FEMINIZED STORIE vol.2

FEMINIZED STORIES vol.2

Ed eccolo qui! Il nuovo libro della Vale. - (clicca sulla scritta sopra per leggere l'articolo) - Ancora una raccolta di racconti sulla ...

lunedì 10 ottobre 2022

Un amico ti conosce... bene

 Ricevo e pubblico: il nuovo sogno della mia amica Lelly

Eravamo fuori per una pizza dopo anni di assenza di incontri, con l'entusiasmo, l'emozione e l'impostazione che ci si dà in occasioni come queste; o forse non è un atteggiamento che ci si dà ma che io certamente ho provato quando dovevo incontrare Marco.

Marco è un amico ritrovato che, incontrato per caso dopo uno scambio di contatti, ha pensato bene di avviare scambi di battute e a cui rispondevo con poca voglia e infine di organizzare un incontro in nome dei vecchi tempi. Un incontro? Nooo, che palle!

Nonostante la mia reazione non sono stato in grado di rifiutare perché Marco ha insistito e quindi mi son detto: “Vabbè, pizza e caffè non si nega ad un vecchio amico.; uscita alle otto e alle dieci sono già a casa: si può fare!” E ormai convinto, il giorno dell'incontro, come dicevo, non posso nascondere che avessi una certa emozione.

Ecco: "Ciao Marco!" "Ciao Lello, finalmente!" E mi ha accolto con un sorriso e un abbraccio come se fosse stato un reale bisogno impellente, per lui, incontrarmi. Io ho cercato di rispondere degnamente a quell'entusiasmo per non essere sgarbato ma, certamente, non sono riuscito ad essere così espansivo e mi sono limitato a sorridere anche con un certo imbarazzo soprattutto quando ha messo in pratica quel gesto suo tipico che, se vent'anni fa mi risultava poco simpatico, ora era proprio fuori luogo: “Allungare le mani sui miei genitali per toccarli ed emettere un fischio con la bocca.” E stavolta ha aggiunto pure: “Ah, ti piace?” E me lo ha fatto ripetutamente per poi abbracciarmi con energia e strizzarmi pure le chiappe e dicendomi: “Ah, vecchio mio, mio ciccio (un tempo era il mio soprannome per via della mia mole da sempre abbondante) quante risate insieme un tempo”.

Qualcuno deve averci osservato in queste effusioni che erano solo amicale ma che avrebbero potuto, forse, essere scambiate per effusioni di una coppia di amanti; questo è ciò che ho pensato mentre accadevano i fatti, poi, alla fine del sogno, scopro che è tutta un'altra storia ovvero che non ci sono stati equivoci e... ma, andiamo con ordine|

Siamo andati in pizzeria, (ha scelto lui) ci siamo seduti e quasi subito, pur non distogliendo l'attenzione dalla conversazione, ero continuamente distratto da un uomo, seduto ad un tavolo poco lontano alle spalle del mio commensale, che sembrava voler attirare il mio sguardo.

Mi faceva le facce strane e vogliose ogni volta che mi giravo e socchiudeva gli occhi e mi sorrideva con malizia, mi mostrava che sotto al tavolo muoveva i suoi piedi nudi sfilandoli dalle infradito che indossava e, non posso nasconderlo, data la mia ancestrale e profonda attrazione per i piedi maschili così forti e nerboruti e grossi e (eccomi che, come al solito, mi faccio prendere la mano, se di mano si tratta) facendomi ribaltare lo stomaco fino a non permettermi più di mangiare.

Io non volevo cadere nelle provocazioni ma, al contempo, ero attirato da tutta quell'esibizione e credo di essermi un po' eccitato perché mi sentivo rosso fuoco in viso e anche Marco mi ha chiesto se mi sentissi bene e mi ha costretto, per non essere troppo fuori luogo, ad addurre la scusa che avevo caldo e non sarei riuscito a finire la pizza che, per altro, ha approfittato per mangiarsi lui dopo aver divorato la sua (io sono sempre stato ciccio ma lui che, un tempo, aveva un fisico scolpito ora era più morbido ma di quella morbidezza soda ed allenata infatti, parlando del più e del meno, mi ha raccontato che non sta mai fermo e che pratica il padel e corre per qualche chilometro almeno tre volte a settimana).

Siamo usciti per quattro passi prima di salutarci e ad un tratto sono stato assalito da dietro: sento una forza notevole che mi immobilizza e mi trascina sul cassone di un furgone.

E Marco sembrava non fare nulla ma, sarà che è sconvolto e sentendosi inerme, potrebbe essersi bloccato per la paura.

Sul furgone sono stato bendato e, se prima mi divincolavo e tentavo di colpire gli aguzzini per tentare di liberarmi, ora con la vista oscurata non sapevo come farlo e mi sono rassegnato a continuare per non peggiorare la situazione, anche perché sentivo la voce di Marco provenire dai sedili anteriori del furgone: una voce calma e rilassata, e quindi pensavo che anche lui avesse fatto la mia stessa scelta e che stesse trattando con i nostri rapitori.

