FEMINIZED STORIE vol.2

FEMINIZED STORIES vol.2

Ed eccolo qui! Il nuovo libro della Vale. - (clicca sulla scritta sopra per leggere l'articolo) - Ancora una raccolta di racconti sulla ...

domenica 25 dicembre 2022

Risveglio di Natale

Vigilia di Natale, sono già le 23.45 ed abbiamo da poco finito di scartare i regali; siamo abbracciati e nudi nel letto, avvolti dal piumone. Sento il calore del suo corpo che si fonde con il mio, sento i suoi seni aderenti al mio petto, la stringo forte per sentirla più mia; quella sensazione mi fa star bene, lei ricambia baciandomi sul collo. Allento la presa e inizio a giocherellare con le dita sui suoi capezzoli, il mio polpastrello fa un giro completo intorno, conosce a memoria quelle piccole asperità, poi con delicatezza inizio a massaggiarle i seni, è una sensazione bellissima, è una cosa che non smetterei mai di fare; ogni tanto gioco con i miei, ma non è la stessa cosa, non la stessa sensazione, non la stessa morbidezza.

Un ultimo bacio, la stringo forte a me per sentirli attaccati al mio petto, come se fossero tutt’uno con il mio corpo, come se fossero parte di me, e ci addormentiamo, l’uno abbracciato all’altra, come se fossimo due anime inseparabili.

Mattina di Natale, i raggi di sole entrano nella stanza, disegnando delle linea parallele sul soffitto. Lei dorme ancora, raggomitolata tra il piumone mentre io semiscoperto probabilmente mi sono svegliato per il freddo, ed ora devo andare in bagno. Mi alzo senza mettermi addosso la vestaglia e mi dirigo a luci spente verso la porta, la apro e poi accendo la luce per guardare la mia faccia davanti allo specchio.

Mi stropiccio gli occhi e poi dopo aver guardato la mia immagine riflessa, abbasso lo sguardo per guardarmi il petto: al posto del piatto della sera precedente, sono comparsi sue seni di grossa taglia, più grandi addirittura di quelli della mia ragazza.

Incredulo a quello che sto vedendo, mi porto la mano verso di loro per verificare se è un sogno o la pura realtà: inizio a sfiorarli con delicatezza, e sento il contatto dei polpastrelli con la mia pelle, le mie dita scivolano verso il centro e cominciano a giocherellare con il capezzolo che inizia ad irrigidirsi. Spaventato da questa situazione, esco dal bagno e mettendomi in ginocchio sul letto, comincio a muovere le coperte e con voce isterica inizio a chiamare la mia ragazza.

- Francesca, Francesca, guarda cosa mi è capitato!

Le sbadigliando e dicendo un “che c’è?”, si sveglia e dopo avermi guardato in faccia con un sorriso abbassa lo sguardo e vede quel grosso seno assente la sera prima: - E’ pure più grosso del mio, posso toccarlo?

- Francesca! Ma cosa stai dicendo? Cosa diavolo mi è successo?

- Tranquillo, qualcuno avrà esaudito il mio desiderio, e probabilmente anche il tuo!

Dicendo ciò inizia a massaggiarlo come avevo fatto io col suo la sera precedente, io non riesco a trattenere dei mugugni di piacere e lei divertita mi sussurra un: - Non è eccitante vero? Quando hai desiderato di provare queste sensazioni?

Io sono letteralmente in estasi, ma sono abbastanza confuso e piagnucolando le dico: - Si, ma come faccio a vivere una vita normale con queste cose?

- Tranquillo, trovo io una soluzione. Intanto inizia ad indossare questo!


Tira fuori un completino di pelle, praticamente un tubino attillato di pelle nera lucida che arriva a metà coscia e sopra è sorretto dai seni e da un corsetto a lacci sul retro; mi aiuta ad indossarlo e una volta tirato su, me lo fa aderire appena sopra i capezzoli, nascondendoli però parzialmente, mentre inizia a tirare il corsetto, stringendomi all’inverosimile la vita e facendo aumentare ancora, come se ce ne fosse bisogno, il volume del mio seno.

- Ma cosa hai intenzione di fare? Oggi non dovevamo andare a pranzare dai tuoi? Non vorrai presentarmi così?

- Poi ti spiego, intanto inizia ad infilarti questi, che io ti trucco un po’!

Mi porge degli stivali di pelle, tacco alto con la cerniera che mi arrivano fino al ginocchio; io li indosso a fatica e chiudendo la cerniera mi accorgo che essendo elastici, aderiscono perfettamente ai miei polpacci. Intanto lei inizia a truccarmi, un trucco non appariscente: ombretto nero e grigio, mascara, rossetto rosso scuro ed infine dello smalto nero, ed una parrucca bionda mossa, coi capelli che mi scendono ben oltre le spalle.
Lei va a cambiarsi mentre io rimango li imbambolata a guardarmi davanti allo specchio, guardando quel vestito e ripensando a tutte quelle volte che mi ero eccitato quando lo indossava lei e quando la spogliavo per poi fare l’amore.

