FEMINIZED STORIE vol.2

FEMINIZED STORIES vol.2

Ed eccolo qui! Il nuovo libro della Vale. - (clicca sulla scritta sopra per leggere l'articolo) - Ancora una raccolta di racconti sulla ...

lunedì 14 febbraio 2022

La sua femmina

Racconti di femminilizzazione forzata intro : sento che lo desidero...

- Ora va con lui!
- Ma miss!
- Non si discute!

Sono agitata, la prima uscita en-femme fuori dalle quattro mura della casa della mia miss, tubino nero stretto e corto, talmente corto che si vede il pizzo delle autoreggenti, scarpe tacco 15, con cui cammino con un po' di fatica, parrucca castano scuro, trucco leggero ed unghie rosse.


Ero già in panico quando, dopo avermi vestito mi ha detto "andiamo a farci una birra" ed ora, dopo avermi costretta a bere tre Cuba Libre, mi ha consegnato nelle mani del gestore del locale.

Con eleganza mi prende per mano e mi scorta nel retro bottega, mentre le bariste al bancone mi guardano con una faccia che è un mix tra pietà e rassegnazione.

Chiude la porta e si mette davanti a me, affossa le sue mani nelle mie natiche, le massaggia e poi mi stringe a se. Io, che mi sento imbarazzata e tesa a mille, non riesco neanche a dire una singola parola, ma il mio membro diventa duro al contatto e lui lo sente, lo sente e sussurrandomi - Allora mi desideri! - Mi cala le mutandine fino quasi alle ginocchia e mi alza il vestito, lasciandomi nuda col membro di fuori.

- Ma che bella sorpresa che abbiamo qui!

E mentre lo dice, con una mano inizia a masturbarmi, mentre affossa l'altra mano nuovamente nel mio fondoschiena e, con l'indice, si fa largo entrando nel mio buchino.

Io non riesco a reagire, sono quasi in panico, mi sembra di non essere lì realmente perché tutto questo, che mi spaventa, sta cominciando a piacermi e sento qualcosa dentro di me che sta cambiando.

- Ma anche io ho una sorpresa per te, la vuoi vedere?

Lo dice con una voce calma, fissandomi negli occhi, e a tale proposta non riesco a rimanere impassibile, quasi mi sciolgo, e sussurro un timido "SI!"

Lui mi lascia e si cala pantaloni e mutande, poi mi prende la mano e mi costringe a massaggiarglielo.

- Un po' più grosso del tuo, ma io non sono femmina!

Capisco poco di quello che dice, sento il suo coso nelle mie mani che comincia a ingrossarsi, a pulsare, mentre lui inizia a massaggiarmelo. È una cosa eccitantissima, i nostri membri si sfiorano, i due glandi vengono a contatto come se volessero penetrarsi a vicenda.

Mi guarda e mi bacia, prima sulle labbra, poi infila la lingua cercando la mia: è una sensazione strana, un gusto amaro, un gusto da maschio mai provato fino ad ora.

Si stacca e mi sussurra: - Vuoi assaggiarlo?

Lo dice con una voce così calda, che senza rendermene conto le mie ginocchia si piegano fino a toccare terra, e mi trovo il suo membro a pochi centimetri dalla mia faccia. Continuo a guardarlo e con gli occhi quasi lo supplico, e lui, prendendoselo in mano lo avvicina alle mie labbra, lascia che io lo sfiori, e poi me lo sbatte tre o quattro volte sulle guance, riposizionandomelo davanti, aspettando la mia mossa.

Mossa che non tarda a venire, la mia lingua tocca il suo prepuzio, poi un bacio, un altro e poi le labbra lo avviluppano completamente. Avanzo fino a che mi entra tutto dentro, che mi arrivi fino quasi in gola e poi arretro, fino a toccarlo nuovamente con la punta della lingua, per poi assaporarlo di nuovo. Sento il suo gemere, ed allora continuo, aumentando la frequenza, e più aumento, più i suoi gemiti si fanno forti.

