FEMINIZED STORIE vol.2

FEMINIZED STORIES vol.2

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domenica 16 agosto 2020

Sogno 2020-08-13

Morfeoland, 13 agosto 2020

Son felice di pubblicare un racconto un po' diverso dai miei, il perché? Perché si tratta di un sogno della mia amica Lelly, che ha avuto il piacere di condividerlo con me e con voi.

Ora non mi ricordo molto del sogno che ho fatto stanotte, ma rammento che mi son trovata davanti ad un locale gay e non volevo entrare ma poi, probabilmente facendo leva sulla mia resistenza, mi ci son trovato dentro e mi piaceva: mi piaceva anche se non mi considerava anima viva, ma a me quella atmosfera mi rilassava.

Poi inquadratura (come fosse stato un film) sul barista che con un cenno della testa segnala me a qualcuno in mezzo al locale: io che vado un po' in ansia e voglio uscire e cerco di pagare la consumazione ma, mi cade tutto e...

A darmi una mano a rialzarmi c'è un gran bel pezzo di macho che, OH NO, aiuto! Fatemi pagare che me ne vado; invece no, resto perché sono tutti gentili qui, no vado che altrimenti chissà cosa mi metto a fare.

Alla fine però resto perché l'uomo con la camicia di Jeans che mette in risalto la grossezza delle spalle, mi dice di rilassarmi e indicandomi di stare in silenzio, mi sfila le scarpe e le calze e inizia a massaggiarmi i piedi e mi chiede se mi piace; io rispondo col solo movimento del viso perché il rossore e l'imbarazzo mi hanno bloccato tutto.

Sento la sua lingua tra le mie dita e mi eccito tutto soprattutto quando la sua mano raggiunge il mio pube, sopra i pantaloni; ma sento un brivido e quindi la raggiungo con la mia mano per spostarla ma per qualche secondo devo tenerla lì e con la mia mano premo la sua sul mio pacco e lui se ne accorge perché mi sorride. Cerco di fargli capire che non mi interessa andare oltre perché non sono frocio: ah si, questa è proprio bella!

Beh, non sono frocissimo (raccontala a qualcun altro), beh insomma, sarò pure frocio ma non mi piace… ma invece mi piace tantissimo, però devo fare la scelta giusta e divincolandomi mi accorgo che tutti i presenti guardavano noi e io sprofondo di vergogna nel dubbio che tutti avessero visto che mi è piaciuto anche se ho cercato di fare di tutto per mostrare che non era così.

Cerco di convincermi che la mia mascolinità, la mia virilità e la mia eterosessualità non sono stati messi in discussione ma, nonostante sia uscito dal locale, i miei piedi nudi mi ricordano, ad ogni passo, che quando me li leccava quel maschio io godevo come una vacca e mi sono emozionata come non vorrei...

E poi mi sveglio e i miei mille dubbi che dubbi non sono (ma diciamo, il doveroso mantenimento della mia immagine) tornano a farmi compagnia ancora più assiduamente di prima.


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