FEMINIZED STORIE vol.2

FEMINIZED STORIES vol.2

Ed eccolo qui! Il nuovo libro della Vale. - (clicca sulla scritta sopra per leggere l'articolo) - Ancora una raccolta di racconti sulla ...

domenica 25 luglio 2021

Costrizione

 Femminilizzazione forzata intro: ...quando si passa da un gioco a...

 "Bella casa che hai trovato Luca, ti faccio i complimenti"

"Grazie, non l'ho pagata poi neanche tanto, come ti avevo detto l'ho presa all'asta"

"Ma era già arredata?"

"No, praticamente vuota, il piano terra e il primo piano, però avevo già i miei mobili. Solo il piano interrato c'è una camera un po' particolare."

"Particolare in che senso?"

"Dai, scendiamo che faccio prima a fartela vedere".

Apre la porta a doppia mandata e scendiamo in questa scaletta un po' stretta e male illuminata: si svolta a destra, un lungo corridoio dove leggo le scritte "caldaia" e "cantina", fino ad arrivare ad una porta con l'insegna "sala prove".

Entriamo: le lampade a neon, dopo aver lampeggiato per qualche secondo, inondano di luce la sala.

Rimango con gli occhi spalancati: in mezzo a quella stanza c'è una gogna, in legno, fissata a terra, alla parere una rastrelliera con fruste, catene e altre cose simili.

"Hai visto che roba? Pazzesco! Non credi Marco?"

"Ma chi è che ci abitava qui?"

"Non lo so in realtà, però mi sa che sono dovuti scattare in fretta e furia; questa la uso per fare le foto tipo Gardaland. Vuoi provarci?

"Ma si va!"

Apre la gogna, ci infilo la testa e le mani e Luca la richiude, serrando il lucchetto.

"Però le mani riesco a toglierle", ed infatti con qualche movimento riesco a liberarmi della sinistra e reinfilarla nel buco.

"Ah per quello ci sono queste" e prendendo un paio di manette di cuoio, me le fissa ai polsi, e poi indietreggiando mi fa: "un bel sorriso".

Qualche foto, poi gli dico: "Ok, ora fammi uscire di qui"

"Va bene, prendo le chiavi a arrivo"

Va dietro di me, sento che armeggia e dice: "Ma erano qui!"

"Oh, vedi di non fare scherzi"

"Ecco, trovate!" Aspetto che sbuchi alla mia vista da destra o da sinistra, quando delle mani afferrano entrambe le mie caviglie, mentre qualcuno mi slaccia la cintura e mi sfila i pantaloni.

Inizio a dimenarmi ed urlare, ma poi mi blocco perché mi tirano all'indietro e il collo rimane teso e mi sembra di soffocare. Dopo avermi sfilato pantaloni, mutande, calze e scarpe, sento qualcosa che mi serra le caviglie, sento che mi infilano un paio di scarpe, strane, che mi stringono con dei lacci e mi costringono a stare sulle punte dei piedi e poi mi allargano le gambe a più di un metro di distanza, penso con un'asta fissata alle caviglie.

Mispostano più in avanti e inizio a respirare ad ampie boccate, quando Luca compare alla mia sinistra, agitando un mazzo di chiavi vicino al suo volto e dicendomi “Eccole qui”.

“Luca che cosa stai facendo, liberami subito!”

“Tranquillo Marco, ancora qualche attimo di pazienza, ma perché? Non stai comodo? Non ti piace?”

“Ma sei rimbambito? Liberami subito e toglimi questa roba di dosso!”

Faccio appena in tempo a dire questa frase, che mi inserisce qualcosa in bocca, la stringe con dei lacci alla nuca costringendomi a spalancare la bocca: cerco di dire qualcosa, ma escono solo dei mugugni soffocati, cerco invano di liberarmi, ma sono bloccato e qualunque tentativo mi provoca dolori.

“Se fai come ti dico io ti libererò tra poco, fai un cenno con la testa”.

Sono quasi in panico e senza pensarci un attimo annuisco.

“Devo solo farti un po’ di foto, tranquillo, non si riconoscerà la faccia; mi sarebbe servita una donna, ma sai com’è, mi avrebbero denunciato per violenza”.

