizzo nero.

Vedo che ha una sacca, penso che tirerà fuori qualche giocattolo erotico o peggio qualche attrezzo di "tortura".

Lei mi guarda, sorridendo furbescamente, dicendomi: "Sei pronto?"

"Si amore!" Coi battiti che stanno salendo, in trepidante attesa di quello ha intenzione di fare.

Apre la sacca e tira fuori delle corde.

"Uh, vuoi legarmi? E dopo frustarmi?" Le dico sorridendo.

"No. Solo legarti e basta!"

"Come solo legarmi?"

"E una tecnica che ho imparato un po' di anni fa, di origine giapponese, si chiama Shibari."

"Quindi mi leghi come un salame e basta?"

"Schiocchino, lasciami fare e capirai."

Ok, non le dico più nulla e seguo alla lettere quello che vuole farmi; mi metto in ginocchio davanti a lei, mi dice di unire le mani e di rilassarmi.

Inizia a passarmi la corda intorno alle mani, poi, intorno ai polsi e poi me le blocca facendo girare la corda dietro alla schiena.

Osservo la minuziosità con cui esegue i nodi, controlla le corde che non si intrecciano, mi chiede se sento troppo male in qualche posto.

Sento le corde che mi stringono fino quasi a bloccarmi il respiro quando utilizzo la gabbia toracica ed allora vado di diaframma, anche che qualche volta provo a riempire il torace per sentire la stretta.

È una sensazione nuova, essere impotente e alla sua mercé, impossibilitato a fare qualunque movimento con le braccia.

Poi delicatamente mi fa appoggiare la schiena sul letto ed inizia a legarmi le gambe unite tra loro, partendo dalle coscie. Ad ogni giro stringe ed ho un'ulteriore sensazione di impotenza, ma anche ti piacere perché capisco che ora sono sua.

Mi eccito, mi eccito tremendamente, anche perché essendo legato e impossibilitato a muovermi già immagino cosa voglia farmi.

Ed invece no, mi guarda con passione e sorride vedendo la mia faccia stupita.

Tocca solo le corde, le sfiora leggermente, e solo quel limitatissimo contatto mi provoca un'eccitazione che non avevo mai provato prima d'ora.

Quasi come se le corde non ci fossero, quasi come se le corde fossero un tutt'uno con la mia pelle. 

Mi lascia lì cosi, qualche minuto, senza dire niente, ad ascoltare il mio battito che sta accelerando la frequenza, ad ascoltare il mio respiro che si fa affannoso.

E poi senza dire niente inizia a slegarmi, con cura; una volta liberate le gambe mi fa cenno di muoverle, per vedere che sia tutto a posto; e poi mi aiuta ad alzare il busto, mi slega, controlla le mani e infine mi abbraccia.

Un abbraccio intenso, sentiamo i nostri battiti accelerati all'unisono, non diciamo niente ma è come se ci dicessimo tutto.

Infine mi guarda e mi chiede: "Come ti è sembrato?"

Rispondo solo con un: "Ti amo!"


Scritto da Valentina Cornell il 18/19 giugno 2024, ad alta quota.

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