Arrivo alle ore 20 dai miei amici: c'eravamo dati appuntamento a casa loro, per una cenetta veloce a base di pizza, che ordinavano loro e di birra, che portavo io, e poi la serata sarebbe continuata in qualche pub nel centro.
Suono al campanello ed esordisco con un: - Birre in arrivo! - Mi accolgono con una risata, aprono e percorro il corridoio, una rampa di scale, per arrivare al loro appartamento.
Entro ed abbraccio prima Giovanna, e poi un cinque a Giuseppe. Parliamo e scherziamo prima che la porta si chiuda, poi andiamo a sederci in sala, mentre mi dicono che la pizza arriverà tra una mezz'ora circa.Dopo una mezz'ora suona il campanello e Giuseppe apre il portoncino al ragazzo delle consegne.
- Vai tu a prendere le tre pizze? Sono già pagate.
Mi alzo e mi dirigo verso la porta, la apro e vedo apparire un ragazzo muscoloso, sulla quarantina che mi guarda strano.
- Ecco le quattro pizze!
- Quattro? Ci dev'essere un errore. Dovrebbero essere tre!
- Nessun errore!
Entra e chiude la porta dietro di sé; io lo guardo un po' intimorito, mentre lui con uno sguardo strano che non riesco a decifrare.
- Ah ecco Luigi. Sei arrivato!
- Si, ho preso le pizze dal fattorino!
- Bravo, come farei senza di te!
- Appunto. E' lui la mia ricompensa?
Mi indica e tutti e tre si mettono a ridere, mentre io li guardo non capendo cosa intendono.
- Dopo la pizza, sennò si fredda!
Mangiamo, conosco il nuovo arrivato, anche se non capisco cosa ci faccia nella nostra cena tra amici. Si ride e si scherza, ma ogni tanto i tre si guardano e si mettono a ridere apparentemente senza motivo.
Alla fine, una volta sparecchiato, Giuseppe dice: - Allora andiamo?
Giovanna dice stizzita: - Voi uomini! Fateci almeno preparare!
Si gira verso di me e mi fissa: - Non vorrai uscire con quel vestito lì?
Io mi guardo e decido di seguirla, pensando che voglia darmi uno dei vestiti di Giuseppe, che non usa più.
Entriamo in camera e vedo adagiato sul letto, un completino di lingerie nero e un tubino nero con una cintura bianca.
- Ti ricordi che mi devi un favore vero?
- Ehm si!
- Stasera esci con noi come Paola!
- Ma non si potrebbe...
- Vuoi che racconti tutto?
- Non lo farai vero?
- Se vuoi rischiare...
Io penso tra me e me per qualche secondo, poi deglutisco e la guardo con un'espressione di pietà.
- Tranquilla ti trucco io. Sembrerai una donna questa volta.
Inizio a svestirmi ed indosso prima le mutandine, poi il reggiseno che Giovanna mi aiuta ad allacciare. Le calze autoreggenti e poi il tubino, che mi calo dall'alto.
Guardo il rigonfiamento del mio membro e divento rosso, mentre Giovanna mi dice: - Puoi diventare rossa quanto vuoi, tanto verrà tutto coperto dal fondotinta.
Chiudo gli occhi e lei in circa venti minuti completa l'opera; parrucca riccia e scarpe col tacco.
Sono imbarazzato, le guance quasi mi stanno andando a fuoco, ma guardandomi allo specchio vedo una figura femminile che sembra accennare un timido sorriso.
- Ecco le quattro pizze!
- Quattro? Ci dev'essere un errore. Dovrebbero essere tre!
- Nessun errore!
Entra e chiude la porta dietro di sé; io lo guardo un po' intimorito, mentre lui con uno sguardo strano che non riesco a decifrare.
- Ah ecco Luigi. Sei arrivato!
- Si, ho preso le pizze dal fattorino!
- Bravo, come farei senza di te!
- Appunto. E' lui la mia ricompensa?
Mi indica e tutti e tre si mettono a ridere, mentre io li guardo non capendo cosa intendono.
- Dopo la pizza, sennò si fredda!
Mangiamo, conosco il nuovo arrivato, anche se non capisco cosa ci faccia nella nostra cena tra amici. Si ride e si scherza, ma ogni tanto i tre si guardano e si mettono a ridere apparentemente senza motivo.
Alla fine, una volta sparecchiato, Giuseppe dice: - Allora andiamo?
Giovanna dice stizzita: - Voi uomini! Fateci almeno preparare!
Si gira verso di me e mi fissa: - Non vorrai uscire con quel vestito lì?
Io mi guardo e decido di seguirla, pensando che voglia darmi uno dei vestiti di Giuseppe, che non usa più.
Entriamo in camera e vedo adagiato sul letto, un completino di lingerie nero e un tubino nero con una cintura bianca.
- Ti ricordi che mi devi un favore vero?
