FEMINIZED STORIE vol.2

FEMINIZED STORIES vol.2

Ed eccolo qui! Il nuovo libro della Vale. - (clicca sulla scritta sopra per leggere l'articolo) - Ancora una raccolta di racconti sulla ...

domenica 12 giugno 2022

Sei la mia femmina

Femminilizzazione forzata intro: ... vediamo se riesci a fare la femmina

Questa volta penso di averla fatta grossa, sono due giorni che non mi parla e mi squadra, dall'alto in basso, come si fa con un essere inferiore, e poi sbuffa; uno sbuffo leggero, quasi impercettibile, che ormai conosco bene: sta solo pensando a quale sarà la mia punizione. Forse ha perso un po' di ispirazione, forse vuole provare qualcosa di nuovo, ma questa attesa non mi sta facendo vivere serenamente ed anche ogni mio minimo gesto verso di lei, viene accolto con disprezzo.

Finisco di sparecchiare e mettere i piatti nella lavastoviglie, quando lei mi dice: "Quando hai finito vieni in camera mia!"
"Si signora!" Dentro di me un respiro di sollievo almeno per la fine di questa attesa che non riuscivo più a sostenere.

Entro in punta di piedi nella camera chiedendo "Permesso?", lei mi guarda di sfuggita, ha indosso solo una vestaglia di seta rosa semiaperta, dove si intravede il suo seno prorompente. Mi indica qualcosa sul letto: noto un completino azzurro, tipo a tubino, un reggiseno di pizzo nero, mutandine, autoreggenti e scarpe col tacco dello stesso colore.

"Devo aiutarti a vestirti?" Chiedo con voce sommessa, quasi per paura di essere ancora sgridato.
Lei si alza, si avvicina verso di me, mi accarezza la guancia e mi da un bacio sulla fronte: "No sciocchina, sono i vestiti che indosserai per il resto della settimana."
"Come indossare?"
"Visto che non sei buona a fare il maschio, voglio vedere se riesci a fare la femmina, almeno mi potresti essere utile. Sennò proprio non so cosa farne di te."

Deglutisco mentre i miei battiti accelerano; sinceramente non pensavo ad un ultimatum del genere e soprattutto al fatto che ha iniziato a parlarmi al femminile: so di che cosa è capace, e il fatto di costringermi ad essere femmina, la vedo come un'ulteriore opera di demolizione del mio essere e della mia autostima.

Avanzo verso il letto, mentre lei continua a guardarmi con disprezzo, mi spoglio completamente e rimango lì ferma davanti a lei quasi a supplicare qualcosa; non un cenno, si china sui vestiti, li prende e li mette dentro un sacco della spazzatura: "Potresti non averne più bisogno!" Deglutisco ed anche se sono nudo davanti a lei, con la sua vestaglia socchiusa che fa intravedere la sua intimità, il mio membro non accenna ad alzarsi. Lei se ne accorge, mi guarda sorridendo e mi sussurra: "Sei già una donna lì sotto!"

Non riesco a dire niente, chino il capo ed inizio a prendere le autoreggenti e ad infilarmele: più di una volta le ho infilate alla mia padrona, e quindi ho affinato una certa tecnica; però la sensazione è strana, il nylon che sale sulle mie gambe, le stringe e le avvolge, sento un qualcosa dentro, una specie di eccitazione, che aumenta quando fisso i laccetti del reggiseno. Poi è la volta delle mutande: le alzo fino alla vita, facendo fatica a contenerci dentro il pacco, allora arriva lei, mi infila la mano dentro il pube, lo sposta all'indietro e poi le tira su, facendo entrare la parte posteriore in mezzo alle natiche.

Ed arriva il momento del tubino azzurro, anche questo più di una volta indossato dalla mia miss; lo infilo, fino ad arrivare all'altezza del reggiseno e questa volta è lei che me lo sistema e chiude la cerniera tirando i lembi dello stesso; è molto stretto e la sensazione è quella di un qualcosa che ti tiene stretta, legata, impedendoti qualsiasi movimento repentino, ma costringendoti a lenti movimenti sinuosi, che fanno eccitare chi ti guarda.

Mi spinge verso la sedia, mi fa sedere e mi infila le scarpe ai piedi, tacco 12: "Non sai che fatica che ho fatto a trovarle, anche se sono una misura e mezzo in meno dovrebbero andarti bene". Fissa i laccetti, le sento strette, guardo e vedo i miei piedi in quei sandaletti neri, con le sole prime tre dita che sbucano sul davanti; sono intenta a fissarle che quasi non mi accorgo che lei ha aperto sulle sue ginocchia la borsa del trucco, tirato fuori i pennelli ed aperto l'ombretto azzurro: "Oggi un trucco semplice, poi da domani impari a truccarti da sola, ok?"
"Ok Miss", non mi esce altro, mentre lei mi applica l'ombretto, la matita, il mascara e poi il rossetto.



