Ricevo e pubblico: il nuovo sogno della mia amica Lelly
Eravamo fuori per una pizza dopo anni di assenza di
incontri, con l'entusiasmo, l'emozione e l'impostazione che ci si dà
in occasioni come queste; o forse non è un atteggiamento che ci si
dà ma che io certamente ho provato quando dovevo incontrare Marco.
Marco è un amico ritrovato che, incontrato per caso
dopo uno scambio di contatti, ha pensato bene di avviare scambi di
battute e a cui rispondevo con poca voglia e infine di organizzare un
incontro in nome dei vecchi tempi. Un incontro? Nooo, che palle!
Nonostante la mia reazione non sono stato in grado di
rifiutare perché Marco ha insistito e quindi mi son detto: “Vabbè,
pizza e caffè non si nega ad un vecchio amico.; uscita alle otto e
alle dieci sono già a casa: si può fare!” E ormai convinto, il
giorno dell'incontro, come dicevo, non posso nascondere che avessi
una certa emozione.
Ecco: "Ciao Marco!" "Ciao Lello,
finalmente!" E mi ha accolto con un sorriso e un abbraccio come
se fosse stato un reale bisogno impellente, per lui, incontrarmi. Io
ho cercato di rispondere degnamente a quell'entusiasmo per non essere
sgarbato ma, certamente, non sono riuscito ad essere così espansivo
e mi sono limitato a sorridere anche con un certo imbarazzo
soprattutto quando ha messo in pratica quel gesto suo tipico che, se
vent'anni fa mi risultava poco simpatico, ora era proprio fuori
luogo: “Allungare le mani sui miei genitali per toccarli ed
emettere un fischio con la bocca.” E stavolta ha aggiunto pure:
“Ah, ti piace?” E me lo ha fatto ripetutamente per poi
abbracciarmi con energia e strizzarmi pure le chiappe e dicendomi:
“Ah, vecchio mio, mio ciccio (un tempo era il mio soprannome per
via della mia mole da sempre abbondante) quante risate insieme un
tempo”.
Qualcuno deve averci osservato in queste effusioni che
erano solo amicale ma che avrebbero potuto, forse, essere scambiate
per effusioni di una coppia di amanti; questo è ciò che ho pensato
mentre accadevano i fatti, poi, alla fine del sogno, scopro che è
tutta un'altra storia ovvero che non ci sono stati equivoci e... ma, andiamo con ordine|
Siamo andati in pizzeria, (ha scelto lui) ci siamo
seduti e quasi subito, pur non distogliendo l'attenzione dalla
conversazione, ero continuamente distratto da un uomo, seduto ad un
tavolo poco lontano alle spalle del mio commensale, che sembrava
voler attirare il mio sguardo.
Mi faceva le facce strane e vogliose ogni volta che mi
giravo e socchiudeva gli occhi e mi sorrideva con malizia, mi
mostrava che sotto al tavolo muoveva i suoi piedi nudi sfilandoli
dalle infradito che indossava e, non posso nasconderlo, data la mia
ancestrale e profonda attrazione per i piedi maschili così forti e
nerboruti e grossi e (eccomi che, come al solito, mi faccio prendere
la mano, se di mano si tratta) facendomi ribaltare lo stomaco fino a
non permettermi più di mangiare.
Io non volevo cadere nelle provocazioni ma, al contempo,
ero attirato da tutta quell'esibizione e credo di essermi un po'
eccitato perché mi sentivo rosso fuoco in viso e anche Marco mi ha
chiesto se mi sentissi bene e mi ha costretto, per non essere troppo
fuori luogo, ad addurre la scusa che avevo caldo e non sarei riuscito
a finire la pizza che, per altro, ha approfittato per mangiarsi lui
dopo aver divorato la sua (io sono sempre stato ciccio ma lui che, un
tempo, aveva un fisico scolpito ora era più morbido ma di quella
morbidezza soda ed allenata infatti, parlando del più e del meno, mi
ha raccontato che non sta mai fermo e che pratica il padel e corre
per qualche chilometro almeno tre volte a settimana).