È una cosa strana, non mi disgusta affatto, ma mi fa crescere l'eccitazione, inizio a prendermelo in mano, a masturbarmi, mentre con la bocca sto facendo lo stesso a lui.

Una prima ondata di piacere mi assale, perdo del liquido pre-spermatico, lo raccolgo con le dita e me le porto in bocca mentre sento in bocca una simile sensazione che esce da lui.

Lui arretra, mi invita ad alzarmi e mi fa sedere sul tavolo: la superficie fredda sulla mia schiena mi provoca un brivido, mi alza le gambe e le allarga, lasciando il mio sedere scoperto e indifeso; le sue dita lo ispezionano, sento un qualcosa di viscido che mi spalma al suo interno e tutto intorno, poi dopo averle inserite e tirare fuori una decina di volte, lascia il posto al suo grosso membro.

- Ma mi farà male?
- Solo la prima volta.

Mentre lo inserisce, un bruciore mi fa emettere un urlo.

- È troppo grosso, non entra!
- Tranquilla e rilassati.

Mi allarga di più le gambe, tenendole con le mani tra le cosce e il ginocchio, poi lo avvicina al mio buchino e comincia a premere contro, io cerco di allargarlo più che posso, sento che inizia ad entrare e sento anche una fitta sulle pareti, quasi come se mi stesse lacerando; continua a premere, e il dolore aumenta sempre più, lancio un altro urlo, mentre iniziano a scendermi le lacrime, ma lui continua imperterrito, inizio a spingere come per voler farlo uscire, ma questo lo dilata di quel poco che permette al suo membro di entrare con la parte più grossa; un brivido mi percuote mentre lo sento che avanza, mentre sento che mi entra tutto dentro, le mie gambe hanno un fremito, emetto un mugugno di piacere, che aumenta quando inizia a muoversi a ritmo, avanti e indietro, senza mai uscire.

Ora le sue mani mi cingono i fianchi ed aiutano la penetrazione, colpi sempre più secchi e più rapidi, mentre io sono in sua balia, eccitata a mille e senza più nessun controllo.

- Ti piace essere scopata? Vero Serena?
- Mmmmm... ohhhh, Siiìiiiii!

Non capisco più nulla, mi eccita anche il fatto che mi abbia chiamato col mio nome da femmina, lui continua, aumentando la velocità, sempre di più, finché due colpi secchi mi fanno urlare, mentre lui esclama "Vengo!" Sento qualcosa di caldo che mi riempie, il suo ritmo martellante cala fino a fermarsi, mentre io continuo ad ansimare guardo il mio membro: è afflosciato ma nonostante questo, sono riuscita a venire senza accorgermene.

Una volta uscito mi passa delle salviettine, io mi ripulisco alla belle e meglio, poi mi aiuta ad alzarmi, mi abbassa l'abito e prendendo in mano le mutandine, le annusa e mi dice: - Queste me le tengo, voglio sentire ancora il tuo odore.

Io divento rossa, abbozzo un timido sorriso ma non dico niente, mentre lui, con estrema galanteria, mi prende la mano, me la bacia, e poi spingendomi verso la porta mi da una energica sculacciata facendomi quasi perdere l'equilibrio.

Una volta fuori c'è la mia miss che mi aspetta, si avvicina ed inizia a chiedere:

- Allora come è andata?
- Magnificamente, penso sia nata per soddisfare gli uomini.
- Perfetto, volevo esserne certa.
- È ancora un po' da domare, ma è sulla buona strada.
- Grazie mille Boss!

Si avvicina e le dà un bacio, avverto una sensazione di gelosia, lui se ne accorge ed affossa la sua lingua ancora di più in un bacio appassionato.
Poi una volta staccato, la guarda e dice:

- Vedi com'è gelosa? È qui che bisogna lavorare!
- Cosa mi consigli?
- Ora che ha assaggiato il maschio, e le è piaciuto da impazzire, ti consiglio un bel bavaglio e una cintura di castità.
- Stiamo pensando la stessa cosa?
- Si deve impazzire ed implorarti di poterlo prendere. Tre mesi saranno più che sufficienti.

