FEMINIZED STORIE vol.2

FEMINIZED STORIES vol.2

Ed eccolo qui! Il nuovo libro della Vale. - (clicca sulla scritta sopra per leggere l'articolo) - Ancora una raccolta di racconti sulla ...

sabato 28 agosto 2021

Domina

Femminilizzazione forzata intro: ...quando pensi di sapere tutto

Finalmente ha mollato il colpo; dopo aver insistito ed insistito ancora, sono riuscito a farle dire la frase "vuoi venir su a bere qualcosa".

Diciamo che il mio istinto ancora una volta ci ha visto giusto: sono quelle piccole cose, il titubare, la mano che trema un po' se sfiorata; sono segnali di quel "vorrei" ma non ho il coraggio di chiederlo, devono essere corteggiate, rassicurate e manipolate.

Quindi dopo averla riportata quasi sulla porta di casa, scendo dalla macchina, vado dalla sua parte e le apro la portiera con un piccolo inchino. Lei ringrazia sommessamente: so che a queste cose le donne vanno pazze, e queste cose a volte sono la chiave per ottenere altro e di più.

Saliamo le scale, due piani, la mia mano destra attorno alla vita scivola sul suo gluteo, la sua mano sinistra che mi tiene l'avambraccio ha un fremito, lo sento, altro segnale che sta lentamente cadendo sotto il mio controllo. Non penso che ci vorrà molto, qualche moina sul divano e poi si arrenderà. Non penso neanche di trascinarla in camera da letto, sul divano andrà più che bene.

Apre la porta ed entra, io la seguo, imbarazzata mi dice "vuoi sederti sul divano?" Io le do un bacio innocente sulla guancia e senza dire niente mi metto sulla parte sinistra, allargando un po' le gambe e facendo scorrere la mano sull'inguine.

La vedo come mi guarda, non riesce a star più nella pelle, vorrebbe saltarmi addosso ma ha paura, rimane lì immobile a fissarmi, mentre io le dico "potresti metterti qualcosa di carino mentre io preparo un drink".

"Oh si scusa, torno subito" dice scuotendo la testa come per svegliarsi; ho fatto centro, forse ancora più facile di quanto credevo, mi alzo e mi dirigo verso una vetrinetta: tiro fuori due bicchieri e una bottiglia di whisky, ne verso tre dita in ognuna, e poi le sistemo sul tavolino davanti al divano, mi siedo e la aspetto nella medesima posizione di prima.

Il rumore della porta che si apre e sposto lo guardo verso di lei che esce dalla zona notte: i miei occhi si sgranano, non riesco a capire che cosa sto osservando e ci metto qualche secondo per mettere a fuoco la situazione.

"Ti ho spaventato?"

La sua voce è più sensuale di prima, però non riesco a togliermi di dosso il completo che sta indossando: un abito di pelle nero che arriva fino al ginocchio, calze a rete viola, stivaletti di pelle nera ed in mano un paio di manette ed una frusta.



"N...no Ti avevo preparato un drink", deglutisco, mentre lei si avvicina, comincio a sentire caldo mentre con una mano allargo la cravatta come se stessi a corto di fiato. Lei si siede accanto a me, posando il frustino sulle mie gambe e cominciando a slacciarmi la camicia, per poi sfilarla assieme alla cravatta; rimango li a petto nudo, in uno stato di agitazione mai provato prima, mentre fa passare la mano sinistra dietro la mia schiena prendendomi il polso sinistro, mentre con la mano destra sulla schiena mi spinge e mi mette con il petto sullo schienale. 


Non riesco a fare il ben che minimo movimento e ad opporre resistenza, sento solo il clac delle manette che legano le mie mani dietro la schiena; mi rigira e comincia a sfilarmi pantaloni e mutande, calze e scarpe e poi col frustino accarezza il mio membro che è diventato duro e cerca qualsiasi cosa da penetrare.

"Avevi altri piani cucciolo?"

"No, ma cosa intendi, ti posso spiega..."


Non faccio in tempo a terminare la frase che mi appoggia il primo bicchiere sulla labbra, costringendomi a berlo alla goccia, seguito a breve giro dal secondo.

"Adesso liberami immediatamente!"

"Uhu, che carattere, ti piace dominare vero?"


"No scusami, ho sbagliato, non volevo farti nulla..."


Non mi lascia finire la frase che mi inserisce una pallina di gomma dura in bocca, e me la fissa alla nuca con un cinturino. Bofonchio qualcosa, faccio qualche verso, e poi lancio un urlo soffocato quando il suo frustino colpisce con veemenza il mio membro eretto.

"Vediamo quanto tempo ci mette a piegarsi"

Altri tre colpi, seguiti da altrettante urla di dolore, ma il membro rimane sempre li, eretto, mentre io inizio a piagnucolare rannicchiandomi per non farmi colpire nuovamente.

"Ecco, un'altra donnicciola. Ecco, forse è questa la tua indole".

E guardandomi con un ampio sorriso prende da dietro il divano un sacchetto, ne tira fuori una parrucca ed alcuni vestiti.