Siamo usciti per quattro passi prima di salutarci e ad
un tratto sono stato assalito da dietro: sento una forza notevole che
mi immobilizza e mi trascina sul cassone di un furgone.
E Marco sembrava non fare nulla ma, sarà che è
sconvolto e sentendosi inerme, potrebbe essersi bloccato per la
paura.
Sul furgone sono stato bendato e, se prima mi
divincolavo e tentavo di colpire gli aguzzini per tentare di
liberarmi, ora con la vista oscurata non sapevo come farlo e mi sono
rassegnato a continuare per non peggiorare la situazione, anche
perché sentivo la voce di Marco provenire dai sedili anteriori del
furgone: una voce calma e rilassata, e quindi pensavo che anche lui
avesse fatto la mia stessa scelta e che stesse trattando con i nostri
rapitori.
La mia perdita di almeno un senso, ovvero la vista
perché ero bendato ma anche del resto perché, anche se avevo deciso
di non tentare di fuggire per non fare danni ulteriori, la paura
c'era e mi aveva paralizzato il sistema percettivo; ecco tutto ciò
mi ha fatto sembrare che il viaggio nel furgone fosse durato
tantissimo mentre cercavo di ascoltare cosa dicessero tra loro i miei
rapitori e se, dalle loro parole, potessi capire cosa mi avrebbero
riservato.
La mia confusione mi faceva essere vigile e cosciente
solo a tratti e percepivo pezzi di discorsi che non facevano altro
che spaventarmi ulteriormente:
“Tutti
nudi da subito!” “Devono incularsi l'uno con l'altro!” “Quelli
che ce l'hanno molle li mettiamo a leccare i coglioni e i buchi dei
culi, speriamo che gli impotenti non siano molti!”
E poi anche la voce di Marco che, di tanto in tanto,
interveniva e mi tranquillizzava e sentivo che partecipava
attivamente alla conversazione ed ammiravo la sua capacità di essere
così lucido e sereno e mi dicevo che era un esempio da seguire
perché era stato in grado di assecondare i delinquenti e che così
ci avrebbe salvati.
L'ho
sentito, per esempio dire: “Gli
impotenti li faccio leccare al mio schiavetto e, se lo conosco bene,
potrebbe anche farli diventare i più virili del gruppo”
E,
dopo aver detto questo, ha battuto due colpi di mano sul cassone come
ad indicarmi di sorridere che se faceva la battute la situazione non
era così grave; e poi anche dire: “L'importante,
però è che ci siano almeno tre o quattro manzi a cui il cazzo
funziona perché mi piacerebbe vedere scopato il mio Amico”; ed
anche qui un paio di colpi di Marco sul cassone mi hanno fatto
sorridere e mi sono rasserenato.
Il
furgone si è fermato, si sono aperte le porte posteriori facendo
entrare la luce, l'umidità e l'aria fresca del mattino e sono saliti
due maschioni che, senza delicatezza, hanno iniziato a sfilarmi di
dosso anche strappandoli i vestiti facendomi rimanere nudo. Mi hanno
infine tolto anche la benda e: Noo! Alla vista di quei due
grandissimi fichi ben piazzati e veramente virili e maschi e, mmm, mi
sono ritrovato col pisello duro e con un imbarazzo che le loro parole
non hanno fatto che amplificare: “Guarda
che schifo sto frocio, ci guarda e gli tira il cazzo!”
Ho tentato di giustificarmi farfugliando parole
incomprensibili tipo “No, è che io non sono gay ma...”
E
uno dei due di tutta risposta: “Ah!
Dice che non è frocio, e allora come lo spieghi che ti ecciti
guardando due uomini? Stai zitto checca!”