Io ascolto senza dire una parola, mi scende solo una lacrima che asciugo col dorso della mano, e poi la mia miss mi trascina fuori dal locale e saliamo sulla macchina. Non l'ho salutato, non ho avuto la forza di guardarlo, mesta appoggio il braccio sul finestrino e guardo fuori senza osservare nulla, sembra ci sia la nebbia, nebbia che mi invade i pensieri, su quello che ho appena vissuto, che ho appena provato, e su quel piacere che non potrò assaporare più per diverso tempo.


Storie di femminilizzazione forzata di Valentina Rossi, 14 febbraio 2022


sabato 12 febbraio 2022

Incontri nel bosco

Ricevo e pubblico il nuovo racconto di Lelly

Stavo allegramente percorrendo un tratto in salita con la bicicletta (senza sellino ovviamente...ah ah ah...in realtà quando faccio attività motoria il mio aspetto, già molto mascolino, lo è forse anche di più o, comunque, non gratifica la mia parte femminile) e ad un certo punto era troppa la fatica perché potesse essere tutto ok...

...mi son fermata tutta grondante di sudore e ...nooo la gomma della ruota posteriore era completamente a terra.

Non potevo far altro che proseguire a piedi o, meglio, tornare a piedi sul percorso verso casa.

Nemmeno mi è balenato per il cervello che esiste il cellulare per avvisare qualcuno e farmi venire a prendere: boh, forse era un sogno riguardante un periodo storico non attualissimo, a Morfeo non si comanda!

Ho lasciato la bici mimetizzata in un cespuglio pensando che l'avrei presa in seguito ed ho iniziato il lungo cammino cercando la via più breve per tornare.

Mi sono inoltrata imboccando un sentiero e, dopo un po', in una nascosta radura ho notato un'auto ferma e poco lontano una casetta di quelle rustiche e mi son detta: “C'è qualcuno...posso chiedere un aiuto”.

Mi son fermata un po' prima di farmi sentire perché avevo notato che qualcuno era intorno all'auto e succedeva qualcosa che, avevo intuito, non avrei dovuto disturbare perché dava la sensazione di essere un momento intimo...

...infatti è bastato poco tempo per capire che una coppia di froci si stava divertendo facendosi a vicenda un servizio fotografico un po'... come dire?!..piccante.

Ho visto che uno dei due era vestito e, poco distante dall'auto scattava le foto col cellulare mentre ho intuito che l'altro era almeno parzialmente spogliato perché mi è parso sedersi sul sedile e allargare le gambe: ho intuito questa posizione perché ho visto i suoi piedi in aria e...cazzo, i piedi no...ho un debole per le estremità inferiori e, non appena ho visto i piedoni di quel maschio sollevarsi da terra e mostrare le piante rugose e le dita mi sono eccitata e ho iniziato a toccarmi...anche se mi rendevo conto di essere proprio una maiala ma sentivo che mi piaceva esserla.

Non potevo starmene lontana, dovevo avvicinarmi per vedere meglio e così ho fatto; si, ora vedevo bene e sentivo pure il dialogo tra i due che si è rivelato per niente male.

Ora avevo una visione abbastanza frontale della scena e potevo vedere che l'uomo sul sedile aveva assunto la posizione che immaginavo ma indossava le mutande...però, ad un certo punto ha detto: “Dai troia calati anche le mutandine e mostra il tuo buco del culo e il poderoso cazzo peloso che tieni” e così l'uomo, mettendosi le mani sull'elastico posteriore dell'indumento, ha scoperto la parte ed è apparso un pelosissimo culo ed un altrettanto peloso cazzo di dimensioni notevoli. L'uomo si è sfilato le mutande fino alle caviglie poi con una certa abilità le ha lanciate con un calcio nel vicino cespuglio: io ho provato un brivido perché quella mossa mi ha scosso e sentivo di voler raggiungere le mutande stesse per raccoglierle ma, nel farlo, ho fatto rumore e i due si sono accorti della presenza di qualcuno.