La mia perdita di almeno un senso, ovvero la vista perché ero bendato ma anche del resto perché, anche se avevo deciso di non tentare di fuggire per non fare danni ulteriori, la paura c'era e mi aveva paralizzato il sistema percettivo; ecco tutto ciò mi ha fatto sembrare che il viaggio nel furgone fosse durato tantissimo mentre cercavo di ascoltare cosa dicessero tra loro i miei rapitori e se, dalle loro parole, potessi capire cosa mi avrebbero riservato.

La mia confusione mi faceva essere vigile e cosciente solo a tratti e percepivo pezzi di discorsi che non facevano altro che spaventarmi ulteriormente:

“Tutti nudi da subito!” “Devono incularsi l'uno con l'altro!” “Quelli che ce l'hanno molle li mettiamo a leccare i coglioni e i buchi dei culi, speriamo che gli impotenti non siano molti!”

E poi anche la voce di Marco che, di tanto in tanto, interveniva e mi tranquillizzava e sentivo che partecipava attivamente alla conversazione ed ammiravo la sua capacità di essere così lucido e sereno e mi dicevo che era un esempio da seguire perché era stato in grado di assecondare i delinquenti e che così ci avrebbe salvati.

L'ho sentito, per esempio dire: “Gli impotenti li faccio leccare al mio schiavetto e, se lo conosco bene, potrebbe anche farli diventare i più virili del gruppo”

E, dopo aver detto questo, ha battuto due colpi di mano sul cassone come ad indicarmi di sorridere che se faceva la battute la situazione non era così grave; e poi anche dire: “L'importante, però è che ci siano almeno tre o quattro manzi a cui il cazzo funziona perché mi piacerebbe vedere scopato il mio Amico”; ed anche qui un paio di colpi di Marco sul cassone mi hanno fatto sorridere e mi sono rasserenato.

Il furgone si è fermato, si sono aperte le porte posteriori facendo entrare la luce, l'umidità e l'aria fresca del mattino e sono saliti due maschioni che, senza delicatezza, hanno iniziato a sfilarmi di dosso anche strappandoli i vestiti facendomi rimanere nudo. Mi hanno infine tolto anche la benda e: Noo! Alla vista di quei due grandissimi fichi ben piazzati e veramente virili e maschi e, mmm, mi sono ritrovato col pisello duro e con un imbarazzo che le loro parole non hanno fatto che amplificare: Guarda che schifo sto frocio, ci guarda e gli tira il cazzo!”

Ho tentato di giustificarmi farfugliando parole incomprensibili tipo “No, è che io non sono gay ma...”

E uno dei due di tutta risposta: Ah! Dice che non è frocio, e allora come lo spieghi che ti ecciti guardando due uomini? Stai zitto checca!”

E mi ha tirato un calcio nei testicoli che mi ha fatto sobbalzare!

Poi mi ha urlato: Vediamo se ti tira anche così?”

Ma il mio pissy non ne voleva sapere di afflosciarsi.

Poi mi hanno fatto scendere : Scendi stronzo, anzi, stronza! Vatti a mettere nel gruppo insieme agli altri sfigati!”

E così mi sono unito ad altri uomini nudi che erano uniti in una piccola radura in mezzo ad un bosco.

Camminare nell'erba bagnata e col freddino di quell'ora del giorno mi faceva venire la pelle d'oca ma il pisello non assumeva la posizione di riposo e rimaneva non durissimo ma, certamente si faceva notare, dato che i commenti tra il gruppo si sprecavano: Guarda quello che batacchio!” ”Hei, arriva l'elefante.” ”Se ci fanno sfondare da quel coso rimaniamo col buco del culo spanato a vita.” “Se ci incula quel cazzo camminiamo a gambe larghe per una settimana!” E cose così.

Io mi avvicino a volto basso e pieno di vergogna e accenno ad un saluto e loro rispondono con entusiasmo, poi uno di loro mi dice: ”Dai, non preoccuparti, è la prima volta per te? Si vede, ma visto come sei messo non sarà nemmeno l'ultima perché Marco non ti farà scappare e vedrai che ti piacerà!”

Marco non mi farà scappare? Marco? Marco? Ma non sarà che è lui che ha organizzato tutto?

Hanno iniziato così ad insinuarsi, in me, i primi dubbi: la voce sul furgone, la calma, l'inspiegabile situazione, un'intuizione, la mia, che ha trovato conferma un attimo dopo quando Marco ha fatto la sua comparsa tra l'entusiasmo e gli applausi dei presenti:

Ciao Marco”

“Uuuuhhh” Evviva il nostro padrone!”

Ad un suo cenno, però, tutto si è placato e, ad uno degli uomini presenti, chiaramente fuori tempo, che ha accennato ad un urlo di incitamento e ad un applauso asincrono dopo lo stop di Marco, quest'ultimo si è avvicinato e gli ha stretto in una mano le palle e gliele ha stritolate costringendo il malcapitato a inginocchiarsi a terra. Poi gli ha ordinato di andare a prendere una sedia di quelle pieghevoli e di portarla in mezzo al prato e ha invitato me e solo me a sedermi per poi condurre a me quell'uomo a cui ancora dolevano i coglioni per ordinargli di leccarmi i piedi.