E mi ha tirato un calcio nei testicoli che mi ha fatto
sobbalzare!
Poi
mi ha urlato: “Vediamo
se ti tira anche così?”
Ma il mio pissy non ne voleva sapere di afflosciarsi.
Poi
mi hanno fatto scendere : “Scendi
stronzo, anzi, stronza! Vatti a mettere nel gruppo insieme agli altri
sfigati!”
E così mi sono unito ad altri uomini nudi che erano
uniti in una piccola radura in mezzo ad un bosco.
Camminare
nell'erba bagnata e col freddino di quell'ora del giorno mi faceva
venire la pelle d'oca ma il pisello non assumeva la posizione di
riposo e rimaneva non durissimo ma, certamente si faceva notare, dato
che i commenti tra il gruppo si sprecavano: “Guarda
quello che batacchio!” ”Hei, arriva l'elefante.” ”Se ci fanno
sfondare da quel coso rimaniamo col buco del culo spanato a vita.”
“Se ci incula quel cazzo camminiamo a gambe larghe per una
settimana!” E cose così.
Io
mi avvicino a volto basso e pieno di vergogna e accenno ad un saluto
e loro rispondono con entusiasmo, poi uno di loro mi dice: ”Dai,
non preoccuparti, è la prima volta per te? Si vede, ma visto come
sei messo non sarà nemmeno l'ultima perché Marco non ti farà
scappare e vedrai che ti piacerà!”
Marco non mi farà scappare? Marco? Marco? Ma non sarà
che è lui che ha organizzato tutto?
Hanno iniziato così ad insinuarsi, in me, i primi
dubbi: la voce sul furgone, la calma, l'inspiegabile situazione,
un'intuizione, la mia, che ha trovato conferma un attimo dopo quando
Marco ha fatto la sua comparsa tra l'entusiasmo e gli applausi dei
presenti:
“Ciao
Marco”
“Uuuuhhh”
“Evviva
il nostro padrone!”
Ad un suo cenno, però, tutto si è placato e, ad uno
degli uomini presenti, chiaramente fuori tempo, che ha accennato ad
un urlo di incitamento e ad un applauso asincrono dopo lo stop di
Marco, quest'ultimo si è avvicinato e gli ha stretto in una mano le
palle e gliele ha stritolate costringendo il malcapitato a
inginocchiarsi a terra. Poi gli ha ordinato di andare a prendere una
sedia di quelle pieghevoli e di portarla in mezzo al prato e ha
invitato me e solo me a sedermi per poi condurre a me quell'uomo a
cui ancora dolevano i coglioni per ordinargli di leccarmi i piedi.
Mentre
avveniva questo incantevole momento in cui io mi sono rilassato
tantissimo e mi sono eccitato guardando un uomo peloso di mezza età
che continuava ad leccarmi i piedi e mi passava la sua umida lingua
tra le dita e si accarezzava la faccia con le mie piante dei piedi
riempiendosi del loro profumo e mostrando a Marco che eseguiva con
molto piacere i compiti che gli aveva affida, Marco ha preso la
parola dicendo: “Oggi
ho incontrato, dopo tantissimo tempo, la mia amica Lelly: un vecchio
frocio che potrebbe essersi dimenticato della sua natura da checca!
Ma io no, io so bene che non si decide che non si è froci se la
natura ci ha fatto così e voglio fargli capire, perché gli voglio
bene, che può raccontarsi frottole finché vuole ma è e resterà un
rotto in culo frocio fino al midollo. Si, il mio A-MI-CO frocio che
rispetto nelle sue scelte ma a cui voglio far sapere che a me non può
mentire e ho deciso di regalargli momenti che non ha mai avuto: ogni
attenzione va rivolta solo ed esclusivamente a lui! Sarà al centro
dei vostri compiti! Io la conosco bene e quando vi dirò di eseguire
un comando dovrete farlo su di lui.”
