-
Valerio, le hai notate quelle due ragazze?
-
No, quali?
-
Due tavoli dietro di te.
-
E secondo te io ho gli occhi sulla nuca?
-
Beh comunque è da un po' che ci fissano...
-
Dai, ci penso io.
Con
disinvoltura mi giro e facendo finta di niente le fisso; colte
all'improvviso, non riescono a sostenere lo sguardo ed iniziano a
confabulare tra di loro, mentre io, fermato il cameriere al volo, le
chiedo se gentilmente potrebbe farle sedere al nostro tavolo per un
drink.
Le
guardo, guardo il loro imbarazzo mentre ascoltano il cameriere,
mentre mi indicano con il dito e poi, con un timido sorriso, si
alzano e vengono da noi.
Ci
presentiamo, ordino due cocktail per loro, poi si finisce a parlare
del più e del meno e la serata, già piacevole, si trasforma in
interessante.
Verso
le due fanno capire che se ne devono andare, ma prima ci dicono: - se
volete salire su per un saluto.
-
Su dove?
-
Alloggiamo nelle camere sopra, per qualche giorno, da quella scala
lì.
Indicano
la scale e si incamminano, io guardo Christian e gli faccio un cenno
d'intesa, dieci minuti dopo siamo tutte e quattro seduti sul bordo
del letto matrimoniale.
-
Allora cosa vi piacerebbe fare?
-
Detta così è una provocazione però!
La
ragazza bionda, Sonia, appoggia la sua mano sulla coscia di Sandra, facendola salire fino ad infilarsi sotto al mini abito turchese, salendo fino a
raggiungerle il seno, mentre Sandra, voltandosi, appoggia la sua mano
dietro la nuca di Sonia e le infila la lingua in bocca.
Noi
le guardiamo impietriti, con l'eccitazione che inizia a salire e il
sudore che inizia ad aumentare; mi tolgo dapprima la camicia bianca e
poi mi sfilo scarpe e pantaloni. Christian fa lo stesso; le due, guardandoci
con la coda dell'occhio mentre continuano a baciarsi, fanno un cenno
con la mano indicando le nostre mutande.
Non
me lo faccio ripetere una seconda volta, me le sfilo in un
battibaleno e così il mio amico: rimaniamo in attesa del volere delle due
ragazze che, guardando i nostri membri eretti, iniziano ad
avvicinarsi a noi strusciandosi e salendo con le mani dal ginocchio
fino all'inguine.
-
Ora fatelo anche voi! - dice Sonia
-
Che cosa?
-
Dai, toccatevelo e poi baciatevi.
-
No, no, non se ne parla nemmeno.
-
Dai che dopo arriva il regalino.
-
No, guarda, meglio lasciar perdere.
Faccio
per alzarmi ma una mano si appoggia sulla mia spalla, e mi respinge
sul letto. Una voce rude esclama un - Problemi?
-
La solita storia, vogliono lo spettacolo gratis ma non vogliono
collaborare.
Io
alzo lo sguardo verso il tipo, alto, muscoloso, e nudo, con il suo
pene enorme eretto che è a una ventina di centimetri dal mio volto.
-
Se non vuoi toccare e baciare il tuo amico, puoi succhiarmelo! E
questo vale anche per te! - indicando Christian.
Io
riguardo ancora quell'omone: con la sola mano mi prenderebbe la testa
e me lo infilerebbe in bocca fino a farmi soffocare; deglutisco,
guardo il mio amico, chiudo gli occhi ed avvicino le mie labbra alle
sue.
Quando
le labbra si toccano avverto una strana sensazione, la mia mano
involontariamente si avvicina al suo membro e lo prende in mano. Lo
sento pulsare, lo sento duro, sento che anche lui me lo prende in
mano e lo stringe, e più lo stringe e più cerco la sua lingua con
la mia.
Il
cuore inizia ad accelerare ed una vampata di calore mi assale, in
modo frenetico, inizio a stringerlo con la mia mano ed inizio a
muovere su e giù; Christian fa lo stesso, sembriamo tutt'uno e
stiamo per raggiungere il godimento assieme.
Poi
però le ragazze ci prendono le nostre mani e le allontanano,
avvicinandosi ai nostri volti, ci costringono a separarci e infilano
le loro lingue nelle nostre bocche.