"Chi c'è? C'è qualcuno?"

Non potevo più nascondermi e mi sono rivelata raccogliendo le mutande ed uscendo allo scoperto dicendo:” Stavo camminando e ho visto volare queste...scusate, sono forse vostre?”

L'uomo che era in auto si è alzato ed era evidentemente tutto nudo ma si copriva il pacco con le mani: era molto peloso e non riuscivo a non farmi attrarre dalla sua fisicità e questa cosa deve essersi notata (forse per il mio rossore sul viso che mi sentivo caldissimo, forse per la mia bocca spalancata) perché l'altro uomo mi ha subito detto con tono un po' aggressivo:

Che cazzo guardi?....Non hai mai visto un uomo senza vestiti? Hai qualcosa in contrario?...Forse non ti piace o addirittura ti fa schifo?”

In quel momento mi è uscita tutta la mia naturale sincerità e, senza volerlo troppo, mi son lasciata sfuggire un

No...no...anzi è molto carino e si muove bene...ecco...scusate ma...io è già un po' che vi guardo e ...non volevo entrare nella vostra privacy ma incuriosita mi sono lasciata attrarre da quello che facevate.

Il tizio con il cellulare deve aver notato che mi ero rivolta a me al femminile e, facendomi capire chi comandava il gioco e facendomi presagire che aveva tutta l'intenzione di coinvolgermi acquisendo così una seconda figura maschile ai suoi ordini, mi ha subito detto; “Ah...ma allora sei una zoccolina anche tu come questa vacca vergognosa che si tiene il cazzo tra le mani?...

Ho risposto: “Beh...effettivamente...ecco...un po'...ma solo per gioco e da sola...ecco...si.”

E lui capendo tutto ha replicato: “Si, signore...si risponde Si signore” ...mi sono spiegato?...Non fartelo ripetere più...è chiaro?”

Si...si ho capito!" ho risposto confusa, intimidita e al contempo affascinata dal suo modo di fare.

Non capisci un cazzo allora!?” ha replicato e, avvicinandosi a me ed afferrandomi le palle da sopra i pantaloni, mi ha scandito “Ti devi rivolgere a me chiamandomi Padrone e rispondermi dicendo signor si signore!” e, mentre parlava mi stringeva sempre di più le palle che mi pareva scricchiolassero nella sua mano …

Non sentivo dolore fastidioso ma solo piacere e libidine...cazzo, un uomo mi stava stritolando le palle e mi voleva ai suoi ordini per soddisfare I suoi piaceri ...mmm...mi sembrava un sogno (infatti era un sogno...ah ah ah)

E di tutta risposta mi sono messa ad implorarlo di perdonarmi: “Mi scusi padrone...d'ora in poi non mancherò di dirle si signore...si signore...si, signore” e mentre lo dicevo, un suo movimento sui miei testicoli mi ha costretto ad inginocchiarmi e poi, cambiando la presa mi ha spinto le spalle fino a farmi prostrare a terra in prossimità dei suoi piedi e mi ha detto “Leccami le scarpe”.

WOW...non riuscivo a crederci...non riuscivo a realizzare di fare davvero quel che stavo facendo e con immensa emozione mi sono messa a leccargli le scarpe da ginnastica e approfittavo del fantasmino che indossava per inebriarmi sfiorando il ciuffo di peli che spuntava tra l'orlo dei pantaloni e l'inizio della scarpa.

E ora toglimi scarpe e calze con la bocca”

Si signore...signor si signore...”