Marco
mi ha guardato, io l'ho guardato ma non riuscivo a sostenere lo
sguardo per la vergogna di sentirmi eccitato per il tizio che mi
stava leccando i piedi e per quello che stava accadendo e quindi ho
abbassato gli occhi ma, dopo un attimo, ho sentito Marco che,
afferrandomi con forza il viso in una mano a pinza, mi ha detto:
“Sei
un frocio, una checca, una stronza che mi ha voluto lasciare a bocca
asciutta; ti capisco Lelly, ti capisco davvero, ma devo fartela
pagare, ti farò venire la nausea di cazzi, troia di merda!” E
prima di lasciare la presa mi ha sputato in faccia!
“Qualcuno
ha voglia di un pompino? In cerchio attorno ala troia, forza!”
Mi
son trovato costretto a succhiare decine di cazzi e mentre ne
succhiavo uno, ne palpavo un altro con una mano e con l'altra
massaggiavo uno scroto e intanto sentivo altri piselli che mi si
buttavano sulle spalle, sulla schiena, in testa. Mmm, che sogno tutti
quegli uccelli che si indurivano e si divertivano per me, mmm,
qualche uomo, di quelli meno resistenti ha iniziato anche a venire e
mi sborrava addosso, sui capelli, sentivo i flutti di sborra che ogni
tanto mi cadevano sulla pelle, sul viso, qualcuno mi bloccava mentre
gli succhiavo il cazzo e mi sborrava in bocca e sentivo il suo
liquido caldo che scendeva nella mia gola.
Il
tutto è durato non so quanto ma era bellissimo e godurioso e avrei
voluto che non finisse ma è finito!
Dopo
il momento dei pompini, mi giravano e rigiravano a piacere come fossi
stato uno spiedino sul fuoco e, infine, mi hanno fatto mettere a
pecorina ed è iniziato l'inculaggio: un cazzo, due cazzi, tre cazzi,
quattro, cinque, sei, dieci quindici; tutti si facevano strada nel
mio buco del culo che ormai era diventato una galleria a passaggio
libero.
Non
sentivo più nemmeno dolore e dopo un po' avvertivo, invece che, dal
buco del culo, mi colava lo sperma dei numerosi uomini che mi avevano
inculato eiaculando dentro di me; anche in questo caso non avrei
voluto che finisse ma è finito. Non prima però di una corale
pisciata che, oltre ad inondarmi dell'urina dei presenti, mi ha visto
essere il protagonista di urla liberatorie e battute come:
“Dai
pisciamo tutti insieme sulla vacca!”
“Laviamola
con la nostra piscia.”
“Prendi
la mira: lavagli quel pezzo di sborra all'angolo della bocca.”
“Ehi
troia, ma è la mia piscia: non devi bertela tutta”!
“Aaahhh
mi ci voleva proprio una bella pisciatona: bevi stronza”!
Esausto e tutto pieno di saliva e sperma delle decine di
uomini che mi hanno scopato mi sono buttato sul prato e mi stavo
riposando, quando è passato Marco, mi ha guardato e mi ha detto:
“Dovevo
fartelo”
Ed io, guardandolo con imbarazzo, gli ho risposto:
“Guardami!”
Mi
sono preso in mano l'uccello e ho iniziato a masturbarmi, nel
frattempo mi toccavo tutto scivolando sulla pelle appiccicosa per
tutti i liquido corporei con cui mi avevano riempito i maschioni e
dicevo a Marco: “Guardami!
Dai, come se fosse un video, uno di quelli che ti mandavo e su cui ti
imploravo di farti le seghe. Credevo di piacerti Amico mio, cazzo! Ti
piaccio? Ti piaccio? Dai, si! Dimmi che ti piaccio!”
E
mentre dicevo queste cose mi commuovevo e, tra lacrime ed eccitazione
sono venuto. Ma dopo un istante, mi sono addormentato pronunciando le
parole:
“Grazie,
Amico mio”.