La
sensazione è stranissima: quasi come se l'eccitazione venisse a
mancare; le mie mani affondano sui suoi seni, sulle sue
natiche, sulle sue cosce, ma sento che la libido sta scemando. Le due se
ne accorgono, si staccano, sorridono e poi ci fissano.
-
Allora, vi è piaciuta l'esperienza?
-
Non capisco!
-
Siete eccitati dai maschi, tutti e due. Eravate delle femminucce
eccitate da un maschio.
-
No, no, tu non hai capito, noi lo abbiamo fatto solo per...
-
Per evitare di prenderlo in bocca da Marcos? O per la paura che il
primo a prenderlo in bocca non saresti stato tu?
Non
rispondo, questa frase mi lascia di sasso, impietrito, incapace di
muovere anche solo un muscolo, guardo Christian negli occhi e vedo il
mio stesso sguardo, i miei stessi pensieri e si, quello detto da
Sandra, è vicino alla realtà.
-
Dai, indossate questi che dobbiamo andare di sotto a consegnare le
uova di Pasqua ai commensali.
Tirano
fuori da una scatola quattro scatole più piccole: all'interno un
costume, un costume come quello per andare in piscina, rosa con le
paiettes e con un batuffolo sul fondo schiena per simulare la coda di
un coniglietto.
I
nostri due hanno dei seni imbottiti, li indossiamo con molta
vergogna, sono attillatissimi e i nostri membri così costretti
spiccano ancora di più; poi delle calze autoreggenti bianche ed una parrucca bionda con un
cerchietto a forma di orecchie di coniglio.
Dopo
averci così conciato, si avvicinano con una trousse per il trucco e
ci applicano nel rossetto rosso, un'ombretto argentato sulle palpebre
e con la matita ci disegnano un pallino nero sulla punta del naso e
tre baffi per lato sulle guance.
Prima
di scendere ci fanno indossare dei stivaletti rosa, tacco 15, molto
stretti con cui faccio inizialmente fatica a camminare ma, dopo qualche passo,
riesco a sentirmi a mio agio; poi il cestino delle uova e il
primo a scendere le scale sono io.
Ho paura
di ruzzolare dalle scale ed allora ci metto un'eternità a scendere; una volta raggiunto il piano, alzo lo
sguardo e vedo una trentina di uomini seduti sulle sedie a
semicerchio, disposti su due file alternate. Io inizio da destra,
dalla fila di dietro, passo da sedia a sedia a consegnare le uova di
cioccolato che sono all'interno del mio cestino: ad ogni uovo consegnato, gli
uomini allungano le mani e mi toccano le cosce, il fondoschiena, il
pacco, io imbarazzatissimo rispondo con un sorriso e proseguo oltre. Questa cosa pian piano inizia a piacermi, e andando avanti a
consegnare uova, mi fermo sempre più a lungo cercando proprio il
contatto fisico, di quelle mani calde, possenti, delicate, gentili.
Una
volta finito torniamo al centro della sala, in piedi, io e Christian,
mentre le due ragazze si spostano.
-
È l'ora di cercare la sorpresa!
Tutti
aprono le uova, attimi di suspance, fino a che dalla seconda fila si
alza un grido di vittoria, poi un altro, un altro e un altro ancora.
I
quattro ragazzi vanno vicino a Sonia, la quale confabula con loro,
poi due ragazzi si avvicinano a me e gli altri due a Christian. Si
avvicinano ed iniziano a toccarmi, a baciarmi sul collo, io mi lascio
andare e comincio a gemere di piacere; ormai senza freni mi lascio
guidare alle loro voglie, sento che uno di loro mi cinge per i
fianchi, mi sposta il costume portando il mio sedere allo scoperto,
mi infila un dito nel buco, dopo due, inizia ad entrare ed uscire in
modo frenetico, ed io emetto un gemito ancora più forte. L'altro
ragazzo mi cinge con le sue mani la testa e la avvicina a sé, al suo
membro che piano piano sfiora le mie labbra, che si appoggia, per poi
entrare senza resistenza nella mia bocca. Lo sento entrare tutto,
dolcemente quasi fino alla gola: è grosso e la mia bocca spalancata
quasi fa fatica a prendere fiato; non faccio neanche in tempo muovere
la lingua che il mio sedere si infiamma. Qualcosa mi sta entrando da
dietro, lentamente, sento bruciare tutto, si ritrae e poi nuovamente mi entra dentro,
sempre un po' più in profondità, con le mie urla soffocate dal
grosso membro che mi riempie il palato, un terzo colpo e sento i suoi
testicoli che sbattono sui miei, colpi ritmati, ora il dolore lascia
il posto al piacere, mentre anche il membro comincia ad uscire ed
entrare dalla mia bocca, colpendo le pareti interne.