Mentre avveniva questo incantevole momento in cui io mi sono rilassato tantissimo e mi sono eccitato guardando un uomo peloso di mezza età che continuava ad leccarmi i piedi e mi passava la sua umida lingua tra le dita e si accarezzava la faccia con le mie piante dei piedi riempiendosi del loro profumo e mostrando a Marco che eseguiva con molto piacere i compiti che gli aveva affida, Marco ha preso la parola dicendo: Oggi ho incontrato, dopo tantissimo tempo, la mia amica Lelly: un vecchio frocio che potrebbe essersi dimenticato della sua natura da checca! Ma io no, io so bene che non si decide che non si è froci se la natura ci ha fatto così e voglio fargli capire, perché gli voglio bene, che può raccontarsi frottole finché vuole ma è e resterà un rotto in culo frocio fino al midollo. Si, il mio A-MI-CO frocio che rispetto nelle sue scelte ma a cui voglio far sapere che a me non può mentire e ho deciso di regalargli momenti che non ha mai avuto: ogni attenzione va rivolta solo ed esclusivamente a lui! Sarà al centro dei vostri compiti! Io la conosco bene e quando vi dirò di eseguire un comando dovrete farlo su di lui.”

Marco mi ha guardato, io l'ho guardato ma non riuscivo a sostenere lo sguardo per la vergogna di sentirmi eccitato per il tizio che mi stava leccando i piedi e per quello che stava accadendo e quindi ho abbassato gli occhi ma, dopo un attimo, ho sentito Marco che, afferrandomi con forza il viso in una mano a pinza, mi ha detto:

Sei un frocio, una checca, una stronza che mi ha voluto lasciare a bocca asciutta; ti capisco Lelly, ti capisco davvero, ma devo fartela pagare, ti farò venire la nausea di cazzi, troia di merda!” E prima di lasciare la presa mi ha sputato in faccia!

Qualcuno ha voglia di un pompino? In cerchio attorno ala troia, forza!”

Mi son trovato costretto a succhiare decine di cazzi e mentre ne succhiavo uno, ne palpavo un altro con una mano e con l'altra massaggiavo uno scroto e intanto sentivo altri piselli che mi si buttavano sulle spalle, sulla schiena, in testa. Mmm, che sogno tutti quegli uccelli che si indurivano e si divertivano per me, mmm, qualche uomo, di quelli meno resistenti ha iniziato anche a venire e mi sborrava addosso, sui capelli, sentivo i flutti di sborra che ogni tanto mi cadevano sulla pelle, sul viso, qualcuno mi bloccava mentre gli succhiavo il cazzo e mi sborrava in bocca e sentivo il suo liquido caldo che scendeva nella mia gola.

Il tutto è durato non so quanto ma era bellissimo e godurioso e avrei voluto che non finisse ma è finito!

Dopo il momento dei pompini, mi giravano e rigiravano a piacere come fossi stato uno spiedino sul fuoco e, infine, mi hanno fatto mettere a pecorina ed è iniziato l'inculaggio: un cazzo, due cazzi, tre cazzi, quattro, cinque, sei, dieci quindici; tutti si facevano strada nel mio buco del culo che ormai era diventato una galleria a passaggio libero.

Non sentivo più nemmeno dolore e dopo un po' avvertivo, invece che, dal buco del culo, mi colava lo sperma dei numerosi uomini che mi avevano inculato eiaculando dentro di me; anche in questo caso non avrei voluto che finisse ma è finito. Non prima però di una corale pisciata che, oltre ad inondarmi dell'urina dei presenti, mi ha visto essere il protagonista di urla liberatorie e battute come:

Dai pisciamo tutti insieme sulla vacca!”

Laviamola con la nostra piscia.”

Prendi la mira: lavagli quel pezzo di sborra all'angolo della bocca.”

Ehi troia, ma è la mia piscia: non devi bertela tutta”!

Aaahhh mi ci voleva proprio una bella pisciatona: bevi stronza”!

Esausto e tutto pieno di saliva e sperma delle decine di uomini che mi hanno scopato mi sono buttato sul prato e mi stavo riposando, quando è passato Marco, mi ha guardato e mi ha detto:

Dovevo fartelo”

Ed io, guardandolo con imbarazzo, gli ho risposto: “Guardami!”

Mi sono preso in mano l'uccello e ho iniziato a masturbarmi, nel frattempo mi toccavo tutto scivolando sulla pelle appiccicosa per tutti i liquido corporei con cui mi avevano riempito i maschioni e dicevo a Marco: Guardami! Dai, come se fosse un video, uno di quelli che ti mandavo e su cui ti imploravo di farti le seghe. Credevo di piacerti Amico mio, cazzo! Ti piaccio? Ti piaccio? Dai, si! Dimmi che ti piaccio!”

E mentre dicevo queste cose mi commuovevo e, tra lacrime ed eccitazione sono venuto. Ma dopo un istante, mi sono addormentato pronunciando le parole:

Grazie, Amico mio”.


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