FEMINIZED STORIE vol.2

FEMINIZED STORIES vol.2

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sabato 22 febbraio 2025

Mordimi!

Il suo sguardo, c'era qualcosa nel suo sguardo che, mamma mia, mi faceva impazzire.

Di poche parole io, un fiume di parole lei, riuscivo solo ad annuire, ammaliato dalla sua voce, dai suoi lineamenti, dai suoi capelli, dal suo dolce viso.
Ero in bambola, e non mi succedeva da anni, e quasi con timidezza, dopo una serata trascorsa in un pub vicino casa dico quelle quattro parole, scandendole come se facessero fatica ad uscirmi: "vuoi salire da me?"
Il suo sorriso si allarga, non occorre che senta la sua voce, lo prendo come un si.
Paghiamo e le prendo la mano, accarezzandola, e spostandola dolcemente sul mio fondoschiena, mentre io la stringo sulla spalla avvicinandola a me.
Si fa trascinare su per le scale, chiedendomi ironicamente se "stessi per rapirla".
Sorrido e le dico:"sei libera di andare quando vuoi", mi risponde "fra un po'"
Musica di sottofondo, due calici di prosecco, cin cin e i nostri sguardi si incrociano maliziosi, altri due calici e il calore inizia a divampare, lei si abbassa il vestito scoprendo le spalle, io tolgo il cardigan ed apro i primi bottoni della camicia.
"Però il letto è più comodo!"
"Concordo!" Risponde lei, alzandomi e trascinandomi nella camera, come se fosse la sua.
Seduti, uno dinnanzi all'altro, lei si abbassa completamente il vestito, scoprendo le sue nudità, mentre io deglutisco ed ha fatica riesco a slacciare gli ultimi bottoni della camicia ed i pantaloni.
Si alza girandosi di schiena, il vestito le cade sulle caviglie, poi sfila le mutandine, mentre io rimango lì imbambolato a fissarla fino a che, girandosi, mi chiede:"Tu lo fai vestito?"
Deglutisco ancora, impacciato mi tolgo le scarpe, sfilo calzini e jeans, mutande e maglietta e rimango li, in attesa, come se avessi dimenticato cosa fare.
Lei vede che sono in imbarazzo e mi spinge sul letto, dolcemente e si mette a cavalcioni su di me, sedendosi sul mio membro che sta quasi per esplodere, si abbassa, il suo seno tocca il mio petto e le labbra si incontrano.
Mi sembra di raggiungere il settimo cielo, le nostre due lingue si intrecciano, sento il suo respiro che entra dentro me e sento che il mio membro sta entrando dentro di lei.
"Ti mordicchio un po', ti va?"
Emetto mugugni di piacere, sento il pizzicare dei suoi denti sul collo, un morso, un altro, un altro ancora, poi uno più forte che mi fa emettere un grido.
Mi chiude la bocca e il naso con la sua mano e mi dice dolcemente "ne manca solo uno, tranquilla!"
Farfuglio qualcosa, mentre lei affossa il morso sulla mia gola; emetto un urlo soffocato, ho il terrore degli occhi, come se avessi paura che mi stesse sbranando un lupo.
Si alza, mi guarda e sorride, mentre io mi tocco il collo controllando successivamente tracce di sangue sulle mie mani senza trovarne.
"Ma sei impazzita?" Grido d'istinto, mentre lei inizia a sorridere e guardandomi mi dice dolcemente "scusami, ma sembravi così contenta!"
"Insomma! Ma perché continui a parlarmi al femminile?"
"Perché? Non lo sei?"
"Sei cosa?" Rispondo quando una vampata di calore mi inonda il viso.
Vedo il suo sguardo posarsi sul mio viso e poi scorrere giù fino al basso ventre, lo seguo e seguo la linea del mio corpo notando una cosa che non dovrebbe esserci.
D'istinto le mie mani risalgono dai fianchi, accarezzando la pelle fino a raggiungere il petto dove ci sono due pretubaranze.
Sbatto più volte gli occhi mentre le mani accarezzano i seni che sono spuntati dove un attimo fa non c'era niente.
D'istinto alzo la testa per controllare oltre, per controllare qualcosa che sbuca proprio sotto lo stomaco.
Mentre la mano destra scende e non trova più nulla, guardo quella ragazza che inizia a ridere e gli urlo:"Ma che cosa hai fatto?"
Mi attesto di colpo perché le parole vengono dette da una voce femminile e ci metto un po' a capire che è la mia.
Inizio a singhiozzare, non mi capacito di quello che mi è appena accaduto e cerco conforto da quegli occhi che mi hanno conquistando, che mi hanno confuso, che mi hanno trasformato.
"Ormai indietro non si può più tornare!"
Deglutisco nuovamente e le lacrime iniziano a scendermi dal volto; sono confuso, anzi confusa, oddio non so più chi sono, mentre le sue mani prendono le mie e mi trasmettono sicurezza.
Mi guarda, mi da un bacio e si sdraia vicino a me accarezzandomi. Non provo più paura, solo felicità.
Ci abbracciamo e ci lasciamo andare ed ho paura di risvegliarmi da questo sogno.


Storie di femminilizzazione forzata, Valentina Cornell 22 febbraio 2025

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