E gli ho slacciato le stringhe afferrandole con i denti così come ho fatto con la parte posteriore delle scarpe e poi una annusata profonda al calzino mentre il padrone si impegnava a passarmi ben bene i suoi piedi su tutto il viso...e poi ho finalmente sfilato i calzini e potuto ammirare i piedoni del mio padrone e mi sono buttata a capofitto su tutte le dita spompinandole una per una e assaporandole con un piacere che mi sembrava aumentare sempre più e poi mi sono messa con la testa a terra e il viso rivolto in alto facendo in modo che il mio padrone potesse strofinare le sue piante dei piedi sulla mia lingua...mmmm...che sogno infinitamente bello (Lelly?...era un sogno...era un sogno!)

Nel frattempo l'altro frocio è rimasto nudo a guardare e si vedeva che, dalle mani che coprivano il pacco, sporgeva la sua cappellona: si era eccitato il porco vedendo il suo padrone servito da me.

Il padrone allora gli ha detto: “Che ne dici puttanella? Sta vacca potrebbe superarti!...Non hai paura che ti sostituisca?...Vieni vieni anche tu e mostrami che non sei da meno”

Così l'altro frocio si è inginocchiato mostrandomi tutta la sua maestosa nudità e facendomi aumentare l'eccitazione e ha iniziato anche lui a leccare i piedi al padrone.

Mentre leccavamo, le nostre bocche si incontravano così come i nostri fiati ansimanti di eccitazione e le nostre lingue vogliose ed è bastata la richiesta del padrone “Ora baciatevi” per farci incollare tra noi e limonare e slinguazzare come se non aspettassimo altro...

...ricordo la sua bocca sulla mia, le nostre lingue che si attorcigliavano e i piedi del padrone a farci da contorno...mmm!!!...e poi, mentre ci baciavamo, le nostre mani piano piano cercavano di pendere confidenza con i nostri corpi e io gliele ho fiondate sulle chiappe per poter godere delle meravigliose sensazioni date dai suoi peli del culo...mmm...mentre lui mi ha slacciato la cintura e i pantaloni e, in men che non si dica, mi sono ritrovata col culo scoperto (ho sempre una meravigliosa sensazione di freschezza quando rimango col culo al vento perché l'aria mi passa tra le chiappe umide di piacere) e il pisello duro che sentivo sbattere qua e là...

...ricordo il protrarsi di questo quadretto eccitante e ricordo la voce del padrone “Così...si...brave le mie zoccole”...

...poi il risveglio e ...la fine di un sogno!!!

I sogni di Lelly, 5 febbraio 2022

martedì 1 febbraio 2022

A LEZIONE

 Femminilizzazione forzata intro: e se fosse vero?

- Si è addormentato
- Vabbè era già cotto di suo
- Si però almeno con il sonnifero non si sveglia per qualche ora.
- Ce la facciamo a fare tutto?
- Si, in un'ora, poi lo portiamo alla saletta e istruiamo le altre ragazze.
- E se non mi casca?
- Fidati, timido com'è non oserà neanche chiedere spiegazioni.
...
Mi stiracchio un attimo, respiro un buon odore di fiori freschi e apro gli occhi sbattendo qualche volta le palpebre.
Forse mi sono addormentato mentre stavo studiando, ma guardandomi intorno capisco di essermi addormentato in classe durante l'ora di lezione, anche se strano, pensavo di essere a casa a fare i compiti.
- E tu cosa ne pensi?"
La maestra di matematica, con la bacchetta in mano mi sta indicando un'espressione algebrica, dopo l'uguale un numero cerchiato e penso che mi voglia chiedere se è giusto o sbagliato.
- Ecco, scusi un attimo.
- Vuole venire alla lavagna a risolverlo per noi?
E nel dirlo mi porge, simbolicamente, il pezzetto di gesso che tiene con l'altra mano, invitandomi ad alzarmi.
Non posso fare altro, se non alzarmi e andare alla lavagna, cercando di non fare brutte figure. Istintivamente metto le mani sulla sedia, la sposto all'indietro e appoggiando la mano sinistra sul banco mi alzo dalla parte destra della sedia.

