FEMINIZED STORIE vol.2

FEMINIZED STORIES vol.2

Ed eccolo qui! Il nuovo libro della Vale. - (clicca sulla scritta sopra per leggere l'articolo) - Ancora una raccolta di racconti sulla ...

domenica 7 gennaio 2024

Specchio, specchio delle mie brame

Testa bassa, entro in bagno e apro il rubinetto dell'acqua calda.

Rimango li, qualche minuto, con le mani appoggiate al lavello e il vapore che si adagia, stratificato sul mio viso.

La mia estetista direbbe che è utile per dilatare i pori, ma le lacrime che iniziano a cadere creano un rumore sordo che sembra mille volte più alto dell'acqua che esce dal rubinetto.

Rialzo lentamente la testa e fisso lo specchio, appannato, intravedo la mia silhouette, il contorno del mio viso, gli occhi e immagino una persona che non c'è.

Quei tratti così maschili della mascella, l'alone della barba, gli zigomi non pronunciati, sembrano magicamente sparire, per qualche attimo. 

Devo fare veloce, non devo assolutamente pensare quando mi metto il copri barba e il fondotinta, la matita e l'ombretto, il mascara e il rossetto.

Non la vedo ancora, neanche quando mi sistemo la parrucca, quando la pettino, quando sciolgo i nodi sulle punte. Mi fa star male, perché se anche le mie amiche, semplici conoscenti o ammiratori mi fanno i complimenti per il mio aspetto così femminile, io non la vedo: solo una imitazione, un tentare di essere, mentre io VORREI ESSERE.

Passo la mano sullo specchio per togliere le ultime goccioline lasciate dal vapore e vedo qualcosa di anomalo, vicino alla porta: un'ombra, una figura, e spaventata mi giro di scatto e la vedo.

- Tu, tu chi sei?

- Ma come? Non mi riconosci?

- Una fata?

- Una fata? Ma stai scherzando? Magari la fatina dei dentini?

- Una strega allora?

 - Passiamo da palo in frasca! Ho la faccia da cattiva io?

- No no, è che... niente, sono un po' confusa.

- Sono qui per aiutarti, stai tranquilla.

La guardo: il suo viso è così giovane, la sua pelle è così liscia, sembra una ragazzina anche se il suo tono è deciso, di una donna più matura. Mi infonde sicurezza ed anche se non so cosa vuole sento di potermi fidare di lei.

- Puoi fare qualcosa per quello che mi affligge?

Chiedo, quasi supplicando. Lei mi guarda, poi mi da un bacio sulla fronte e mi invita a guardare lo specchio. 

Fisso il mio viso che, lentamente cambia fisionomia, diventa più dolce, più bello, più liscio, più femminile. 

Il mio viso è ripulito dal trucco che avevo applicato un attimo fa, ma il segno della barba non c'è più; è sparito anche il pomo d'Adamo sul collo e dove prima c'era un petto piatto, ora sta screscendo qualcosa.

Guardo con più intensità lo specchio, ed anche i capelli crescono, lasciando cadere la parrucca in terra, capelli castani, mossi, che si adagiano sulle spalle. Con un movimento involontario mi porto la mano sulla bocca e noto che le mie dita sono affusolate, le mie mani più piccole, come il polso, e le unghie, lunghe, quasi un centimetro e a punta.

Guardo distrattamente la mia silhouette riflessa sulle piastrelle del muro alla mia destra ed intravedo le mie forme, non più maschili: vita, fianchi, gambe, inguine, tutto, ma proprio tutto femminile.

Riguardo lo specchio quasi piangendo e vedo lei, la bella ragazza che un attimo fa mi aveva dato un bacio sulla fronte: il suo volto non è più liscio, ampie rughe lo solcano, i suoi occhi sono tristi, stanchi, le sue labbra sembrano spente anche se tenta un timido sorriso.

- Il mio regalo per te! Una notte soltanto e un insegnamento importante che scoprirai domani.

Svanisce, così come è apparsa; mi riguardo allo specchio, mi metto solo un filo di rossetto rosa e un po' di illuminante sul viso e poi mi stringo in un abbraccio e ancora qualche lacrima mi scende sul viso.

Sono felicissima, vorrei uscire all'aperto, vestirmi con quel tubino che mi faceva sembrare una caricatura di donna, e che ora sarebbe perfetto e farebbe risaltare tutte le mie curve.

Ma invece no: mi vado a stendere sul divano dopo aver indossato la vestaglia, mi metto comoda, voglio godermi questo momento, accarezzarmi il viso, i capelli, le forme del mio corpo.

Rimango li ore, felice, senza pensare a niente e ripensando a tutto quello che ho passato. 

Non penso al domani, a quello che mi ha detto chi mi ha regalato questo dono; mi addormento, un sonno dolce, senza gli incubi che mi attanagliavano in questo periodo, un sonno lunghissimo, interrotto dalle luci del sole, ormai già alto, che indicano il mezzogiorno.

Al mio risveglio mi guardo le mani, il corpo, non sento più i capelli sulla schiena, ma sono felice, felice anche se non riesco a capire se tutto quello che è successo ieri è stato un sogno o è realmente accaduto.

Mi dirigo verso il bagno, ma questa volta no, non abbasso lo sguardo, non apro i rubinetti dell'acqua calda: i miei occhi puntano dritti al mio riflesso sullo specchio, lo voglio affrontare, non voglio più stare male, basta, devo reagire, devo, devo per me stessa.

Mi guardo allo specchio e vedo una luce nuova nei miei occhi, mentre mi trucco sembrano sparire i tratti maschili, mi sembra di essere più bella, più femminile e le lacrime che scendono ora non sono più un urlo di sofferenza, ma sono la felicità di aver capito, di aver compreso, che sono io, nei miei difetti, nel mio non essere perfetta, io, io, io e SOLAMENTE IO.

Sistemandomi la parrucca lancio un'ultima occhiata allo specchio: un sorriso malizioso, furbetto si dipinge sul mio viso. 

Ce l'ho fatta a buttarmi alle spalle i miei mostri, il futuro è solo mio; e credere in me stessa è l'unica cosa che conta davvero.

Racconti di Valentina Cornell - anno 2004