Infine è la volta di una parrucca nera liscia, coi capelli che mi cadono sulle spalle. "Non ti faccio guardare allo specchio perché non sei un granché". E poi prendendomi le mani mi dice: "Su andiamo, domani però voglio anche lo smalto sulle mani d'accordo?"
"Ok, tutto per renderti felice!"

Mi accompagna verso la sala, io barcollo un po' sui quei trampoli e guardo per terra, quando vedo un paio di scarpe maschili, ed alzando lo sguardo due gambe un corpo e un viso che si lancia in un bacio appassionato infilando la lingua nella bocca di mia moglie.
Io rimango bloccata, mentre i due, dopo qualche minuto si staccano, mi guardano e cominciano a sorridere. "Vedi cosa vuol dire essere un vero uomo?" Dice mia moglie in tono di scherno, "Se vuoi ti insegno mia cara" dice l'uomo rivolgendosi a me.

Io non riesco a pronunciare niente a parte qualche verso: mi sembra tutto talmente irreale, strano ed inverosimile, non riesco a reagire anche quando il signore si avvicina verso di me e inizia a toccarmi, ad accarezzarmi, a baciarmi sul collo, e ad alzarmi il vestito fino a lasciare scoperti i miei glutei.

"Ma come sei bella mia cara" e dicendolo inizia a massaggiarli, abbassandomi le mutandine ed infilandomi prima uno e poi due dita nel mio buco.
Avvicina la sua bocca al mio orecchio e mi sussurra "Ti stai eccitando vero?"

Io sono in preda ad una confusione assoluta e riesco a rispondere solo con un mugugno di piacere. Le sue dita escono e poi rientrano, sento una sostanza fredda che mi viene spalmata sulle pareti: "Non voglio farti male per la prima volta".

"Prima volta di cosa?" Dico imbarazzata mentre qualche secondo dopo sento il suo membro che si fa spazio dietro di me, lentamente, ma in maniera regolare, con i miei mugugni di sofferenza che si trasformano in suoni di piacere quando inizia a sfilarlo e reinfilarlo ripetutamente, aumentando il ritmo.

Mentre dalla mia bocca iniziano ad uscire suoni di piacere sempre più intensi, mia moglie, che mi sta riprendendo col cellulare mi dice: "Brava Sonia, vedi che una cosa sei capace di farla?"
"Ma cosa stai fa...."

Un colpo secco e le parole che si strozzano facendomi emettere un urlo di dolore, lui dolcemente inizia a prendere il mio membro in mano ed inizia a masturbarmi, mentre aumenta ancora di più la forza e il ritmo dei colpi.

Non resisto a lungo, meno di un minuto e vengo lanciando un urlo di piacere, ma a questo punto, l'uomo aumenta ancora di più il ritmo, masturbandomi ad un ritmo maggiore. Le mie urla ormai sono incontrollate, una vampata di calore, di eccitazione mai provata prima, mentre mia moglie esclama: "Ora proverai a godere come una donna!"

Il ritmo aumenta ancora di più ed in preda ad un'eccitazione crescente ed incontrollata, inizio a tremare e il mio sedere inizia a rilassarsi, quasi a voler prendere qualcosa di più grosso e più lungo. L'uomo continua, masturbandomi ed entrandomi da dietro ad un ritmo frenetico, mentre io non riesco più a resistere ed emetto gemiti ogni volta che mi penetra. Vengo nuovamente, questa volta però è una sensazione stranissima, una sensazione di piacere prolungata che continua ed quasi senza volerlo inizio a muovermi ritmicamente verso di lui, quando mi penetra, come a volerlo più a fondo, come se quell'eccitazione iniziasse a non bastarmi.

Ora è lui che sta emettendo gemiti di piacere, sento che sa per venire, tre, quattro colpi secchi che mi lasciano quasi senza fiato, e poi una spinta forte come se volesse sfondarmi e quella strana sensazione di sentire qualcosa che si espande dentro di me.

Si ferma di colpo, inizia ad accarezzarmi e baciarmi sulle spalle e poi sul collo, mentre sento il suo membro, ora si, pulsare dentro di me. Sono tutta sudata, il suo odore si mischia al mio e mi inebria, rimango con la bocca aperta, ansimante, con il piacere che va via via scemando ed il dolore al fondo schiena che pian piano va aumentando.

Sento che lo sfila, vorrei dirgli di non farlo, di rimanere ancora dentro di me, avvicina la sue labbra alle mie, un bacio, intenso, con le nostre lingue che si cercano, e poi si stacca, si avvicina a mia moglie stesa sul letto, le apre la vestaglia ed inizia a leccarle i capezzoli.

Faccio per alzarmi, per unirmi al loro piacere, ma mia moglie mi ferma mettendomi il piede sul petto:
"Stai li e guarda come si scopa per davvero".

Rimango a fissarli per una ventina di minuti, a godere, a gemere, a pensare a quanto appena accaduto. So che pensa di punirmi con questa cosa, ma non sa quanto mi sta facendo crescere l'eccitazione e non può immaginare quanto sia ancor di più innamorata di lei.

Storie di femminilizzazione forzata di Valentina Rossi Cornell, 12 giugno 2022  

Nessun commento:

Posta un commento