FEMINIZED STORIE vol.2

FEMINIZED STORIES vol.2

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domenica 29 marzo 2020

ACCORDO RAGGIUNTO

Femminilizzazione forzata intro: fino a che punto si è disposti ad arrivare per raggiungere l'obiettivo?

Venerdì scorso sono stato assunto dal signor Werd con un contratto a tempo determinato di un mese; la mia mansione è quella di segretario: tenere l’agenda degli appuntamenti o colloqui con le varie persone che chiamano. Per ora sono in apprendistato, fino a martedì Carol mi ha spiegato pressappoco cosa dovevo fare; Carol era la segretaria precedente, che ora è diventata assistente personale di Lumir Werd, quindi fissa gli appuntamenti che poi passa a me da mettere in agenda, mentre da due giorni posso chiedere a Sharon, che pressappoco è la dirigente del personale dell’ufficio e gestisce e programma il lavoro degli altri otto dipendenti, tre uomini e cinque donne.

Il nostro ufficio si occupa di marketing: siamo l’anello di congiunzione tra chi cerca del personale per realizzare campagne pubblicitarie e le agenzie che formano gli attori; non c’è mai contatto diretto tra le parti, è sempre la nostra azienda a mediare: domanda e offerta, niente di più semplice, e con ricerche di mercato troviamo chi è più adatto sia in termini di costi che di qualità.

Il signor Werd è una persona eccentrica, il che non sembra centrare niente con le sue origini tedesche: è molto aperto, allegro e socievole, anche perché non c’è da parte nostra la possibilità di fare grossolani errori. L’agenda giornaliera non è mai piena ed anche chi non ha appuntamento, può essere ricevuto; inoltre tutte le decisioni le prende lui, ed è molto preciso nel ratificare e mandare e-mail con l’esatto contenuto del contratto da verbalizzare e controlla persino il documento definitivo.

Mi hanno detto gli altri colleghi, che a volte ha dei comportamenti strani o che costringe i dipendenti a vestirsi in un determinato modo, a seconda di come gli gira la giornata, ma in questa settimana non ho avuto modo di sperimentare; l’unica osservazione che il signor Werd mi ha fatto è quella di radermi il pizzetto, perché nell’ufficio, solo lui può portare la barba, ma questo sinceramente non mi ha creato problemi.

Ad inizio pomeriggio stavo controllando gli appuntamenti della giornata odierna e dei giorni seguenti, quando ricevo un messaggio dal signor Werd che vuole che mi presenti nel suo ufficio; il suo ufficio è al centro della stanza, un amplio locale sei metri per sei a vetri, con specchi esterni, per cui chi è fuori non può vedere l’interno, mentre da dentro si vede tutto dell’esterno. Mi alzo e in una decina di passi busso ed entro nell’ufficio, ad aspettarmi ci sono anche Sharon e Carol.

“Bene, eccoti qua, come stavo dicendo poco fa, oggi pomeriggio alle 16 ho un appuntamento con il signor Bryan e devo discutere di un affare importante, se va in porto questo contratto ci porterà un bel po’ di lavoro e forse anche un paio di assunzioni; è un ragazzo sveglio, ma affascinato dai tacchi a spillo, quindi ho bisogno di voi tre per riuscire a pescare questo grosso pesce”.

Nat, tu che sei un ragazzo in gamba, chi preferisci tra Sharon e Carol?”

Diciamo che in pochi secondi sono diventato rosso come un peperone e per alleviare la tensione, Sharon esclama “Lumir, così lo metti in imbarazzo. La domanda più giusta è quale vestito ti piace di più tra i nostri due”.

Tutte e due portavano tacchi a spillo da 12 cm e autoreggenti nere: Carol aveva una gonna rosa chiaro ed una camicia bianca di raso, mentre Sharon un tubino azzurro, che lasciava intravedere i reggicalze.
Dopo un attimo di esitazione dico “preferisco quello di Sharon, è molto più scollato, elegante, e un un non so che di intrigante”.

“Quello che avevo pensato anch’io, grazie Nat, ora d’accordo, siamo una squadra, pronti a darmi una mano?”

Questa frase, che sembrava una domanda, era in realtà in ordine ed accettandola, noi tutti eravamo consci di accogliere le richieste di Lumir, qualunque esse fossero.

Rispondiamo all’unisono con un “si, signor Werd”.

“Bene, grazie mille, sapevo di poter contare su di voi, Carol, prendi quella scatola che c’è accanto al divano e voi due, spogliatevi”.

Io e Sharon rimaniamo un attimo sbigottiti, poi iniziamo a svestirci, rimaniamo in mutande io e con il reggiseno e mutandine lei.

“Dai su, avete per caso freddo? Toglietevi tutto, vi voglio come mamma vi ha fatti”.

Quindi eseguiamo, un po’ imbarazzati, mentre Lumir e Carol ci guardano in modo compiaciuto.

“Toglili quella peluria che ha sulle gambe” rivolto a Carol “e tu, occupati delle unghie” rivolto a Sharon.

Con un epilatore Carol comincia a radermi le gambe partendo dalle cosce,e mentre io rimango li in piedi con l’eccitazione che mi sta salendo, Sharon mi prende le mani e inizia ad applicarmi delle unghie finte di colore rosso sulla mano destra; una volta terminato di radermi, Carol mi massaggia con una pomata rinfrescante la mia pelle arrossata, mentre Sharon, finisce la mano sinistra.

“Vestilo” e Sharon prende i vestiti che si è appena tolta e si avvicina verso di me: mi infila le calze di nylon e il reggicalze; dopo avermi fissato il tutto, mi infila le sue mutandine, ancora calde e umide, mentre Carol mi applica due piccole protesi di silicone, per poi fissarle col reggiseno senza spalline color carne.