- Sei pronta che andiamo? – E nel dire ciò mi porge un cappotto rosso che mi avvolge completamente e mi arriva sotto le ginocchia.

Senza dire niente la seguo, camminando inizialmente a fatica sui quei trampoli, scendendo le scale, uscendo dalla porta e sentendo l’aria fredda accarezzare le mie gambe nude. Mi apre la portiera, salgo, la richiude con un mezzo inchino e poi si mette alla guida; vorrei chiederle un milione di cose ma rimango zitto, incapace di aprire bocca, anche quando entriamo in questa mega villa, scendendo dalla macchina, percorrendo assieme una decina di metri su un tappeto rosso che porta alla porta di ingresso.
Non fa tempo a bussare che la porta si apre e appare un signore brizzolato sulla cinquantina che accoglie Francesca con un ampio sorriso. Ci fa cenno di entrare e proseguendo in un lungo corridoio entriamo in una stanza a destra, dove sono presenti due ragazze, una delle quali si affretta a togliermi il cappotto.

Io d’istinto mi copro con le mani il petto, ma le due mi prendono i polsi e me li allargano quasi volessero mettermi in croce.

- Ma sono proprio veri?
- Si Carlo, una quarta abbondante, ti piacciono vero?

Lui si avvicina verso di me e con le mani inizia ad accarezzarmeli: un sentimento iniziale di repulsione si trasforma in sensazione di piacere sentendo i suoi movimenti circolari delicati ed estremamente lenti.

- Ti va bene il salito prezzo vero?
- Carlo, questa volta non meno di seicento euro, ne vale la pena credimi!

Il signor Carlo abbassa il vestito e libera dalla costrizione i miei seni, che si protendono coi capezzoli turgidi verso si lui. Avvicina il suo volto ed inizia ad annusarli e poi con un gesto istintivo, lecca timidamente un capezzolo per poi ritrarsi.

- Aggiudicata per seicento! Ma per la settimana mi fai lo sconto vero?
- Si tranquillo, su sette giorni te ne sconto due, basta che la porti domenica a fare shopping con Chiara e Alice e sabato a fare la cubista in discoteca.
- Ai tuoi ordini Miss Francesca!

Si danno un bacio intenso, mentre io ancora li in piedi con le due ragazze che mi tengono per i polsi, piagnucolando le chiedo: - Ma cosa significa amore?
Lei sia avvicina a me, mi guarda e mi da un bacio intenso con la lingua, di quelli intensi che ti fanno quasi perdere il fiato e i sensi. Poi si stacca e se ne va, ma prima di uscire dalla porta si volta e mi sussurra: - Non farmi fare brutta figura stellina, intesi?

Io rimango con la bocca spalancata, mentre le due ragazze mi lasciano i polsi, e mi sistemano il vestito, rinascondendo parzialmente i seni. Sono spaventata ed al tempo stesso incapace di capire la situazione, e quasi non capisco le parole che mi sta elencando il signor Carlo.

- Stella ci sei?
Mi risveglio da quella trance in cui ero caduto e guardando negli occhi il mio interlocutore, gli dico: - Si, mi dica pure.

- Stavo dicendo, alle 10 il signor Rossi, alle 11 in signor Palmi, a mezzogiorno fai una pausa pranzo di due ore con Chiara e Alice, alle 14 due ore con Giusti, mi raccomando che è il nostro cliente più importante; dalle 16 alle 19 giù in sala di registrazione, poi cena e probabilmente altri tre o quattro clienti in serata. Qualcosa da chiedere?
- Sala di registrazione?
- Tranquilla, niente di particolare, penso che sarà la parte più divertente della giornata, registriamo qualche video con i giocattolini, sessioni di bondage, sottomissione, poi essendo Natale ci sarà qualcosa di speciale!
- Ho paura Carlo!
- Vedi di non averla Stella! Se farai la brava e mi farai guadagnare quello che penso, forse per l’epifania potrai tornare da Francesca, almeno per un giorno.

Non rispondo, non ho forza per rispondere. E’ come se mi fosse crollato il mondo addosso; anche se ora nessuno mi sta tenendo, mi sento imprigionata in una gabbia dal quale non vedo la via di uscita.

- Sono le 10.

Alzo lo sguardo e vedo Carlo che abbandona la stanza, mentre un ragazzo muscoloso sulla trentina entra, si toglie la maglietta mostrandomi i suoi pettorali e si avvicina a me con fare minaccioso. Io lo guardo negli occhi: anche se siamo alti uguali mi sento piccola piccola di fronte a lui, e socchiudo la bocca, non facendo uscire però nessun suono.

Lui mi abbassa il vestito e mi prende i seni nelle sue mani, li stringe ed io non posso fare a meno di lanciare un urlo di dolore; lui sorride e in un tono, che mi entra come un brivido, mi sussurra un: - Urla fin che vuoi, che per un’ora sei solo mia!

Lo guardo negli occhi con terrore, mentre lui inizia a ridere di gusto e alla fine mi dice col un sorriso: - Buon Natale piccola.

Valentina Cornell, 25 dicembre 2022