Non
sto capendo più nulla, sono eccitata a mille e le mie gambe tremano: sono quasi inermi ma sono sorrette dai due maschi che mi stanno
penetrando; il piacere aumenta, sempre di più, comincio a perdere
liquido seminale dal mio membro, ma l'eccitazione non cala, anzi
aumenta, e inizio a muovere il bacino andando all'indietro mentre me
lo infila e con la bocca, cerco di spingermelo più in profondità.
Anche i miei gemiti sono ormai incontrollati, e sento anche che i due
maschi iniziano a vacillare, un tremito al ritmo, un altro e quasi in
contemporanea, sento la mia bocca inondata da una sostanza calda ed
anche all'interno del mio sedere una sensazione analoga.
I
due non si fermano, anzi, accelerano e danno colpi ancora più secchi
e violenti; io sono in loro balia e mi lascio sballottare di qua e di
là, fino a che rallentano, si arrestano e sfilano i loro membri dal
mio corpo, con io che cado sfinita a terra, con le gambe e mani
aperte, a guardare il soffitto, a guardare i loro corpi scultorei che
si avvicinano e si inginocchiano vicino al mio volto, così come
Sandra.
-
Allora come vi è sembrata?
-
Per essere la prima volta niente male.
-
Quando potrà essere pronta?
-
Due, tre settimane, se fa quello che ha fatto stasera, ogni giorno.
Io
li guardo con una faccia spaventata e faccio per dire qualcosa, ma
Sandra mi mette un dito sulla bocca:
- Il tuo riscatto è fissato per 500 euro, quando li guadagnerai potrai
uscire di qua tranquillamente. Ma fino ad allora sarai rinchiusa qui
dentro.
-
Ma come faccio a trovare i soldi?
Il
ragazzo mette una mano all'interno delle sue mutande, estrae una banconota stropicciata e me la infila all'interno del costume.
-
Come mai gli hai dato così tanto?
-
Diciamo che oggi mi sento generoso.
-
Fossi stato in te gli avrei dato al massimo due euro, mica dieci.
Faccio
un rapido calcolo, 10 euro al giorno, fanno 50 giorni, ed a due euro,
5 volte al giorno; chiudo gli occhi e mi esce una lacrima sul volto.
Li riapro e trovo i suoi occhi azzurri che mi fissano, si avvicinano
e le sue labbra mi schioccano un bacio sulla fronte.
-
Forse potrei essere innamorato.
Richiudo
gli occhi, sento Christian che singhiozza, li riapro quando la voce
di Sonia, tuona sopra le nostre teste.
-
E adesso subito in gabbia, avete tempo per piangere domani.
Coi
piedi ci spinge verso il bancone, Sandra alza una grata e mi butta
dentro: un loculo di un metro e mezzo per uno, alto uno. Richiude, il
lucchetto scatta, anche per Christian lo stesso trattamento.
Poi
le due escono dal locale, le luci si spengono e rimaniamo lì, soli e
impauriti al pensiero del nostro destino.
-
Dove siamo capitati?
Non
rispondo, allungo la mano fuori dalla grata a cercare la sua. Mi
trova, la stringo forte, vorrei accarezzarlo, stringerlo, baciarlo,
farlo mio, ma i miei pensieri si fanno confusi: "che cosa mi sta
capitando?" Un'altra lacrima mi riga il volto, non voglio più
pensare a niente, ed anche se il dolore inizia a farsi strada, inizio
a sognare che tutto questo non sta succedendo per davvero. Lascio la
sua mano e mi rannicchio più che posso, come una coniglietta
impaurita.