La guardo con gli occhi sgranati, come a volergli dire: "no, non farlo!" Ma lei, leggendo il mio terrore negli occhi, sembra eccitarsi ulteriormente e inizia a prendere oggetti da quel sacchetto enorme: per primo un paio di cavigliere per impedirmi ulteriormente i movimenti, poi un completino da cameriera, reggiseno imbottito senza spalline che mi allaccia sul dietro e un grembiulino nero col pizzo e laccetti bianchi che mi lega attorno alla vita con un fiocco all'altezza dell'ombelico; infine una parrucca riccia castana, coi capelli che arrivano alle spalle.

"Ora però devi stare ferma! Anche se sei una sguattera, un minimo di trucco ci vuole".

E sedendosi a cavalcioni su di me, con le gambe aperte e con il fondo schiena che va a cercare il mio membro ancora in erezione, inizia a truccarmi gli occhi, con ombretto, matita e mascara, per poi mettermi il rossetto, nonostante ho ancora quella fastidiosa pallina in bocca.

"Voilà! Siamo quasi pronte! Mancano solo le scarpe!" E da sotto il divano tira fuori una scatola, scarpe nere piene di laccetti con un tacco improponibile: praticamente una volta indossati e stretti, anche se sono sdraiato mi sembra di stare in punta di piedi.

Driinn driinn

Due suoni di campanello che mi fanno sobbalzare, lei mi accarezza dolcemente il viso e guardandomi un po' intristita mi dice: "dobbiamo andare ora"

"Ora dove?" farfuglio con la gag-ball, mentre lei mi tira in piedi e fa un breve sorriso mentre barcolla e faccio fatica a mantenere l'equilibrio.

Prende da un cassetto una catena lunga un metro ed aggancia il moschettone alle mie manette: "su andiamo! E non fare brutta figura!"

Apre la porta e mi trascina fuori sul corridoio. Incrociamo un'altra donna che tiene al guinzaglio la sua cameriera, ci guardiamo con un misto di terrore e sollievo, pensando di non essere soli, ma al tempo stesso spaventati per quello a cui andremo incontro.

I cinquanta metri di corridoio con quelle scarpe ai piedi sono una tortura, rimaniamo impietriti dalle due donne che parlano sottovoce, soprattutto quando accennano al fatto di "fare molti soldi".

La porta si spalanca ed entriamo in un ampio salone, un signore ci applica un'etichetta adesiva con un numero, il mio è il 5, quello dopo di me il 6; guardando verso sinistra vedo altre 4 cameriere, incatenate come me, con la catena collegata ai polsi fissata sul soffitto.

Mi accompagnano a fianco delle altre malcapitate, la mia catena viene collegata ad una che penzola dal soffitto, viene azionato un verricello che mi alza le braccia fino a che rimango così tesa che quasi non tocco con le punte dei piedi il pavimento.

Una voce da un altoparlante dice: "controlliamo le ultime due e poi iniziamo", mentre qualcuno mi infila qualcosa di grosso nel fondo schiena, facendomi emettere un urlo di dolore.

"Partiamo! Verrà estratto prima il numero, poi inizierà la contrattazione. Primo numero estratto il 5, quarant'anni, fisico asciutto, e li sotto è ancora vergine. Base d'asta 500€ per due giorni All-Inclusive, a partire da ora!"

Un colpo di martelletto e poi una sfilza di voci e prezzi: non riesco a vedere alcunché perché ho un faretto puntato addosso che mi sta accecando, poi sento tre colpi ed una voce che dice: "venduta per 2100€ al Signore in blu"

La signora che mi ha accompagnato si avvicina, mi toglie cavigliere e polsiere, gag-ball, reggiseno e grembiulino, lasciandomi completamente nudo davanti a lei; mi sussurra un timido grazie e mi da un bacio sulla guancia.

La guardo mentre si incammina verso il banco per ritirare il suo assegno quando un voce maschile mi dice:"ora per due giorni sarai mia cagnetta! Chiamami padrone!"

Quasi senza pensarci dico in automatico "Si padrone" guardandolo con uno sguardo innocente, mentre lui in tono brusco mi mette un collare collegato ad una catena e mi fa indossare una vestaglia azzurra che mi chiude con una cintura bianca alla vita.

"Mi hanno detto che ti piace dominare, ma diventerai docile come un cagnolino, così ti passerà la voglia di usare le femmine e di prenderle in giro!"

E poi con una mano sulla nuca mi spinge tra le sue labbra in un bacio appassionato: dapprima cerco di resistere, ma poi mi lascio andare quando la sua lingua cerca la mia, e mentre fa ciò, l'altra mano mi stringe con forza una natica schiacciandosi a me e facendomi sentire il suo membro in erezione sul mio ventre.

Dopo di che indietreggia, mi guarda negli occhi e mi dice: "sei proprio una cagnetta docile, mi sa che mi divertirò un sacco ad umiliati; in fondo, per tutto quello che hai fatto, te lo meriti!"

E dicendo ciò, mi trascina, al guinzaglio, fuori dalla stanza!


Storie di femminilizzazione forzata, by Vale84cd – 28 agosto 2021

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