Io lo guardo con una faccia terrorizzata.

“Tranquillo, ti metto solo un po’ di smalto sulle mani e un po’ di trucco sul viso, e tra meno di mezz’ora ci beviamo una birra e ci ridiamo su. Però se fai problemi rimani così per tutta la notte”

A quest’ultima idea, rabbrividisco e con il viso chinato gli faccio intuire che mi sono arreso.

Mi toglie il bavaglio e praticamente rimango con le mani e il viso immobile mentre mi trucca e mi mette una parrucca a caschetto biondo in testa.

“Sei stupenda Sonia, ti piace come nome?”

“Vaffanculo Luca”

“Però non sei molto educata, ma forse posso fare qualcosa per te”

Lo guardo di traverso mentre dalla parte di destra entrano due ragazzi, dico ragazzi perché praticamente sono nudi e si avvicinano con il loro membro a meno di un metro dal mio viso.

“Sonia ha appena detto che regala il suo sederino ad uno di voi due”

“Ma cosa stai dicendo Luca”

“Sonia, non sei nella condizione di poter decidere qualcosa, volevo farti un favore, farti penetrare da Luigi che c’è l’ha più piccolo, ma ci penserà Mario, mi piace l’idea di vederti frignare e supplicarmi!”

“No, no, aspetta, non vorrai mica…”

Mario scompare alla mia vista, sento la sua mano che mi mette una sostanza viscida in mezzo alle natiche e poi sento qualcosa di duro che tenta di penetrarmi dentro. Sento dilatarmi il di dietro in modo innaturale, sento delle fitte e il dolore che aumenta, sento che cinge le sue mani sui miei fianchi, sento che mi tira verso di se e contemporaneamente me lo spinge dentro.

Lo sento che è grosso, che fa fatica a farsi largo, sento che lo sfila e lo infila più volte, con colpi decisi, ed ogni colpo mi provoca dolore ed ad ogni colpo emetto delle grida e le lacrime cominciano a rigarmi il volto, mentre intravedo Luca che mi sta scattando delle foto e se la sta ridendo beatamente.

Le gambe cominciano a tremare, con la voce piagnucolante cerco di chiedere di smettere, ma si avvicina Luigi, che mi costringe a prenderlo tutto in bocca.

“Brava, Sonia! Se riesci a fare un bel sorriso, tra poco è tutto finito!”

Incapace di smettere di singhiozzare, di urlare col membro di Luigi in bocca, con il sedere che ormai è un dolore continuo, abbozzo un sorriso, mentre Mario aumentando la frequenza, me lo stringe con due mani ed inizia a masturbarmi velocemente.

Un colpo secco! Sento qualcosa di strano dentro di me, gli vengo tra le mani, mentre Luigi si toglie e mi permette di lanciare un urlo di dolore misto a piacere che si trasforma in un pianto.

Luca allora appoggia la mano sul mento e mi alza il viso e guardandomi mi dice “Allora hai goduto Sonia?”

Io chiudo gli occhi e comincio a piangere, mentre sento che mi vengono tolte le manette ai polsi e alle caviglie. Poi Luca toglie il lucchetto alla gogna, la apre, mi aiuta a sollevarmi a mi fa sedere sul divano al lato della stanza.

Io mi accascio su di lui, sfinita, con le gambe che tremano e con un singhiozzo continuo che non riesco a frenare.

“Sei stata magnifica! Ma non pensare che sia finita qui”

Io alzo lo sguardo verso di lui terrorizzato, vedo che ride, che ride, mentre qualcuno mi afferra per le mani e mi trascina dall’altro lato della stanza: Luigi apre una gabbia di ferro di un metro per un metro, prima di scaraventarmi dentro mi fissano un boccaglio con un lucchetto e poi mi chiudono dentro. Col volto terrorizzato li guardo, prendo con le mani le sbarre di quella prigione e urlo, urlo, mentre loro alzandosi e ridendo, spengono le luci e abbandonano la stanza.

 Storie di femminilizzazione forzata, by Vale84cd – 25 luglio 2021

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