Tutto pronto, truccata mi sono truccata, ed ora in macchina, con i pantaloni della tuta che coprono le gambe avvolte nel nylon, scarpe da tennis per guidare, mentre le tacco 14 sono in una bustina ai piedi del sedile passeggero. Giacca a vento e parrucca bianca argento.
Accendo la macchina e mettendomi in marcia esco dal cortile: primo batticuore al semaforo posto a 200 metri, se una macchina si affianca e guarda dentro, se un pedone si avvicina? Capirà l'inganno, penserà "che bella ragazza" o farà una faccia disgustata?.
Non c'è nessuno e quando il semaforo diventa verde, via. Venti minuti di auto tranquilli ed arrivo a destinazione, parcheggio, tolgo i pantaloni della tuta e le tennis e infilo le mie scarpine col tacco 14 nere, stringendo poco il laccetto.
Prendo il pacchetto di dolci, mi do un ultimo sguardo nello specchietto, tolgo la giacca e scendo.
Con passo un po' traballante arrivo alla porta, suono il citofono, l'aria fredda mi avvolge le spalle e mi fa ricordare che non ho neanche uno scialle o maglioncino per ripararmi dal freddo.
Mi apre, salgo le scale con il ticchettio che rimbomba fin su al secondo piano e poi mi metto davanti alla porta.
Qualche secondo e si apre, il cuore in gola e la sua bocca che si spalanca.
"Non dire niente, sono carina?"
"No, non ci posso credere, sei proprio tu xxxxxx"
"Shhh" dico posandole il dito indice sulle labbra, "sono Valentina, ho portato questi dolcetti".
"Entra e siediti qui, gli altri stanno arrivando. Scusa ma come hai... No no niente, poi mi dirai"
"Lo sai che sono una perfezionista!"
"Si Valentina, grazie mille. Sono contenta che sei venuta a festeggiare l'8 marzo con me".
Storie di femminilizzazione forzata, by Vale84cd - 19 marzo 2019
Nessun commento:
Posta un commento