FEMINIZED STORIE vol.2

FEMINIZED STORIES vol.2

Ed eccolo qui! Il nuovo libro della Vale. - (clicca sulla scritta sopra per leggere l'articolo) - Ancora una raccolta di racconti sulla ...

sabato 28 gennaio 2023

L'auto

Sono un po' agitata, è la prima volta che esco en-femme, cioè fuori dalle mura domestiche e per di più per un appuntamento galante con un uomo.
Mi piace travestirmi si, ma non sono mai sta attratta dagli uomini; mi dichiaravo una trav lesbica, come giustificazione forse, come se avessi paura che qualcuno mi considerasse gay e come se fosse un'onta esserlo.
Poi tra i vari messaggi, richieste di amicizia, foto spinte è arrivato Luigi, cortese, mai volgare, rispettoso: è subito nato un buon rapporto di amicizia, che mai avrei pensato che avrebbe potuto portare ad altro se non lo scambio di alcune battute social.
E invece è nato qualcosa di più, ed ora sono qui, al parcheggio del supermercato, ad aspettarlo con l'abito che mi ha regalato, un tubino aderente scuro, che mi arriva alle coscie e molto più in alto quando sto seduta. Collant 40 denari perché ci stiamo avvicinando all'inverno e scarpe tacco 15: ho solo queste, scomodissime perchè non avrei mai pensato di doverle usare per guidare l'auto, ne tanto meno per passeggiare per strada. Parrucca a caschetto nera e una piccola borsetta; ah si, anche un golfino di pizzo nero.


Guardo l'orologio, mi controllo il trucco un po' improvvisato nello specchietto dell'auto, i miei pensieri sono negativi: non può avermi dato buca senza neanche contattarmi; gli mando un messaggio su whatsapp, ultima visualizzazione due ore fa, comincio ad essere nervosa e sta per scendermi anche una lacrima.
Mentre mi sto riguardando allo specchietto, una macchina si affianca alla mia: faccio finta di niente perché penso sia qualcuno diretto verso il centro commerciale, invece dopo una ventina di secondi mi volto e lo vedo, con un sorriso smagliante, abbassa il vetro e mi invita a fare lo stesso.
- Pensavo ti stessi sistemando il trucco, non volevo interromperti.
- Scusa ero distratta!
- Distratta e bellissima!
Arrossisco sotto il fondotinta e gli dono un timido sorriso.
- Andiamo con la mia macchina? Almeno ti riposi un attimo!
Acconsento, scendo a fatica dall'auto, mi tremano un po' le gambe ma non perdo l'equilibrio e mi sistemo di fianco a lui.
- Dai che stasera ci divertiamo.
Mi posa la sua mano destra sulla mia gamba sinistra ed inizia ad accarezzarmi, la lascia lì per tutto il viaggio visto che ha il cambio automatico, parliamo del più e del meno e mi accorgo che siamo entrati in una villa solo quando le ruote affondano nella ghiaia del vialetto.
- Arrivati!
- Ma che posto è?
- Tranquilla, ti divertirai.
Da galantuomo parcheggia l'auto e poi mi aiuta a scendere, tenendomi sotto braccio fino a salire gli scalini dell'ingresso principale; una volta entrati veniamo accorti da una signora che prende la giacca di Luigi e il mio golfino indicandoci un'altra stanza.
Sono emozionata perché vedo che la sala è abbastanza piena di gente, tutta vestita con abiti lunghi, mentre le donne mi guardano tra il divertito e l'indignato, credo per l'abito ultracorto che stona con l'eleganza della serata.
Io guardo Luigi e gli sussurro un "Non credo che abbia un abbigliamento consono alla..." Ma lui mi interrompe subito mettendomi una mano sulle labbra e dice: - Vai li che troveranno qualcosa di adatto a te.
Lo lascio e mi dirigo verso una saletta, ad attendermi la signora della reception più altre due giovani ragazze.
- Su aiutatela a cambiarsi perché non abbiamo molto tempo.
Io mi guardo in giro mentre le due iniziano a togliermi tutti i vestiti, lasciandomi in calze, reggiseno e mutande; aspetto di vedere quale vestito abbiano scelto per me, ma l'unica cosa che esce da una scatola posta a centro del tavolo è un grembiule nero con pizzo bianco ed un corsetto di pelle nera.
Resto un po' titubante mentre le due mi fissano il grembiule con un nodo e mi stringono il corsetto alla vita.
- Vai al tavolo 5, quello lì, e posizionati a fianco del signore con la giacca azzurra.
Io eseguo e mi metto al suo fianco, lui mi guarda e con la mano mi slaccia il fiocco del grembiule, che scivola per terra.
- Abbassati le mutande!
- Come scusa? - Dico balbettante, mentre lui un po' spazientito prende il bordo dei collant e tira giù con forza mostrando il mio membro a tutta la tavolata.
Io d'istinto lo copro con le mani, ma il signore mi guarda di storto e mi ordina: - Mani dietro la schiena! Devi obbedire ai miei ordini, intesi?
- Sissignore! - Sussurro, mentre abbassando la testa guardo i commensali che mi guardano a loro volta divertiti facendo commenti sul mio membro.
Rimango li in piedi per tutta la durata della cena, con loro che ridono e scherzano, che mi prendono in giro per il mio membro floscio, che a volte inizia pure ad indurirsi, ma che termina con l'afflosciarsi per l'umiliazione che provo ad essere in quello stato.
Finita la cena, il signore mi guarda e mi dice: - Ti puoi rivestire ed andare!
Io non dico niente, mi risistemo mutande e collant e raccolgo il grembiule da terra, sistemandomelo alla belle e meglio.
Mi incammino e vedo Luigi ed una volta arrivato da lui lo abbraccio mettendomi a piangere: non mi sono mai sentita così umiliata in vita mia, e non capisco il perché di quella situazione così imbarazzante alla quale sono stata sottoposta.

