FEMINIZED STORIE vol.2

FEMINIZED STORIES vol.2

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lunedì 14 agosto 2023

Femminilizzazione - parte I

"Toc Toc"
Busso alla porta e attendo, ma non risponde nessuno.
Il citofono è rotto, sono riuscito a farmi aprire da una vicina e salito le sei rampe di scale, visto che anche l'ascensore è rotto, mi trovo davanti alla sua porta, contrassegnata dal numero 23.
Ribusso ma nulla, avvicino l'orecchio all'uscio per captare qualche rumore ed è allora che sento un piccolo cigolio, che aumenta quando la mia mano spinge la porta: è aperta.
"C'è nessuno?"
La mia voce riecheggia nella stanza vuota, un enorme atrio con un divano in un angolo ed una porta dalla parte opposta che va alle altre camere.
Mi addentro con passo leggero indirizzandomi proprio verso questo secondo uscio, semi aperto.
Spingo anche questa porta ed entro in un'altra stanza, senza porte nè finestre, con degli armadi nei lati, un tavolo e un lettino al centro della stanza.
"Ma non c'è il bagno, la cucina, la camera, ma che posto è?"
Domande che mi frullano nella testa, mentre mi incammino verso il tavolo notando una busta posta su un angolo dello stesso.
Spinto dalla curiosità la apro e ne tiro fuori delle foto e un biglietto.
La foto sono le mie, mentre faccio jogging, mentre scendo dalla macchina, mentre faccio la spesa.
"Ma che diamine!"
Apro il biglietto, piegato in due e trovo uno scritto a mano, con penna calligrafica mi sembra, che recita così:

  • Nome : Marco
  • Fisico : Atletico
  • Carattere : Timido
  • Da quello che ho potuto vedere, penso che si sottometterà facilmente, non ha una forte personalità, e secondo me potrai femminilizzarlo facilmente.

Strabuzzo gli occhi a quest'ultima frase, mi sento gelare il sangue ed anche se vorrei scappare da quella stanza, le mie gambe si bloccano, come se non riuscissi a comandare il mio corpo.
Sento una mano che mi si appoggia sulla spalla e poco dopo il rumore della porta che si chiude di scatto.
Mi giro e vedo una ragazza robusta, una decina di centimetri più bassa di me, ma con una espressione in viso che mi mette subito in soggezione.

"Dai qua!"
E strappandomi il biglietto di mano, dopo una rapida lettura, mi dice:
"Ti sei rovinata la sorpresa, maledetto ingorgo che mi ha bloccata!"
"Quale sorpresa?"
Le sue mani, rapidamente mi si posano sulle guance, e me le stringe a mo di tenaglia fino a che emetto dei forti lamenti.
"Prima di tutto, non permetterti mai più di rivolgerti a me con quei toni!"
Stringe ancora di più la morsa e aggiunge:
"Rivolgiti a me dicendo Miss Barbara e aspetta che risponda, se ne ho voglia!"
Annuisco mentre lei molla la presa; mi porto subito le mani sulle guance per massaggiarmele, mentre lei si avvicina all'armadio di destra e lo spalanca: all'interno sulla parte bassa, c'è una gabbia, alta all'incirca un metro, lunga uno e profonda mezzo.
"Spogliati ed entra qua dentro!"
Eseguo, senza dire una parola; mentre mi tolgo tutti i vestiti divento rosso per la vergogna, mentre lei inizia a ridere sempre più forte.
Mi accuccio ed entro dentro la gabbia, lei subito la richiude e mette un lucchetto per bloccarne l'apertura.
"Ci vediamo domani!"
Mi si gela nuovamente il sangue! Sono solo le nove di mattina e non riesco a capire perché mi voglia tenere rinchiuso qui dentro per un giorno intero.
"Miss Barbara?"
Pronuncio quasi supplicando, ma oltre ad un suo sorriso, non ottengo nulla se non la chiusura dell'armadio, il buio e i suoi passi che si fanno sempre più lontani.

Racconti di Valentina Cornell, 14 agosto 2023


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