Un mesetto fa decido di partecipare ad un corcorso di letteratura horror, non tanto per vincere, ma per mettermi in gioco con un altro genere che a me piace molto.
Quindi scrivo di getto quello che leggerete qui sotto, poi altri due racconti (limite di 300 parole) e dopo due settimane, compilando e leggendo il regolamento, vedo che bisogna inserire elementi sovrannaturali, come streghe, fantasmi e via discorrendo.
Quindi scrivo il terzo, e questo lo salvo come "horror 0" sulle note dello smartphone. Buona paurosa avventura.
Adescarla è stato facile: non so se è il mio fascino, il mio sguardo, il mio modo di fare il misterioso.
Però forse sono le corde, loro, solo loro, che rapiscono, che fanno uscire la mia natura, sadica, cattiva, implacabile.
Mi piace quando loro implorano, urlano, piangono e infine si arrendono, esalando l'ultimo respiro.
È una droga, non riesco a smettere, sono in cerca di una nuova vittima, e forse l'ho trovata.
...
Le corde nelle mie mani, lei inginocchiata, con le braccia dietro la schiena, ignara che saranno i suoi ultimi attimi di libertà.
La corda le avvolge i polsi, stringe, poi passa sotto il seno: un mugugno di piacere, sorrido al fatto che sarà l'ultimo.
Poi un sibilo, non faccio in tempo a rendermene conto: tutto si fa buio, mi sento soffocare, sento solo una voce che sussurra: "Ora è il tuo turno!"
Tento di liberarmi, ma ho braccia e polsi bloccati dalla corde, dietro la schiena.
Sorrido, ma è un ghigno di disperazione, come se sapessi già cosa mi accadrà.
"Cosa credete di fare?" Dico con arroganza; nessuna risposta, solo le corde che stringono le braccia, il petto ed ora le caviglie alle cosce, impedendomi ogni movimento.
Poi mi tolgono il cappuccio, la ragazza che stavo legando ha il viso davanti al mio, ride.
D'istinto provo a scagliarmi contro di lei, ma uno schiaffo, forte, sonoro, mi fa perdere per la prima volta tutte le mie sicurezze.
Le corde stringono, sempre di più, troppo; lancio un urlo di dolore, invoco pietà, ma quando mi sollevano da terra, il dolore aumenta così come il piacere.
Sono confuso, si annebbiano i pensieri, mi sento impotente, ho paura.
"Non ne uscirai vivo!"
Le sorrido, mentre una corda mi stringe il collo fino a soffocarmi.
Un'ondata di piacere, che sovrasta il dolore, poi solo il nulla.
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