“Alza le braccia” e con un rapido gesto mi infilano il tubino sul mio corpo: essendo più alto, le mie gambe lasciano chiaramente vedere il reggicalze, l’unica nota stonata era il mio membro in erezione che gonfiava la parte anteriore del vestito.

“Eccoti queste” e inginocchiandosi davanti a me, il signor Werd prende delle scarpe con tacco a spillo nere con i laccetti “sono della tua misura” e me le infila con delicatezza, mi accarezza dapprima le gambe, per poi salire su fino al mio membro. Sharon mi allacciò i laccetti, mentre Lumir, alzandomi il vestito, mi sussurra nell’orecchio “masturbati”.

Mentre Carol inizia a truccarmi, applicandomi il fondotinta, cipria, ombretti e mascara, io inizio a masturbarmi con la mia mano destra: il solo vedere le unghie rosse, aumenta il mio desiderio e non mi fa pensare che sono a stretto contatto con due ragazze e il mio capo.

Vengo dopo meno di due minuti sulla mano: Lumir me la prende e me la avvicina alla bocca dicendomi di ripulirla tutta leccandola. Poi, mentre Sharon mi pulisce prima la bocca, poi la mano e il mio pene con delle salviettine umidificate, Carol come tocco finale mi mette il rossetto sulle labbra.

Risistemate le mutandine e applicatami una parrucca nera a caschetto, Sharon mi accompagna verso la mia scrivania e noto gli sguardi divertiti dei miei colleghi: faccio fatica a camminare con i tacchi a spillo ed a ogni passo il vestito sale su facendo intravedere le mie natiche: ad alta voce Sharon mi dice “dai Natalie, facciamo qualche giro dell’ufficio”.

Cinque minuti di imbarazzo con un sottofondo di risate sommesse, poi seduta sulla scrivania a riprendere il mio lavoro, con lo sguardo che ogni tanto andava verso l’ufficio a vetro, conscio che dall’altra parte, il capo non ha distolto gli occhi da me per un solo attimo.

“Sta arrivando” mi avvisa Carol e dopo un minuto, un ragazzo alto due metri si avvicina alla mia scrivania e mi guarda: capelli ondulati castani e occhi verdi, mi sorride ed io “signor Bryan” con una voce stranamente femminile “la stavamo aspettando, la accompagno subito dal signor Werd”.

Mi alzo e sono al suo fianco: un metro e ottantotto e con il tacco dodici, i nostri sguardi si incrociano “mi segua” e con una rapida mossa si avvicina alla mia sinistra e mi appoggia la sua mano destra sul gluteo sinistro scoperto, stringendomelo. Io sobbalzo un attimo ma proseguo, con la sua mano che sembra spingermi all’interno dell’ufficio di Lumir.
Una volta dentro, nell’attimo in cui sto per uscire, il capo mi dice “rimani qui Natalie” e indicandomi la sedia di fianco all’ospite, lo accontento sedendomi di fianco all’ospite. Mezz’ora di discussione anche con toni accesi, poi alla fine, appianate le divergenze, Bryan accetta l’accordo, ma a una condizione: alza la sua mano destra fino a sfiorarmi le labbra, mentre la sua mano sinistra accarezza il suo membro, che comincia ad andare in erezione.

Quasi senza bisogno di chiederlo, mi alzo, mi inginocchio davanti a lui, e comincio ad slacciare la cintura ed aprire i quattro bottoni dei jeans: abbasso le mutande e prendo il suo membro tra le mani. Il passo successivo è stato un turbine di emozioni: l’eccitazione aumentava ogni volta che mi entrava e usciva dalla bocca, anche se laggiù, stranamente non provavo niente; stringendo con le mani le sue natiche, mentre Bryan mi aiuta tenendomi la testa con le mani, aumento la frequenza: sento che inizia ad emettere dei rantoli di piacere ed allora aumento sempre di più fino a che la mia bocca si riempie di una sostanza calda.

Lecco avidamente tutto, infilo il suo membro esausto nelle mutande e riallaccio bottoni e cintura. Poi mi alzo e mi posiziono di fianco a Lumir, Bryan mi guarda, fa un sorriso e dice “Alla prossima, signor Werd!” E con un breve inchino, esce dalla stanza e viene accompagnato all’uscita da Carol.

Lumir mi da un bacio sulla guancia e mi dice “brava la mia bambina” e mettendomi la mano sul fianco e stringendomi a se, mi porta fuori dall’ufficio:

“Grazie a Nat, abbiamo ottenuto un accordo e per festeggiare ci sarà un bonus di 500€ in busta paga per tutti”. Si alza un ovazione nell’ufficio, mentre all’orecchio, Lumir mi sussurra “Per te Natalie, un bonus di 2000€”.

Con un cenno della mano, il signor Werd zittisce il personale festante: “e ovviamente da ora in poi, il vostro collega Nat, dovrete chiamarlo con il nome Natalìe” , nel dire questo, fa scendere la sua mano giù per i fianchi ed infila le sue dita in mezzo alle natiche. D’istinto le stringo, ma poi le rilascio facendole entrare; emetto un sospiro di piacere, mentre mi sussurra ancora nell’orecchio “io ti chiamerò semplicemente Puttanella”.

FINALE ORIGINALE

“grazie a questo accordo, ci sarà un bonus di 500€ per tutti sulla busta paga, mentre Nat, per te, un bonus di 2000€”

Ci fu un applauso generale, zittito dal signor Werd che agitò la mano in segno di far smettere gli applausi, “e ovviamente da ora in poi, il vostro collega dovrete chiamarlo sempre con il nome Natalìe o più semplicemente, PUTTANELLA”.

Storie di femminilizzazione forzata, by Vale84cd -  28 aprile 2017 

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