PRIMA PARTE (clicca qui per leggerla)
E così...
I due energumeni non si sono trattenuti e rientrando nella sale da pranzo hanno raccontato la loro esperienza e nella nebbia del sogno ricordo di essermi ritrovato avvolto in una coperta e trasportato come fossi la piuma che non sono tra le braccia forti, robuste e pelose di due o tre maschi che mi stavano accompagnando come fossi una regina in qualche posto che sentivo essere caldo e accogliente.
Era la sala da pranzo dove un caminetto enorme rendeva l'atmosfera molto ospitale e intima.
Beh, intima si fa per dire dato che svegliandomi definitivamente mi sono ritrovato in compagnia di almeno una decina di uomini che mi guardavano: mi sentivo come Biancaneve al risveglio nella casetta dei sette nani.
Intima, però, perché sotto alla coperta ero nudo e mi sentivo in una situazione di profondo imbarazzo e inferiorità.
I miei salvatori si sono dimostrati ospitali e invitandomi ad alzarmi, mi hanno subito offerto qualcosa di caldo da bere.
Io che sentivo ancora gli arti tutti intirizziti dal freddo mi sono alzato e coprendomi alla meno peggio con la coperta mi sono avvicinato al tavolo e ho sorseggiato, dalla coppa di metallo (tipo quelle dei castelli medievali) del vino caldo; ho accettato pensando fosse tè, però poi l'ho bevuto perché mi sembrava scortese rifiutare e non sono riuscito nemmeno a dire “No” al secondo e al terzo bicchiere.
Ma la mia resistenza all'alcool è infinitesimale e subito mi sono sentito, come dire?! Euforico, e certamente i bravi maschi sono riusciti a rendermi meno inibito. Poi hanno fatto entrare una tinozza colma di acqua e mi hanno detto: “Facci vedere mentre ti lavi: sappiamo che non ti sei tirata indietro e ti sei fatta riempire dai nostri amici, ora facci vedere che una brava scrofa si rende presentabile prima di ogni incontro galante”. A seguire, grosse corali risate, mentre io credo di avere assunto il colore del fuoco acceso su tutto il viso.
Ma sentivo di non potere sottrarmi a quella cosa e inoltre, con tutta sincerità, sentivo che mi attirava anche l'idea di essere guardato da tanti uomini.
Così,
mi sono sfilato la coperta e, tutto nudo mi sono avvicinato alla
tinozza e seduto su uno sgabello a fianco; ho imbevuto una spugna di
acqua e sapone e ho iniziato
a passarmela sulle gambe e sui piedi con molta calma e cercando di
risultare sensuale: si, volevo risultare sensuale, desideravo che mi
desiderassero, mi sentivo pienamente troia e mi piaceva, mi piaceva, mi piaceva.
Passavo la spugna sulla pelle e sentivo un brivido di piacere a quel contatto così intimo e sentivo come se gli sguardi famelici degli energumeni mi accarezzassero realmente e provavo un piacere reale.
Poi ho sentito l'esigenza di accarezzarmi con le mani e quindi, gettata la spugna (anche in senso figurato rispetto alla mia dignità e intimità da celare), ho iniziato a palpeggiarmi tutto con le mani e, posizionatomi a quattro zampe col culo di fronte al pubblico, mi sono schiaffeggiato una chiappa e sta cosa ha colpito molto i maschi presenti che hanno richiesto che la rifacessi e rifacessi e rifacessi, almeno una ventina di volte, con la conseguenza che mi sono ritrovato le chiappe rosse; ma ero contento e soddisfatto perché quegli sguardi vogliosi rivolti a me mi ripagavano di tutto quello sforzo, che poi sforzo non era ma solo puro piacere!!!
Ero talmente riconoscente a quegli uomini e sentivo di ricevere tanto dalla loro ammirazione che avrei voluto fare molto di più per farli eccitare e quindi mi sono messo su un tavolo di fronte a loro, ho allargato le gambe e col mio cazzo in bella vista ho iniziato a toccarmi e a masturbarmi il buco del culo infilando ed estraendo prima il dito medio e poi anche l'indice e poi anche l'anulare dimostrando a tutti che non ero di certo vergine di culo data la facilità di ingresso e divertendoli al punto che qualcuno mi ha lanciato della verdura e della frutta a partire da una carota che io ho subito portato alla bocca per mangiare ma poi, ridendo maliziosamente, l'ho solo riempita di saliva per renderla scivolosa e poi in men che non si dica me la sono infilata nel culo tra le urla di incitamento dei presenti.
Dalle innocue carotine sono arrivato poi all'intero gambo di sedano e mi sono ritrovato a farmi guardare mentre me li infilavo su per il culo e poi mi sono pure alzato e, con qualche difficoltà, ho mostrato come riuscivo a camminare in posizione eretta mentre il fogliame del sedano mi usciva dalle chiappe.
I maschi si stavano divertendo e ne ero gratificato; anche il gioco dell'arancia è piaciuto molto: mi infilavo un'arancia in culo e poi mi accucciavo e la facevo cadere a terra oppure mi mettevo a quattro zampe e la espellevo con forza. Ho dovuto accontentarli e, su richiesta, l'ho fatto almeno cinque volte.
Gli applausi erano tanti e rendevano onore alla mia fatica: mi stavo svergognando di fronte a quella platea e sta cosa mi stava dando un piacere infinito; ho voluto quindi proseguire e con coraggio mi sono avvicinato al pubblico e ho iniziato a toccarlo e ad estrarre uno ad uno i cazzi che mi rimbalzavano sulle mani e me li portavo al viso e in bocca e…
Uno, due, tre, quattro: sentivo di non averne mai abbastanza e non mi sono fermato fino a che uno ad uno non mi hanno sborrato addosso, in bocca, nel culo. Ero pieno di sperma e gratificato quando l'ultima sborrata mentre il pubblico si era dissolto e impegnato a ripulirsi e solo pochi mi stavano guardando, è stata la mia: un paio di stantuffate con la mia mano e il mio sperma mi è schizzato tutto addosso come se la mia pelle fosse una calamita per sborra dandomi convulsioni e piacere come raramente è successo.
Poi ancora il sonno ad accogliermi e ad accompagnarmi alla mia reale sveglia mattutina.
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