- Ehm si!
- Stasera esci con noi come Paola!
- Ma non si potrebbe...
- Vuoi che racconti tutto?
- Non lo farai vero?
- Se vuoi rischiare...
Io penso tra me e me per qualche secondo, poi deglutisco e la guardo con un'espressione di pietà.
- Tranquilla ti trucco io. Sembrerai una donna questa volta.
Inizio a svestirmi ed indosso prima le mutandine, poi il reggiseno che Giovanna mi aiuta ad allacciare. Le calze autoreggenti e poi il tubino, che mi calo dall'alto.
Guardo il rigonfiamento del mio membro e divento rosso, mentre Giovanna mi dice: - Puoi diventare rossa quanto vuoi, tanto verrà tutto coperto dal fondotinta.
Chiudo gli occhi e lei in circa venti minuti completa l'opera; parrucca riccia e scarpe col tacco.
Sono imbarazzato, le guance quasi mi stanno andando a fuoco, ma guardandomi allo specchio vedo una figura femminile che sembra accennare un timido sorriso.
- Sei pronta?
Faccio spallucce, muovo qualche passo verso la porta di uscita della stanza e ritorno indietro.
- Vedo che non ti sei dimenticata come si cammina...
- Ti prego Giovanna...
- Tranquilla Paola, non dirò nulla!
Usciamo dalla stanza e ci incamminiamo lungo il corridoio verso la sala; mi tiene la mano, io glie la stringo mentre il cuore inizia a battermi forte.
Entriamo in sala e i due uomini si guardano e poi mi guardano.
Giuseppe stupito, mentre Luigi fa un cenno di approvazione alzandosi e venendo verso di me.
- Quindi ora possiamo andare? - Dice Giuseppe, mentre Luigi si avvicina e posa la sua mano sul mio fondo schiena.
Lo stringe, ed io di rimando mi alzo sulle punte dei piedi, poi con l'altra mano mi cinge la nuca ed avvicina le mie labbra alle sue.
- Quando sei bella Paola, non sai quanto ti voglio!
- Ma io, non credo di...
- Shhhh!
- Quindi ora possiamo andare? - Dice Giuseppe, mentre Luigi si avvicina e posa la sua mano sul mio fondo schiena.
Lo stringe, ed io di rimando mi alzo sulle punte dei piedi, poi con l'altra mano mi cinge la nuca ed avvicina le mie labbra alle sue.
- Quando sei bella Paola, non sai quanto ti voglio!
- Ma io, non credo di...
- Shhhh!
Il suo dito indice si appoggia sulle mie labbra.
- Giovanna mi ha detto tutto, vuoi che mantenga il segreto?
- Cosa hai intenzione di fare?
- Io niente, basta che tu...
Le sue labbra si avvicinano alle mie, sempre più vicine, ed è una cosa a cui non riesco a resistere; socchiudo gli occhi e cerco il contatto, cerco la sua lingua, lo assaporo mentre sento che il suo respiro accelera.
- Pomiciate dopo, su andiamo! - Dice ridendo Giovanna.
Un'altra stretta sulla natica e Luigi mi spinge fuori dalla porta d'ingresso. Non molla la presa neanche quando scendiamo le scale ed usciamo all'aperto.
Vengo investita da un brivido di freddo che sale dalle calze ed arriva su fino alle spalle. Luigi, accorgendosene, mi stringe in un abbraccio. Il suo membro si appoggia sul mio, me ne accorgo io e se ne accorge lui.
- Ci sarà da divertirsi stasera!
Io faccio spallucce e guardo verso il basso, lui mi prende sottobraccio e ci dirigiamo verso Giovanna e Giuseppe che, arrivati già alla macchina, assistevano alla scena da lontano.
- Cosa hai intenzione di fare?
- Io niente, basta che tu...
Le sue labbra si avvicinano alle mie, sempre più vicine, ed è una cosa a cui non riesco a resistere; socchiudo gli occhi e cerco il contatto, cerco la sua lingua, lo assaporo mentre sento che il suo respiro accelera.
- Pomiciate dopo, su andiamo! - Dice ridendo Giovanna.
Un'altra stretta sulla natica e Luigi mi spinge fuori dalla porta d'ingresso. Non molla la presa neanche quando scendiamo le scale ed usciamo all'aperto.
Vengo investita da un brivido di freddo che sale dalle calze ed arriva su fino alle spalle. Luigi, accorgendosene, mi stringe in un abbraccio. Il suo membro si appoggia sul mio, me ne accorgo io e se ne accorge lui.
- Ci sarà da divertirsi stasera!
Io faccio spallucce e guardo verso il basso, lui mi prende sottobraccio e ci dirigiamo verso Giovanna e Giuseppe che, arrivati già alla macchina, assistevano alla scena da lontano.
Racconti di Valentina Cornell, 10 febbraio 2024
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