Foto Aliexpress

È un flash, qualcosa non torna, qualcosa che non dovrebbe esserci, sono in piedi e un brivido mi accarezza le gambe, guardo verso il basso con la mia mano che si appoggia sulla gonna. Anzi, una mano con le unghie lunghe più di un centimetro, laccate di rosa che accarezzano una gonna a pieghe verde scuro; più in basso, le mie gambe avvolte da dei collant color carne ed ai piedi un paio di ballerine nere.
La mano destra si alza e va a sfiorare la camicetta attillata bianca, che fa intravedere il reggiseno nero, poi si abbassa e procedo verso la maestra, passo dopo passo, con il viso che mi sta diventando paonazzo e la bocca semiaperta con un misto di stupore e paura che però non riesce ad emettere il benché minimo suono.
Mi avvicino alla maestra, alzando la mano sinistra per prendere il gesso, quando lei, fissandolo negli occhi, mi dice: - Non è che poi ti rovini lo smalto nuovo?
Brusio di risate nella classe, ed io non riesco a risponderle, prendo delicatamente il gesso e vado verso la lavagna. Inizio a leggere l'espressione, ripercorro mentalmente tutti i passaggi e poi aggiungo un meno al risultato finale.
- Brava Michela! Ora puoi andare al tuo posto e ricominciare a fantasticare"
Mi blocco ancora, mi ha chiamato Michela? Sono confuso, forse è solo un sogno, forse se mi do un pizzicotto mi rialzo dal tavolo della mia camera
- E un'ultima cosa: la prossima volta cerca di indossare un reggiseno bianco, che qui si studia, non si pesca.
Altra risata generale ed io che mi siedo al mio posto, in silenzio, guardandomi le mani con le unghie rosa, cercando di ricordare, di capire, anche solo qualche frammento, indizio, non so.
Il suono della campanella mi desta, la maestra esce, seguita da quasi la totalità delle adolescenti presenti alla lezione, eccetto tre, che si avvicinano al mio banco, circondandolo ed iniziano a parlarmi:
- Quando finisce la lezione, posso venire a casa tua? Così me le fai anche a me delle unghie così.
- Ce-Certo - balbetto guardandomi intorno quasi per cercare una via di fuga.
- Dai, andiamo in cortile, ci sono dei ragazzi che ci vogliono invitare alla discoteca.
Prendendomi per mano, letteralmente mi trascina fuori di lì, con io che rimango in silenzio, mentre ci incamminiamo verso la pianta che c'è in mezzo al cortile, dove si intravedono quattro ragazzi, che si voltano ed iniziano a fissarci.
- Ciau, come butta? Vi presento Michela! Michela? Questi sono Fred, Ronny, Alex e Manuel.
- Piacere, alzo la mano destra in un cenno di saluto, mentre Fred si avvicina, mi serra il polso e mi sussurra all'orecchio: - begli artigli, ma mordi pure o è tutta scena?
- Ecco, io... - e poi la mia voce si blocca, si blocca quando la sua mano scende dal seno, accarezzando la mia silhouette, fino ad arrivare al ginocchio, per poi risalire con la mano, ma questa volta sotto la gonna, su, su, fino a massaggiarmi il sedere.
- Brava, docile come una cagnolina, mi piaci! Ragazze, stasera vi portiamo tutte in disco, contente?
Le mie tre compagne di classe esultano mentre io sono ancora bloccata lì, con la sua mano che continua a massaggiarmi e la sua voce che mi sussurra all'orecchio: - Stasera sarai la mia ragazza intesi?
- O... Ok! - è il massimo che posso dire, mentre Fred mi lascia e si allontana.
