FEMINIZED STORIE vol.2

FEMINIZED STORIES vol.2

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mercoledì 23 settembre 2020

POLICE

 Femminilizzazione forzata intro: ...luci blu lampeggianti, luci blu lampeggianti...

Saluto tutte ed esco dalla porta: è stata proprio una serata fantastica, ho conosciuto tante sorelline come me ed ho potuto chiacchierare e ballare in tutta libertà. Ora mi attende un viaggio lungo, tre ore di macchina, non ho voglia si cambiarmi, voglio rimanere donna per un altro po' e godermi il viaggio en-femme: tanto è notte, farò l'autostrada e non devo fare neanche una sosta.

Dieci minuti di statale e poi arrivo al casello, prendo il biglietto, lo metto nel portaoggetti vicino al cambio e riparto: vengo abbagliata da una luce blu lampeggiante, vedo un agente in divisa che mi fa segno di accostare, mi fermo, abbasso il finestrino, "documenti prego".

Ci metto mezzo minuto a dargli la patente e a trovare il libretto di circolazione, si, sto tremando come una foglia, gli faccio un sorriso, lui si dirige verso il baule della macchina aperto con all'interno un computer portatile e verifica i dati. Sulla mia destra un altro furgoncino della polizia, di quelli a sette posti, alti e tutti blu.

Ritorna con in mano i documenti, fa per darmeli ma mi dice "può scendere prego?"
"Ok" dico sommessamente, apro la portiera, scendo con tutta la grazia possibile, richiudo la portiera e mi metto dinnanzi a lui, che mi guarda dal basso del suo metro e ottanta circa.
"Dunque lei è il signor Rossi"
"Si"
"Bell'abitino, complimenti!"

E nel dirlo avvicina la mano e me la posa sulle cosce, appena sotto la gonna e sale fino ad arrivare agli autoreggenti.
"Mi può seguire un attimo di la"
E la sua mano si sposta sulla natiche e mi spinge in direzione del furgone, col portellone aperto.
"Ma cosa sta facendo"
 
Un clic e mi ritrovo un paio di manette al polso sinistro, mi guardo la mano incredula e la vedo alzarsi in alto fino al portapacchi sopra la mia testa, non faccio in tempo a capire cosa sta succedendo che mi alza l'altra mano e infila il polso nella manetta libera e dopo un clic mi trovo con le mani bloccate sopra la mia testa.

Il primo istinto è quello di cercare di liberare le mani muovendo i polsi all'impazzata ma la sua bocca si avvicina al mio orecchio e mi sussurra: "Non agitarti cara"
Mentre me lo dice la sua mano va proprio ad accarezzare il mio membro che sta andando in erezione, me lo stringe nella sua mano, forte fino a farmi emettere un gemito, "vedo che sei eccitata cara".
 
Lo sono, e sono anche impaurita, la sua mano ora mi scorre sul fianco scoperto e si ferma sulle protesi al silicone, che inizia a massaggiare. Mentre mi assalgono delle vampate di caldo, qualcuno mi prende le gambe e me le piega fino a che i tacchi delle scarpe vanno a toccare le natiche, poi le lega alle cosce con due corde credo e così il mio corpo è dondolante, appeso solo per le manette, e sento un forte dolore ai polsi.

"Un bel sorriso?"
Vengo tempestata da una decina di flash, mentre il dolore insopportabile mi fa scendere le lacrime dagli occhi, poi ancora lui si avvicina a me e mi mettere un cerotto sulla bocca, di quelli argento ultraresistenti, alza la gonna, abbassa le mutandine e partono altri flash conditi dalle risa dei due.
"Come si è già ammosciato?"
"Ci penso io" dice il secondo, e tirando fuori un manganello inizia a colpirmi ripetutamente
il membro che inizia ad alzarsi.
"Per oggi basta dai"
Dopo delle ultime foto, mi slegano le gambe e successivamente mi tolgono le manette, accompagnandomi dolcemente a terra e facendomi sedere sul bordo del cassone.

Con le mani inizio a massaggiarmi i polsi, guardando i segni e i lividi presenti e non mi accorgo che il membro dell'agente si sta avvicinando al mio viso, lo vedo solo all'ultimo momento, non riesco a tenere chiusa la bocca, entra, sempre più in fondo fino ad arrivare alla gola.

Istintivamente porto le mie mani sulle sue cosce cercando di allontanarlo mentre le sue mani mi afferrano la testa e la spingono verso di se, ma è un attimo: qualcuno mi prende nuovamente i polsi e me li ammanetta dietro la schiena, e poi mi costringe ad alzarmi, sempre col membro del primo giù nella mia gola.

Un dolore allucinante, un dolore allucinante del suo membro che cerca di entrarmi da dietro, una due volte, ma non entra, è troppo grosso, poi mi posa le mani sulle natiche, le allarga fino a che non sento una fitta e poi un colpo secco, un colpo secco ed entra. Lancio un urlo soffocato e iniziano a scendermi le lacrime dagli occhi, mentre lui inizia ad uscire ed entrare a ritmo martellante. Le mie gambe cedono, ma lui mi tiene su tenendomi stretta mani sul bacino.

Perdo la cognizione del tempo, un misto di eccitazione e dolore mi fa quasi perdere i sensi, non mi accorgo neanche quando tutto finisce, quando dolorante mi accompagnano verso la macchina, quando mi salutano con la lingua che entra in contatto con la mia.

So solo che sto viaggiando verso casa percorrendo l'autostrada, guardando distrattamente di tanto in tanto lo specchietto retrovisore; vedo l'insegna dell'autogrill, metto la freccia, parcheggio, mi accascio sul sedile del lato passeggero ed inizio a piangere. 
 
...ah...sono venuta a cercarti in autostrada....non sei più tornata e io mi son preoccupata...ho visto la tua auto e, avvicinandomi, ti ho scorta all'interno... con quell'aria delicata e la guancia solcata da una lacrima semiasciutta...
...eri così dolce in quei panni e in quella posizione improbabile...
...ti ho guardata dormire per qualche secondo poi, nel chiaroscuro dell'alba, senza che nessuna di noi dicesse una parola, ti sei svegliata, ti sei accorta di me ...hai accolto la mia presenza come se fosse la cosa più normale del mondo...sei scesa e, sempre nei tuoi panni al femminile, hai accettato la mia giacca e il mio braccio sulle spalle e siamo andate a sederci all'autogrill per un caffè ed un cornetto...
...tu mi guardavi con il viso assonnato, mi sorridevi in silenzio e mi facevi capire che eri contenta che fossi lì...io ero contenta di esserci.
 
Storie di femminilizzazione forzata, by Vale84cd/Lelly - 22/23 settembre 2020

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