Lui ricambia l'abbraccio, mi tiene stretta, ed inizia a baciarmi, prima sul collo, poi sulle labbra e infine le nostre lingue entrano in contatto; è una situazione eccitante, non avrei mai immaginato di provare un'attrazione così forte per un uomo, mi sento felice, protetta, estasiata, e mentre io sono avvolta in questo turbine di pensieri, la sua mano si sposta verso il mio membro che inizia ad eccitarsi.
Istintivamente anche la mia mano fa lo stesso: si infila dentro i pantaloni, dentro le mutande e lo raggiunge, lo sfioro, lo accarezzo, lo sento pulsare, lo stringo, sento un suo gemito e travolta da una passione crescente gli dico: - Prendimi, sono tua!
Lui mi dà un bacio sulla bocca, mi sorride e mi dice: - Non oggi cara, rovineremmo tutto così!
Io ci rimango male, mi sento come una fitta allo stomaco, e per tutto il viaggio di ritorno non parlo.
Al parcheggio, prima di scendere appoggia ancora le labbra sulle mie: un bacio intenso, penso il più intenso della mia vita; mi passa per la mente tutto quello successo nella serata e mi chiedo il perché non mi abbia tolta da quella situazione, il perché non voglia fare qualcosa con me, il perché ora lo desidero con tutte le mie forze.
- Ci lasciamo così?
- Si Valentina, poi capirai!
- Non sparirai vero?
Lo guardo con un po' di terrore negli occhi, aspettando una sua risposta, un suo sguardo, un qualcosa che mi rassicuri.
- Ciao sciocchina!
Mi schiocca un bacio sulla fronte e poi se ne va: ed io rimango lì, con le farfalle che iniziano ad agitarsi nello stomaco e un mix di felicità e tristezza che mi accompagnerà per i prossimi giorni.