Le mie campagne vengono vicino a me e mi abbracciano, - Si va in disco! Sono troppo felice! Dai, tutti a casa di Michela per farsi le unghie! - tutte al settimo cielo, mi trascinano per la strada di casa, mentre io, ancora frastornata, sto iniziando a credere che sono una ragazza, ma le domande e i dubbi sono tanti. Ma di tempo per pensare non ce n'è, e suonato il campanello di casa, la porta si apre e compare mia sorella Cristina, con dietro di lei Anita.
- Allora, vi vedo su di giri, cos'è successo?
- Siamo state invitate stasera alla disco! - dice Rebecca, con le altre che iniziano a gridare per la felicità.
- E tu Michela? Non sei contenta?
- Adesso è la ragazza di Fred! - dice ancora Rebecca.
- Uhu! E come te lo ha chiesto?
- C'è stato un incontro ravvicinato! - e qui le altre fanno una specie di ola.
- Ti ha toccato il sedere vero?
- S... Si!
- E di la verità! Ti è piaciuto vero?
- S... Si!
- Allora andrai alla grande! Ho giusto un vestitino per l'occasione! Vuoi provarlo ora? Si dai! Via questi stracci e ora trasformati in Cenerentola!
Tira fuori un abito lungo di paiettes azzurre, lo alza dalle spalle e me lo appoggia davanti dicendo: - sarai uno schianto stasera.
Lo ripone sul divano e poi mi abbassa la gonna, e mentre io mi copro il pube, lei mi dice: - ma cosa ti copri? Siamo tutte donne in fondo no?
Mi tira giù le mutandine e il mio membro esce ammosciato ma esce.
- Quasi tutte donne dai! - mi strizza un occhio e mi infila dall'alto il vestito, che mi cade alla perfezione sulla mia silhouette.
- Fai un giro? Ma sei bellissima, voi che dite?
- è uno schianto! è troppo bella!
- Io giro una, due volte, ma il turbinio ce l'ho in testa, confusione, non capisco, sono una donna, sono un uomo, chi sono io?
- Dai, togliamole il vestito, non vorrei che si rovinasse prima della sera.
Me lo toglie e rimango ancora una volta senza mutande, nudo, con il membro che ora è eretto in mezzo alle gambe. Le ragazze mi guardano, mi sorridono, e mi porgono le mutandine rosse e la gonna da indossare. Senza dire ancora una volta nulla indosso tutto e poi guardo Cristina, che scoppia a ridere, mi appoggia una mano sulla spalla e dice: - Certo Marco, anche tu! Ma pensavi veramente di essere diventata una ragazza?
- Sembrava così reale, così, così...
- Ma allora stasera ti portiamo alla disco come Michela, ti divertirai un mondo!
- No, ragazze, no...
- è deciso! Sarai la ragazza di Fred! Vorrei vedere la sua reazione quando si spinge davanti e ti tocca il pacco.
- Perché mi fate questo?
- Perché tu sei la mia sorellina preferita.
Mi da un bacio, sulle labbra, le nostre labbra si appiccicano per un secondo e poi si separano. Io abbasso lo sguardo, lei mi alza il viso mettendomi la mano sotto il mento e mi sussurra: - ormai sei una donna, per il coso sotto non preoccuparti, prossimamente un giorno ti sveglierai e non ci sarà più!
- Non mi farai questo vero?
- E un paio di tette sode!
- Dimmi che è uno scherzo!
- No Michela, oggi ne ho avuta la prova! Non hai reagito, eri un po' confusa ma alla fine ti sei lasciata trascinare dall'istinto. Vedrai che col tempo ti abituerai!
- E se io non volessi?
- Tu farai tutto quello che ti dico io, perché sei fatta così, e quindi ora sei una donna, ripetilo!
Non riesco a ribellarmi, a controbattere, a pensare diversamente da lei, mi escono solo tre parole, che saranno il mio futuro e il mio destino "Sono una donna"

Storie di femminilizzazione forzata, 31 gennaio 2022